Historica
2009
9788890357213
Pulp, frenetico, violento, amorale, ultracinematografico: “Touch and Splat” è un divertimento ideato e composto da uno dei narratori più americani della nuova generazione italiana, Alessandro Cascio, classe 1977. Lo scrittore palermitano ha deciso di ibridare, alterare e rinnovare due paradigmi diversi: “Das Experiment” di Hirschbiegel (2003) e “Il grande freddo” di Kasdan (1983), sporcandoli con un linguaggio tarantiniano e diretto, infarcito di americanismi qua e là (l'aggettivo “fottuto” prolifera sbarazzino, a un tratto). Colonna sonora d'occasione è la vecchia “Sweet Child O'Mine” dei Guns'n'Roses, già apprezzata almeno nell'ultraviolento “State of Grace” di Joanou (1990).
Subplot unico, è la satira e la critica degli spaghetti western; questo romanzo breve, ambientato negli States, è infarcito da maledizioni rivolte a noialtri dago, pizza baffi neri mandolino e via dicendo, per via dei “paella western” girati sempre e comunque in Spagna, da un certo momento in avanti, con grave danno economico dell'industria cinematografica yankee. È una satira innocua, serve – probabilmente – per avvicinarci all'atmosfera di sterminio facile, gratuito e immotivato che stiamo per incontrare. Le battute smozzicate dei personaggi, non è un caso, vagabondano tra retrogusto western e retrogusto gangster movie, con incursioni nel kitsch anni Novanta.
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Ogni tanto, uno spiraglio di pace. “Se potessimo tornare indietro nel tempo, ci accorgeremmo tutto d'un tratto che il passato non è così com'è rappresentato nei nostri ricordi. Quelli per metà sono bugie dipinte a pennello dalle nostre frustrazioni sugli spazi vuoti della memoria. Per questo sembra che le cose migliori le abbiamo fatte in passato e che il presente sia invece un monotono rettilineo in un'autostrada americana” (p. 25). Ma finisce in fretta.
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Il dottor Kensington ha ideato un gioco per sedare la rabbia dei carcerati, qualche giorno prima della loro liberazione: si chiama Touch and Splat. È una sparatoria simulata, con fucili giocattolo. Sembra che serva per sprigionare il risentimento giusto in tempo – prima della reintegrazione nella società. Punto debole: chi subisce la violenza ludica, una volta uscito, sente bisogno di sfogarsi, per rappresaglia. Viene, per così dire, “innescato”. Nella realtà, non ha nessuna intenzione di andare in cerca di armi giocattolo. Non sono altrettanto efficaci.
“Touch and Splat: lo chiamano così. È più di un gioco, è la voglia di ammazzare qualcuno mista alla paura di poterlo fare davvero. Allora, per non incorrere in contrattempi con Dio, la legge e la laica morale, ci si munisce di fucili a piombini colorati e si finge di ammazzarsi stando attenti a farsi male quel tanto che basta a non menomare ma abbastanza da placare per un po' la voglia di far fuori qualcuno” (p. 27).
Touch and Splat, nel presente della narrazione, è uscito di galera e si gioca con quegli amici che non hai la forza di incontrare tutti i giorni. O che magari non frequenti più da parecchi anni. I vecchi compagni di college, per esempio. Qualcosa del genere. Sì, è parecchio che non ci si vede, e parecchie cose sono rimaste in sospeso, pensa ognuno di loro. D'altra parte, “Basta stare abbastanza a contatto con qualcuno per trovare un motivo per ammazzarlo, per questo le persone solitarie sembrano sempre le più pacifiche” (p. 67). Fermiamoci qua.
Mi è mancata una buona scena di sesso, distesa e scaciata; invece è stata tratteggiata in un paio di circostanze con eccessiva rapidità, forse per non deconcentrare i lettori. Il resto, che dire, c'è tutto: violenza intellettuale, violenza superficiale, amicizia e tradimento, american graffiti e grande freddo, prigione di Stanford e reduci di guerra e via dicendo. Soprattutto: armi giocattolo e armi molto meno giocattolo. Toh.
Bang bang you shot me down bang bang. Siamo da queste parti qua.
EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE
Alessandro Cascio (Palermo, 1977), scrittore, sceneggiatore e disegnatore italiano.
Alessandro Cascio, “Touch and Splat”, Historica, Cesena 2009. Collana Short Cuts, 2. Illustrazioni di Marco Moni, Michele Penco, Enrico Bertelli, Valentina Scipioni.
Gianfranco Franchi, gennaio 2010.
Prima pubblicazione: Lankelot.