Solo il mio corpo è reale. Note su Stephen Spender

Solo il mio corpo è reale Book Cover Solo il mio corpo è reale
Giorgio Manganelli
Via del Vento
2002
9788887741339

Come scriveva Manganelli qualche anno prima del suo esordio, "Hilarotragoedia"? Come uno che aveva sempre un guasto da risolvere, e questo guasto era la realtà: e non stupisce che scrivendo d'una raccolta postuma del poeta inglese Stephen Harold Spender (Londra, 1909 – Londra, 1996) scegliesse versi come questi, per parlare della sua estetica [è una congettura...] attraverso le parole d'un altro: "Only my body is real; which wolves / Are free to oppress and graw. Only this rose / My friend laid on my breast, and these few lines / Written from home, are real". Vale a dire: "Solo il mio corpo è reale; che i lupi / son liberi di mordere, e opprimere. Solo questa rosa / che il mio amico pose sul mio petto, e queste poche righe / scritte da casa, sono reali". Sì, la traduzione è di sua maestà Giorgio il matto. Che poco dopo medita sulla pericolosità del linguaggio simbolico, giurando che non sia niente affatto tutto artificioso e letterario, ma al contrario "sorta di esaltazione" e "intensificazione" del linguaggio naturale. Cinquant'anni dopo, siamo perfettamente in grado di riconoscere che Manganelli stava preparando la sua letteratura, e la sua estetica, mentre analizzava e scandagliava la produzione degli altri letterati. Riconosceva ciò che era già proprio, e affermava quel che stava per sgorgare. Ecco una buona ragione per giudicare questa edizione Via del Vento non soltanto una curiosità per filologi, ma un piccolo must per gli appassionati della scrittura di Manganelli.

Qualche parola sull'artista trattato dal letterato lombardo. Spender fu anima del gruppo dei "Thirties" con Christopher Isherwood e Wystan Hugh Auden; gran nemico dei totalitarismi, fu giornalista e poeta capace di grande dolcezza e notevole "freschezza epigrammatica", per dirla con GM, padre d'un linguaggio naturale di ascendenza realistica. Prima comunista poi umanista, fu sempre sentimentale, "talora per calcolo, per amore di certi effetti, ma sempre senza ironia; talora più spesso, specie nella poesia più tarda, per abbandono a una vena facile e deliberatamente non controllata" (p. 9)

Questo saggio breve, apparso originariamente su «Il Mulino» del 1956, è dedicato ai suoi "Collected Poems" apparsi nel 1955 per Faber & Faber. Nella postfazione, Scarlini ricorda che "la felice interpretazione dell'opera spenderiana si lega ad una serie di traduzioni di rilevanti brani di liriche, mai più riedite in altra sede, che costituiscono uno dei maggiori motivi di interesse del testo". Riferisco a beneficio degli anglisti e dei letterati tutti.

Secondo P.F.I., autore della bandella della deliziosa plaquette Via del Vento, "Non sarà un azzardo dire che, al di là della grande passione teorica, queste pagine già contengono tutto il brio inesauribile ed irresistibile di quella folgorante intelligenza narrativa manganelliana, che nel 1964 darà vita alla sua prima opera, "Hilarotragoedia”, straordinaria contaminazione tra monologo narrativo e trattato". Entusiasmo condivisibile, con molta dolcezza.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Giorgio Manganelli (Milano, 1922 – Roma, 1990), narratore, critico, traduttore, giornalista e saggista italiano. Si laureò in Lettere presso l’Università di Pavia; fu consulente editoriale Adelphi, Einaudi, Mondadori.

Giorgio Manganelli, “Solo il mio corpo è reale. Note su Stephen Spender”, Via del Vento, Pistoia 1997. Curatela di Luca Scarlini. Bandella di P.F.I. Tiratura limitata 2000 copie. La mia è la numero 1501.  Prima edizione: Ne “Il Mulino”, 1956.

Approfondimento in rete: WIKI It

Gianfranco Franchi, aprile 2010.

Prima pubblicazione: Lankelot.