Serial Killer italiani

Serial Killer italiani Book Cover Serial Killer italiani
Gordiano Lupi
Editoriale Olimpia
2005
9788825300918

Serial killer: una delle ossessioni mediatiche del nostro tempo; uno degli argomenti più discussi dalle televisioni, dai quotidiani, da diverse opere letterarie e cinematografiche. È uno dei fenomeni più drammatici della nostra società postindustriale, questo è innegabile; le ragioni e le dinamiche non sempre riescono a emergere. Non che non vengano studiate e indagate: piuttosto, da Lombroso in avanti esiste in proposito un’ampia letteratura, parte antropologica parte psichiatrica. Il discorso è che non mi sembra esistano i presupposti per la prevenzione della reiterazione e della proliferazione dei reati, stando alle cause probabili o plausibili che Lupi evidenzia. Se la responsabilità principe è sociale e ambientale – tragedie d’infanzia, fallimentari interazioni sociali o sentimentali, anomia – dubito che si possa intervenire altrimenti che con una rivoluzione culturale che vada sradicando dalle nostre esistenze ritmi e anomalie post-rivoluzione industriale. A partire dal ritorno alla terra, alla vita collettiva nei campi e via dicendo: a una società, quella viva sino all’ancient regime, che aveva la capacità di integrare paradossalmente anche chi era “inutile”. Quindi, per carità: è importante analizzare le singole storie dei principali, odiosi protagonisti di questi omicidi: Lupi in questo è molto efficace, raccontando con un taglio giornalistico alla Augias d’antan questi fatti delittuosi, indagandone il retroterra culturale e sociale; tuttavia a fine libro si rimane soffocati da una cappa d’angoscia, espressione della consapevolezza dell’impotenza di noi cittadini di fronte alle deviazioni violente o omicide di qualche sfortunato.

Sino a oggi sono stato dell’avviso che se ne parlasse eccessivamente; quando ancora guardavo la televisione, negli anni Novanta, cambiavo canale qualora si parlasse di omicidi o parlavo ad alta voce durante certe cronache nei telegiornali. Repulsione assoluta. E mi irritava molto che ci fossero interviste ai serial killer, nelle carceri. Quanto spazio che poteva essere dedicato alle arti, alla bellezza, alla circolazione delle idee nuove; meglio ancora, alla denuncia della mafia, della camorra, della ‘ndrangheta, delle condizioni dei lavoratori. E mi offendeva il solo pensiero che un argomento del genere potesse attirare tanto le attenzioni del pubblico. Mi sembrava un chiaro segno di decadenza. Mi sembrava morboso, e mi sembrava utile a deviare l’attenzione delle persone dai reali problemi della Nazione. Adesso, pure con una gravosa serie di pregiudizi, mi sono avvicinato al libro di Lupi e ho capito che esiste una tecnica intelligente per analizzare questo malefico fenomeno. E ho trovato conferma a un’antica ed elementare impressione: queste morti avvengono fondamentalmente in America. In Italia, per fortuna, la tragedia dell’omicidio seriale è estremamente meno significativa. Eppure… il male che attanaglia gli States incute timore e angoscia anche da queste parti, quasi fosse un pericolo quotidiano, come sembra essere altrove. Un libro sui morti per incidenti domestici, stradali o sul lavoro sarebbe decisamente più ricco di pagine sanguinarie: i dati sarebbero sinceramente spaventosi. Ma all’italiano piace pensare che il nemico vero sia un pazzo omicida, e allora continuiamo così, facciamo finta di non sapere che più spesso moriamo per strada o in casa o sul posto di lavoro. Oppure documentiamoci su questo più spettacolare e mediatico fenomeno: a questo serve questo saggio-reportage.

Oltre un secolo di delitti italiani, a partire dai casi del tardo Ottocento analizzati già da Lombroso. Ma il capostipite di questa orrenda genia dei massacratori – Lupi non lo nomina, ma voglio integrare queste mie reminiscenze scolastiche, magari a supporto di una seconda edizione – non era l’avvelenatrice romana Locusta, omicida, come Lupi ricorda, di Claudio e Britannico, ma Procuste: il primo serial killer della storia. Il nome è parlante: il brigante Damaste venne ribattezzato Procuste (“lo stiratore”) per via della tecnica dei suoi omicidi. La zona in cui operava, sulle rive del Cefiso, tra Eleusi e Atene, era l’incubo dei viandanti; catturati e massacrati a martellate su un letto scavato nella roccia, stirati o amputati a seconda della loro struttura fisica. Secondo la mitologia greca, venne fermato da Teseo che gli impose lo stesso trattamento che aveva riservato alle sue vittime. (cfr. Palazzi, “Mythos”, Bruno Mondadori, Milano 1990).

