Tunué
2014
9788867901265
Mosaicale romanzo breve, romanzo breve di formazione e di piena accettazione della diversità, e della normalità della sofferenza e della morte, “Tutti gli altri” [Tunuè, 2014; euro 9,90, pp. 112] è l’esordio narrativo della poetessa toscana Francesca Matteoni, classe ’75. C’è tanta poesia in questo suo esordio: c’è in qualche distico fulminante imboscato in un racconto, c’è in qualche battuta improvvisamente lapidaria, in qualche meditazione dal sapore definitivo. C’è tanta poesia nell’introspezione profonda che caratterizza tutti e quindici i tasselli di questo mosaico. Un’introspezione che è una discesa nell’abisso della psiche, e della memoria, con l’unica compagnia della voce: luce non ce n’è più, tutto a un tratto, si continua a sprofondare nella grotta senza fondo del dolore, e man mano che si scende ci si accorge che sono soltanto le parole a dare coraggio, a fare coraggio alla poetessa; c’è troppa desolazione e troppa disperazione, in certi ricordi, estetizzarli è complicato e pericoloso, spezza il respiro, spegne i colori, e tuttavia lei scende, discende, sprofonda. E così “Tutti gli altri” diventa un libro di cose indicibili: di sofferenze assurde, di suicidi, suicidi tentati, tossicodipendenze e pianificate e testimoniate autodistruzioni di vario ordine e grado. Un libro superstite.
Chi è l’io narrante? Una che ha scritto la sua “infanzia in sogno” [p. 17]. Una che crede a un mondo alternativo in cui “salta da un personaggio all’altro della sua immaginazione, eludendo una società per cui non è altro che spettro escluso dalla retorica dell’utile” [p. 33]: una che sa che coraggio è “vedersi per quello che siamo, toccare la nostra matrice nei suoi tratti scabrosi, dove meglio ci si forma” [p. 57]. Una che attendeva, fin da bambina, un tempo fiabesco: intanto, semplicemente, “io raccontavo le storie”: così si presenta, nel primo frammento. “Io raccontavo le storie e restavamo svegli fino all’ora in cui i campi là fuori si riempivano di spiriti”. E questo è un libro di storie, e di spiriti. Ne è infestato, non solo popolato. È fragilissimo, e personale. Elegiaco.
Presenteremo il libro sabato 21, a Trieste, ospiti dell’Antico Caffè San Marco: introdurrà la poetessa Chiara Catapano, interverrò anch’io. L’evento avrà inizio attorno alle 18:30. Parleremo, anche, della nuova collana di narrativa della Tunuè, diretta dal toscanissimo Vanni Santoni; e della copertina del libro, e del blog “Fiabe”, animato e diretto da Francesca, e della sua collaborazione storica con “Nazione Indiana”. E della sua ricerca. Vi aspetto.
Gianfranco Franchi, febbraio 2015
Esordio narrativo della poetessa toscana Francesca Matteoni…