Squatter

Squatter Book Cover Squatter
Renzo Paris
Castelvecchi
1999
9788882101343

Libro-inchiesta di Renzo Paris, pubblicato nel 1999, “Squatter. Una storia di case occupate” vede come protagonista Ruggero, un giovane reporter di un settimanale impegnato a raccontare una vicenda che dovrebbe vedere il giornale non a favore né contro: simpatizzante per l'aspetto giovanile della questione, perplesso e cauto per il colore politico. Anarchico. Scopo del gioco è ricostruire l'atmosfera “artistica, culturale, sentimentale” del gruppo di squatter. L'articolo salta, ne deriva un reportage: un libro che preoccupa i protagonisti di questa storia, perché “la letteratura uccide” (p. 109), addomesticando e addormentando la vicenda. Errore. Senza letteratura, di quei giorni non esisterebbe nessun ricordo. L'ambizione dell'autore è scrivere un pezzo della storia delle culture giovanili italiane senza distorsione, strumentalizzazioni, criminalizzazioni. Mi sembra si riesca pienamente nell'impresa, a ben guardare.

Occupazione di una palazzina liberty nel quartiere di San Lorenzo, Roma, primi anni Novanta. Si va a vivere “in libertà, contro la società organizzata” (p. 82). L'evento rappresenta “gli ultimi fuochi di un'ondata lunga”: quella del '68 e del '77, a occhio e croce. Il quartiere sta per ritrovarsi sommerso da una “selva di pub e pizzerie” (p. 39), snaturandosi: l'azione è ciò che rimane della primitiva essenza secondonovecentesca e ideologizzata della zona. Il nuovo antagonismo è trasversale: “sta in tutti i ceti sociali” (p. 48).

Gli occupanti non domandano luce o gas al Comune: non si devono poggiare sullo Stato o sugli enti locali. Si ritrovano assediati dai NOCS, coi cingolati, alle tre di mattina. Sulla polizia gli squatter avevano già lanciato vernice rossa e farina bianca (p. 104).

Protagonisti, gli alternativi radicali di sempre: punk, anarcoidi (non sempre 35enni come lo sfortunato torinese Edo “Baleno”, e a quanto pare decisamente impreparati, culturalmente: si definiscono “anarchici di vita”, p. 106) magari con pretese artistiche (a San Lorenzo c'abbita Gino Scartaghiande, che 30 anni prima ha scritto un buon libro di versi: è un quartiere di poeti, no?), associazioni come Lilliput, Telefono Viola, Lega Ambiente, Centro Gramsci; tanti cani e gatti, ospiti di questa generosa gente.

Slogan, “Combatti la guerra, non le guerre; distruggi il potere, non le persone”, “Fuori da ogni controllo”, “Lo Stato uccide”, “Liberare la follia” (con la droga?), “Finché dura fa verdura”, “San Lorenzo è rossa”, “Viva la fica” (chiaramente). Ascoltano Almamegretta e Novantanove Posse, Genesis e canzoni romanesche (Gabriella Ferri), organizzano feste (“gente selezionata (…) di centri sociali di mezza Italia, ma anche francesi, tedeschi, inglesi”, p. 37), fumano spinelli (ma niente droghe pesanti, parrebbe: a parte certi funghetti...), parlano di arte (pittura, scultura, graffiti). Sopravvivono, nemici del lavoro e dei sacrifici borghesi: della visione del mondo borghese, e dei suoi valori.

Fiancheggiatori ammirati – ma respinti – Francesca Archibugi e Dario Argento (che “voleva proporre cose alla Living Theatre”, p. 63); non saranno gli unici.

*

“Squatter” è un testo dal rilevante valore documentaristico; sicuramente non si tratta della miglior narrativa di Renzo Paris, ma di una interessante testimonianza dell'esistenza di una (caotica, e multietnica) comunità e di una delle sue imprese. Importa poco, in questa sede, discutere dell'opportunità, del senso e della necessità di questa impresa; senza dubbio andremmo a scivolare nel dibattito politico, che in frangenti letterari poco ha rilevanza. Personalmente, mi preme rimarcare come la sensibilità dell'artista si rivolga, e sappia rivolgersi, nei confronti di quei deboli, di quegli sconfitti e di quegli emarginati altrimenti negletti ed estranei alle cronache, se non previe terribili semplificazioni. Umanamente l'intento è nobile; artisticamente è provvisoriamente riuscito; documentaristicamente, è il caso di dire che Renzo Paris qui ha fatto pienamente centro. Libro degno degli scaffali dei sociologi, degli storici e dei simpatizzanti dei punk e degli anarchici – tenendo presente che questi anarchici, mi ripeto, non si direbbe abbiano letto Stirner o Bakunin, preferendo magari Dylan Dog. Succede e non c'è niente di male, per carità: ma i risultati cambiano. Terribilmente.

EDIZIONE ESAMINATA E BREVI NOTE

Renzo Paris (Celano, 1944), romanziere, poeta, saggista e traduttore italiano. Professore di Letteratura Francese all’Università di Viterbo.

Renzo Paris, “Squatter. Una storia di case occupate”, Castelvecchi, Roma 1999. Collana “Contatti”, 163.

Gianfranco Franchi, “Lankelot”. Aprile 2009.

Prima pubblicazione: Lankelot.

Libro-inchiesta di Renzo Paris, pubblicato nel 1999, “Squatter. Una storia di case occupate” vede come protagonista Ruggero, un giovane reporter di un settimanale impegnato a raccontare una vicenda che dovrebbe vedere il giornale non a favore né contro…