Lupi ci spiega che la categoria comprende uccisioni consecutive di vittime: qualora il massacro avvenga in un’unica soluzione, allora si preferisce parlare di “Mass Murderer”. Le donne tendono a uccidere con veleni o droghe; gli uomini a mani nude o con armi bianche. Non mancano naturalmente delitti con armi da fuoco. Tendenzialmente, i killer organizzati hanno un’intelligenza superiore alla media, un lavoro qualificato, un partner: sono caratterizzati da freddezza e narcisismo. I killer disorganizzati hanno un più basso quoziente intellettivo, un lavoro instabile, un’infanzia difficile alle spalle e una situazione famigliare e sessuale problematica o estremamente dolorosa. Lupi distingue tra il killer stanziale – legato a una e una sola zona – e quello “nomade”. Stabilisce interessanti parallelismi tra il mito letterario del vampiro (approfondiremo prossimamente nella scheda dedicata al suo libro sugli eredi di Dracula) e il fenomeno dei serial killer; notevole anche l’accostamento con il tabù del cannibalismo, tra le possibili spiegazioni di determinati omicidi. S’accenna a questo proposito alle campagne cinesi e sovietiche volte a sterminare, nel secolo scorso, il dramma dell’appetito infame di chi si nutre dei propri simili (allora è vero: i comunisti mangiavano i bambini…).

Qualche dato. In Italia, in vent’anni, abbiamo catturato 26 serial killer e 26 mass murderer. Circa una trentina rimangono a piede libero. Tendenzialmente operano nelle aree più ricche della penisola. In America, dal 1985 a oggi, avvengono tre omicidi seriali al mese. Insomma, ci siamo capiti: il cancro dei killer ci riguarda ma non ci deve ossessionare. Permettetemi di inserire qualche dato per farvi capire come e quanto lo Stato ci raggiri insistendo a parlare di serial killer, ora che conoscete i dati. Sulle strade muoiono 8000 italiani ogni anno. 300mila i feriti. Oltre 20mila i disabili gravi. Ciascuno scelga il nemico più importante da indagare. Io vi invito a navigare qui: vittimestrada.org/ - per capire che il vero serial killer è un altro. E ci sono parecchie domande da farsi e da fare a chi di dovere. Non intendo in nessun modo polemizzare con Lupi, sottolineando questi dati; tuttavia voglio contribuire a restituire l’esatta centralità, in Italia, a questo tipo di tragedie. Insomma: chi vi scrive, è chiaro, giudica i serial killer cronaca nera da media italiota; Lupi ne ha fatto un’inchiesta. Spero sia utile alle forze dell’ordine e agli studiosi. Da cittadino e da giovane intellettuale, rispondo così.

Questo è il mio libro più importante e pensare che non lo volevo fare... Si tratta di un libro su commissione, ma su un argomento che mi interessava parecchio. Non sono capace di scrivere a comando su cose che non stuzzicano la mia fantasia. Olimpia è un editore intelligente e prima di chiedermi di scrivere un saggio sui serial killer italiani ha letto la narrativa e la saggistica cinematografica che avevo scritto. Il loro editor (che è una persona parecchio in gamba) ha pensato che un autore amante del cinema horror che ha scritto brevi romanzi con protagonisti serial killer, poteva fare un saggio narrativo sui serial killer italiani. Per essere sincero, avevo paura che mi accusassero di aver fatto una cosa commerciale, già scritta prima da autori più bravi di me. Antonio Celano – editor di Olimpia – mi ha convinto dicendo che avrei saputo fare una cosa originale. Credo che abbia avuto ragione perché il libro è venuto bene, a differenza di tanti testi sulla materia, il mio si legge fino in fondo e non è un libro da studiare, ma un testo agile che racconta storie vere. Questo libro mi ha dato anche un po’ di notorietà perchè sono stato a parlarne da Corrado Augias su Rai Tre, da Luca Giurato su Rai Uno e su Odeon TV con Lamberto Sposini. Non solo. Ho girato una puntata di Delitti sul Mostro di Nerola che andrà in onda a settembre su History Channel e a ottobre-novembre su La Sette. Per me non è poco. A febbraio 2008 (per San Valentino) sempre per Olimpia uscirà un mio nuovo libro sugli Amanti assassini– confida Lupi a fine maggio 2007.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Gordiano Lupi (Piombino, 1960), romanziere, poeta, saggista, recensore, soggettista, sceneggiatore, traduttore, editore italiano.

Gordiano Lupi, “Serial killer italiani”, Editoriale Olimpia, Firenze, 2005. Contiene una bibliografia essenziale.

Gianfranco Franchi, Maggio 2007.

Prima pubblicazione: Lankelot.