Trattato della vita elegante

Trattato della vita elegante Book Cover Trattato della vita elegante
Honoré de Balzac
Piano B Edizioni
2011
9788896665381

Apparve in Francia nel 1830, a puntate, sulla rivista “Le Mode”; rispetto al disegno autoriale, rimase incompiuto; finì comunque per insegnare, con aristocratica negligenza e letteraria prepotenza, che il fine della vita civile è il riposo: e che l'arte di animare il riposo è la vita elegante, incomprensibile per chi è abituato al lavoro. E andò insegnando che l'eleganza è espressione di pulizia, armonia, e di relativa semplicità. Perché l'eleganza è ordine. Assoluto.

Apparve nel 1830, a sigillare la fortuna della borghesia, e andava predicando una grande verità al di là del tempo, e delle epoche e delle società tutte: vale a dire che “uno strappo è una disgrazia, una macchia un vizio”; e chi non fa che lasciarsi segni di ciò che beve sulle camicie o sui pantaloni non potrà che avere inteso. La macchia diventa, infine, un'ossessione: non esiste capo che possa restarne estraneo. Già.

Secondo Balzac, la vita elegante era l'arte di spendere ciò che si ha con il giusto spirito (d'altra parte, per l'artista essere avari era una vigliacca negazione dell'eleganza): nella sua visione, l'eleganza era un sentiero iniziatico, una “scienza delle maniere”. Più di tutto: il principio fondante della vita elegante era “un alto pensiero d'ordine e d'armonia, destinato a trasmettere poesia alle cose”. E la poesia prima era una richiesta essenziale: che ogni cosa appaia per ciò che è: ché ogni ricercatezza può apparire artificiosa; ché il dandismo è un'eresia capricciosa, e viziata. Balzac aveva capito che “tutto ciò che punta sull'effetto è di cattivo gusto, come tutto ciò che è confusionario”. Oltrepassare la moda, per l'artista francese, significava capitombolare nella caricatura. Vale nella moda: vale nella scrittura.

“L'artista è un'eccezione: il suo ozio è un lavoro, e il suo lavoro un riposo: è sia elegante che trascurato; indossa, per scelta, la blusa da contadino e impone il frac indossato dall'uomo alla moda; non subisce le leggi: le detta”. È dogma. Prendiamone atto. Ma questa è un'altra storia.

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Secondo Alex Pietrogiacomi, curatore di questa nuova edizione italiana del “Trattato della vita elegante” di Balzac [1830; IT, Istituto Editoriale Italiano 1917, Longanesi 1982, ETS, 1998; ora in Piano B, 2011), siamo di fronte a un “Hagakure dello stile” che va letto con la giusta motivazione critica – per andare al di là dello schema precostituito dell'eleganza, per ritrovare il gusto per l'educazione, per combattere la massificazione e l'omologazione. La professoressa Goruppi [Università di Pisa] giudica l'opera un “piccolo capolavoro di sensibilità e intelligenza”, in assoluto, per via “della sottigliezza e della disinvoltura con cui Balzac si confronta con una delle problematiche sociali chiave del suo tempo, l'abito, la moda e l'eleganza”. Lo psicologo clinico Salvatore Parisi, nella postfazione, finisce per considerare il Trattato “una panacea rivoluzionaria contro ogni dictat postmoderno che vuole inficiare la nostra capacità cognitiva e critica, e rende tutti ugualmente infelici nei propri abiti incomodi e costosi”.

Stiano come stiano le cose, è una piacevole esperienza estetica: un'esperienza estetica benedetta, in quest'ultima e attesa edizione pratese che andremo regalando a parecchi vecchi amici, dalle ispirate illustrazioni di Massimiliano Mocchia di Coggiola: sanno restituire la grazia del vecchio maestro di Tours. Intatta.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Honoré de Balzac (Tours, 1799 – Parigi, 1850), drammaturgo, giornalista, stampatore e critico francese.

Honoré de Balzac, “Trattato della vita elegante”, Piano B, Prato, 2011. Traduzione di Martina Grassi. Edizione a cura di Alex Pietrogiacomi. Con disegni di Massimiliano Mocchia di Coggiola. Introduzione di Tiziana Goruppi. Postfazione di Salvatore Parisi.

Prima edizione: “Traité de la vie élégante”, 1830.

IT: Istituto Editoriale Italiano, 1917; Longanesi, 1982; ETS, 1998.

Approfondimento in rete: WIKI it

Gianfranco Franchi, luglio 2011.

Prima pubblicazione: Lankelot.