Spirali
1993
9788877703743
“Sisina e il Lupo” è un divertissement d'autore: è la scanzonata e buffa storia di un burbero vedovo triestino domato da una solare, impertinente e giovane domestica istriana. Il romanzo, originariamente apparso per la Spirali di Milano nel 1993, è un balocco letterario destinato a intrattenere con semplicità, dolcezza e garbo un pubblico in cerca di vicende edificanti, umanissime e gentili.
I due personaggi principali sono descritti con intensità e ispirazione. Soprattutto la ragazza istriana. Incontriamo Sisina sulla porta di casa di Lupo, mandata dall'agenzia: “Se non fosse stato per il petto che su di lei era decisamente sproporzionato, sarebbe potuta passare per un'adolescente. Aveva la testa infeltrita da capelli corti e ricciuti, e da due occhi di un colore indefinibile, sotto i quali, dagli zigomi in giù, il viso si scarniva fino a diventare a punta, un nasetto dalle narici vibratili, al cui confronto la bocca era troppo grande, seghettata dai denti, e un collo esile che metteva tenerezza”, scrive Mattioni, chiosando: “Uno strano miscuglio tra un animaletto selvatico e una donna sviluppata parzialmente”.
Questo fisico sgraziato e asimmetrico potrà tuttavia diventare ragione, col passare del tempo, di deconcentrazione, e di qualche ambiguità: Lupo non è insensibile al generoso seno della ragazzotta. Man mano se ne accorge. Sisina racconta, sulle prime, d'avere famiglia ma d'essere rimasta sola: “Sono istriana e i miei sono rimasti dall'altra parte, anche dopo occupata. Sono qui sola, dormo da un'amica, e succede che la mia amica non può più tenermi; quindi, se lei non mi dà il posto, non so proprio dove andrò a finire”, spiega al vecchio Lupo, per commuoverlo un po', per farsi compatire. Lupo sembra freddo, e pieno di pretese assurde, sugli orari come sui comportamenti da tenere in casa: ma lei porta con sé una vitalità stupenda che finirà per sbaragliare tutte le difese del rigido dirigente giuliano.
Sisina si fa accettare in parte perché è l'unica donna di servizio corrispondente alle richieste un po' al limite del grottesco del padron di casa; in parte perché ci sa fare; in parte perché sa dire le bugie; in parte perché, con una facilità che stupisce lo stesso Lupo, lui si mostra cedevole e accomodante, e accetta di ospitarla in casa, di stravolgere la sua noiosa routine quotidiana, di badare a lei e – sorpresa – ai suoi famigliari, che spuntano fuori uno dopo l'altro. E dire che i patti erano patti: Sisina avrebbe dovuto fare come voleva soltanto in giardino, ma dentro casa no, figurarsi, tutto doveva restare fermo come quando c'era la signora, dentro in casa e negli armadi... e come no. E così Lupo s'accorge che “quando si è cambiato, si ha perlomeno il fastidio di doversi abituare al cambiamento, e comunque se sembra meglio è solo all'inizio, poi non è né meglio né peggio, è solo diverso”. Già.
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Com'è Lupo? È un dirigente molto spartano e molto riservato, sulla cinquantina. È uno che considera tutto un dovere, verso di sé o verso il prossimo. È incredibilmente abitudinario e refrattario a qualsiasi cambiamento e qualsiasi svago diverso dall'ascolto della radio (ah, il notiziario!). Non legge romanzi, e non legge saggi: in casa, al limite, si porta dietro qualche rivista. Considera i libri una perdita di tempo, di quel poco tempo che rimane libero dopo il lavoro, ed è meglio spendere tenendosi aggiornati su quel che capita nel mondo: è solo, disperatamente solo, e incapace di badare a sé stesso, e dopo aver perduto la moglie ha capito che ha perduto la bussola, l'orientamento e potenzialmente l'equilibrio. L'incontro con Sisina e con il suo microcosmo famigliare è una feconda rovina d'una vita isolata che non aveva ragione di essere: tutta egoica e concentrata sul mantenimento della polvere, e della quiete. All'assurda pretesa di stasi e immobilità assoluta del vecchio Lupo la vita risponde con un ricco disordine, con tutto il calore dell'incontro con un'altra donna e un'altra famiglia, con la sacrosanta imprevedibilità che riporta luce e speranza là dove era rimasta soltanto tristezza e sconforto.
“Sisina e il Lupo” è la storia di due persone estranee, per abitudini, classe sociale e visione del mondo, che a un tratto si trovano, per necessità e per fatalità, a dover accettare la nobile arte del compromesso pur di rigenerarsi e di fondare un equilibrio nuovo. Il prezzo da pagare si rivela quello più inatteso: diventare ospiti in casa propria. Apparentemente surreale, naturalmente letterario.
EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE
Stelio Mattioni (Trieste, 1921 – Trieste, 1997), giornalista, scrittore e poeta italiano. Ha esordito pubblicando in poesia “La città perduta” (1956) e in narrativa “Il sosia” (1962).
Stelio Mattioni, “Sisina e il Lupo”, Spirali edizioni, Milano, 1993. Collana “Romanzi”, 74.
Gianfranco Franchi, aprile 2011.
Prima pubblicazione: Lankelot.
“Sisina e il Lupo” è un divertissement d’autore: è la scanzonata e buffa storia di un burbero vedovo triestino domato da una solare, impertinente e giovane domestica istriana.