Iperborea
1992
9788870910308
Tenera commedia degli equivoci a firma Knut Hamsun, “Sognatori” è un racconto lungo di buona qualità, poggiato su un intelligente intreccio, un progressivo disvelamento della psiche dei personaggi principali, una soluzione finale romantica, divertente e appassionante. “In Sognatori” - spiega ottimamente Ferrari, curatore e traduttore dell'opera - “ogni personaggio è qualcosa di diverso da quel che gli altri, e a volte anche il lettore, lo credono. Nella sua dispotica onniscenza, il narratore decide quali segreti svelare immediatamente, quali lasciare intuire e quali nascondere fino al momento del colpo di scena, della sorpresa” (p. 8). Non solo: rispetto al passato, qui niente io egolatrico protagonista della scena; vagabondi in senso letterale mancano, ma vagabondaggio non manca affatto. È quello del protagonista princeps, Rolandsen, che quando per ubriachezza, quando per corteggiare qualche donna, quando per ritirarsi a pescare in pace, in effetti dondola e ciondola di qua e di là. Sin quando non viene, diciamo così, catturato.
Trama: attesa d'un nuovo pastore, in una comunità di pescatori poveri; ad andargli incontro, assieme al resto della cittadinanza, è il grande Rolandsen, figuro grottesco e non estraneo all'indecenza, telegrafista rissoso e stravagante, “gran pensatore e inventore” (p. 24) con le tasche vuote e tanto (troppo) carattere. Ha bevuto un po' e ha lo sguardo discretamente fisso, quando arriva il prete. È un po' l'antitesi di Enok, che incrocerà per strada; lui sembra un uomo equilibrato, mite, semplice e molto religioso – e sfortunato, anche; non riesce a omaggiare, tra i primi, il nuovo vicario. E sfortunato è stato anche in passato, quando, per rubare del pesce (invidia o bisogno, chissà), ha rimesso qualcosa di fondamentale. Scoprirete cosa più avanti (ma non in queste pagine), durante una rissa. E altro che non posso dire.
C'è stato un furto, in paese, e il nuovo pastore predica e domanda giustizia; intanto, il derubato – il ricco mercante Mack – fissa una gran ricompensa, che fa ovviamente gola a Rolandsen. Diciamo che c'è modo e modo per recuperarla; quello scelto da Rolandsen è quantomeno ingegnoso.
In ogni caso; è la stagione degli amori, lui sta per lasciare la sua bella per puntare una preda nuova. O forse più d'una. Serve un dono che faccia effetto. Un dono del genere costa, e a lui non fanno facilmente credito, non più. Serve farsi notare: lui è uno che “sa battersi come uno scaricatore e cantare come un ragazzino divinamente ispirato” (p. 78), quando serve, ed è uno che può cambiare gli equilibri nelle vite delle persone. Delle donne, soprattutto. E forse degli imprenditori intelligenti.
Com'è il clima, intanto? Sentiamo cosa racconta Hamsun, in questo frammento che rimane uno dei più suggestivi dell'opera: “Le giornate ora si facevano calde, le aringhe pescate dovevano essere lasciate nelle reti perché non andassero a male, e le si poteva portare a terra solo quando pioveva o nelle notti fresche. Non c'era neanche più molto pesce, la stagione era troppo avanzate, e gli equipaggi poco a poco se ne ripartirono. Era ormai tempo di dedicarsi ai lavori di primavera, nei campi, e a casa c'era bisogno delle braccia di tutti gli uomini. E le notti divennero chiare, piene di luce. Era un tempo fatto per vagabondare, per sognare. I giovani passeggiavano di notte cantando e frustando l'aria con rametti di salice (…) e la foca spingeva la testa sgocciolante fuori dall'acqua, si guardava intorno e si reimmergeva poi nel suo mondo ” (p. 57). Che magnifica visività.
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Contestualizziamo l'opera con l'aiuto del curatore: “Quando venne pubblicato, nel 1904, s'era ormai concluso quello che Hamsun stesso ebbe a definire il periodo dei romanzi 'che mostravano i pugni serrati': il periodo di 'Fame' (1890), 'Misteri' (1892) e 'Pan' (1895), i suoi primi romanzi e i suoi più belli, forse” - probabile; intanto, ringraziamo scout ed editore per la proposta al pubblico italiano di questa fiaba di pescatori, di donne, di furti e di onestà, di reverendi che non durano troppo e di amori che nascono là dove meno te lo aspetteresti; di mani in tasca, di false dichiarazioni, di clamorose rivelazioni, e infine di promesse d'un futuro diverso. Buono, davvero. Degno della fama di Knut Hamsun.
EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE
Knut Pedersen, alias Hamsun (Garmostræde, presso Lom, Gulbrandsdal, Norvegia 1859 – Nørholm, Grimstad, 1952), romanziere, poeta e drammaturgo norvegese, autodidatta. Premio Nobel per la Letteratura 1920.
Knut Hamsun, “Sognatori”, L'Angolo Manzoni Editrice, Milano 1997 – su concessione IPERBOREA. Traduzione e introduzione di Fulvio Ferrari. Prima edizione: “Svaermere”, Oslo, 1904.
Approfondimento in rete: Knut Hamsun Online.
Gianfranco Franchi, luglio 2009.
Prima pubblicazione: Lankelot.
Quando per ubriachezza, quando per corteggiare qualche donna, quando per ritirarsi a pescare in pace, in effetti dondola e ciondola di qua e di là…