Meridiano Zero
2009
9788882371968
È semplicemente l'anno di Renato Zero, nell'editoria italiana: allo studio pieno di stile e di personalità di Tommaso Labranca (“Da zero a zero”, Arcana 2009) si affianca adesso “Ti vivrò accanto” di Massimo Del Papa, storica firma del Mucchio, analisi metodica e organica (album per album, canzone per canzone) dell'opera dell'artista capitolino. Siamo dalle parti di quei libri che i fan giudicheranno monumentali e necessari: io mi trovo esattamente nella condizione di qualche mese fa, ascoltatore generico di Zero, qualche disco sugli scaffali, parecchi ricordi. 315 pagine dedicate a un cantante che non ha mai spopolato nella mia classifica personale sono probabilmente troppe: non so quanto faccio testo, come lettore. So che ho apprezzato lo stile di Massimo Del Papa, il suo approccio deciso e diretto, il suo racconto di un percorso artistico minato, nel saggio, dalla struttura stessa, inevitabilmente ripetitiva (cfr. osservazioni sulla collana “Testi” di Arcana) e a volte limitante. Ripeto: dipende da cosa state cercando. I libri dedicati alla musica pop si rivolgono sempre a una platea di aficionado e di ossessi: dovrebbero essere solo, e loro soltanto, a scriverne.
Quanto all'extra-Zero, vale la pena di sottolineare quanto Del Papa sia critico verso Bowie (“L'accusa, facile e provinciale, di copiare dal glamour d'oltreoceano (Bowie su tutti) andrebbe casomai ribaltata” - spara (p. 40). “Zero, attenzione, non sceglie mai l'escamotage teatralmente elementare di inventare personaggi, di cui magari rimanere schiavo: lui inventa identità, ma restando sempre fedele a sé stesso. Se alienazione c'è, è tutta interna, figlia delle proprie contraddizioni. Non di visioni più o meno indotte”. Non è finita: non basta aver rimarcato le distanze da un modello possibile (cfr. anche Labranca), perché Del Papa sente il bisogno di dichiarare che Bowie è un “emaciato Zarathrustra dal talento più sopravvalutato che reale” (p. 40). Mi sembra – onestamente – una valutazione abbastanza incosciente. Più interessante, invece, l'invito a calibrare una comparazione tra Zero e Gabriel nei primi Genesis (p. 29) o Petrolini (p. 47).
Del Papa tende a mostrare molta comprensione nei confronti delle contraddizioni di Zero: prende atto del suo anti-berlusconismo e prende nota della sua presenza alla festa di Mediaset; prende atto di certa matura e meno estrosa borghesia e prende nota di qualche battuta per glissare sull'argomento; prende atto di qualche errore negli album, ma cerca sempre di salvare il salvabile. Non è un'agiografia, ma siamo da quelle parti. È uno studio nato per la gioia dei sorcini, e se i sorcini si riconosceranno completamente nel testo allora vorrà dire che avrà avuto senso.
“Più di qualcuno mi ha sempre spinto con le spalle al muro; e questo, da quando esisto. Siamo troppo orfani, noi artisti, in questo Paese: se sbagliamo, ci lasciano soli con i nostri errori, senza poter chiedere conforto a nessuno” (Renato Zero; cfr. Del Papa, p. 179). Ecco, è giunta la parola di conforto.
Qualche osservazione ulteriore. Notevoli diversi passi aneddotici: mi riferisco almeno a quelli dedicati a Ciampi (p. 186), sostenuto durante le sue crisi etiliche da Renato Zero, a Claudio Villa (p. 188), omaggiato a dispetto della famosa battuta uno-zero, a Rino Gaetano (p. 107), rivale e antagonista trattato con rispetto e ammirazione (cilindro dono proprio di RZ); alle vicende discografiche, in generale, e alla questione di Fonopoli (e del centro di recupero per tossicodipendenti, nobile e generoso atto dell'artista Zero). Del Papa tende a ribadire la natura anarchica in scena e conservatrice nella vita privata di un ex giovanotto di estrazione piccolo borghese e orgogliosamente borgatara, impolitico ma capace di prendere posizione sia nei riguardi dei bombardamenti americani, sia dell'aborto (non favorevole: p. 35); convinto della necessità di spogliarsi delle maschere e di indossarle per gioco (buone le pagine sul travestitismo), assertore di un pacifismo senza se e senza ma (p. 31 e avanti), artista che non vende dischi ma magia, sentimento e purezza: scrivendo spesso per la sua gente, fedelissima, e fronteggiando con non poco divertimento le critiche. Zero fa denuncia sociale, al limite, mai politica. Niente pugni chiusi paraculi, niente braccia tese: semmai braccia aperte nel gesto dell'abbraccio. E se il pubblico non è pronto, ci pensa lui a prepararlo (p. 25).
Cosa rimane da fare, a questo punto, dopo aver interiorizzato due saggi in due mesi dedicati a Renato Zero, icona della romanità e del secondo Novecento? Ascoltare la sua musica, chiudere i libri e tornare a consultarli tra – diciamo – quarant'anni, quando tante cose ci avranno voltato le spalle e di questa Roma nostra che abbiamo abitato senza accorgerci di quanto grandi erano certi concittadini potremmo trarre un bilancio e un giudizio diverso, non romantico né confezionato per un pubblico adorante; non più cauto nei confronti degli errori e dei guasti, e non più penalizzato dalla consapevolezza del provincialismo di certa nostra cultura. Allora, ne sono convinto, Renato Zero diventerà una maschera della nostra epoca, e vanterà schiere di imitatori. Perché non è stato mai un epigono: è stato mille anime diverse, e uno spirito unico; l'espressione del territorio, e non del marketing. Una grande e forte personalità, non un'eco. Come David Bowie: senza essere Bowie.
EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE
Massimo Del Papa (Milano, 1964), giornalista e scrittore italiano. Ha pubblicato narrativa, poesia e saggistica; è editorialista del “Mucchio Selvaggio”.
Massimo Del Papa, “Ti vivrò accanto. La favola infinita di Renato Zero”, Meridiano Zero, Padova 2009. Prefazione di Marinella Venegoni. In appendice, discografia essenziale. Collana Mappe Musicali, 2.
Gianfranco Franchi, aprile 2009.
Prima pubblicazione: Lankelot.
Siamo dalle parti di quei libri che i fan giudicheranno monumentali e necessari…