Fondare una nuova casa editrice tradizionale si può: sì, se ci troviamo a Trieste, città basagliata, già sveviana, nell’anno di grazia 2013; si può, nonostante lo strapiombo economico figlio dello scombussolato regime forzista, e dell’iniquo salasso montiano; si può, nonostante la piccola editoria stia vivendo la sua peggior crisi d’identità, e di ruolo, di sempre. Soprattutto: si può, sì, se a tenere a battesimo il nuovo sogno è uno dei massimi letterati italiani viventi, vale a dire il veneto Simone Barillari, già anima della prima, seminale, micidiale Alet da Padova; si può, se ci troviamo in quella che un tempo era la casa del matto, generoso e ricco barone Revoltella – per capirci, quello che investì qualche svanzica nel Canale di Suez, prima degli altri, con discreto fiuto.

E così, nella cornice d’eccezione del Museo Revoltella di Trieste, galleria d’arte moderna nel cuore del vecchio Borgo Giuseppino, tra piazza Venezia e piazza Hortis, la città di Luigi Nacci ha scoperto le minimaliste ma temerarie Nonostante Edizioni, animate da Giorgio Pilastro e Giovanni Pilastro, libraio. Si presentava la prima pubblicazione: l’elegante “Piccolo elogio della non appartenenza” dell’outsider assoluto Michele Zacchigna, da Umago, classe 1953, ex insegnante di Storia e Filosofia, poi apprezzato ricercatore di Storia Medievale, morto nemmeno sessantenne a Gemona, nel 2008. Zacchigna, uno dei figli dell’esodo, istriano gentile, onesto e sensibile, aveva alle spalle pubblicazioni di carattere scientifico, sin qua. Come narratore, insomma, vivrà una fortuna postuma.

Il breve memoir dell’artista umaghese è stato introdotto da un sentimentale, e quindi apprezzabile, ma scolastico, molto, e noioso, mediometraggio del poliedrico Giovanni Pilastro, protagonisti assoluti i vicoli della città vecia e le letture del bravo attore Pierluigi Pintar. La sensazione, stando ai passi interpretati da Pintar, è che “Piccolo elogio della non appartenenza” possa essere opera etno-ombelicale, elegiaca, discretamente calligrafica; estremamente frammentaria. La nostalgia per l’Istria perduta è ossessione e ispirazione: demone, e musa. Malinconica musa, magnifica musa. La sensazione è che ci sia poco o niente di politico. E in ogni caso niente di aggressivamente politico. Tanto di personale, di silenziosamente trattenuto per una vita intera, questo sì.

Terminato il video, s’è entrati nel vivo dell’evento. Ha moderato una dimessa Fabiana Martini, vicesindaco di Trieste, già direttrice di un periodico giuliano, “Vita nuova”. Partecipavano il professor Paolo Cammarosano, ordinario di Storia Medievale a Trieste, trentennale amico di Michele Zacchigna, postfatore di questa edizione; Simone Barillari, saggista, traduttore ed editor, già collaboratore Fazi, Rizzoli, Feltrinelli, Socrates, Minimum Fax, genio Alet, amico della neonata Nonostante; Federica Manzon, pordenonese, editor Mondadori, scrittrice Mondadori, collaboratrice delle pagine culturali del “Piccolo”; infine, Giovanni Pilastro, curatore delle collane Nonostante.

Condivido qui qualche appunto, e qualche memoria dell’evento. Il vicesindaco, Fabiana Martini, ha esordito riferendo che l’amministrazione condivide coi cittadini la gioia per la nascita di questa nuova casa editrice, per il valore culturale e aggregativo dell’impresa e per il peso sociale della lettura. È intervenuto quindi il professor Cammarosano, franco ma commosso: “Zacchigna non teneva a parlare molto delle sue questioni private, della sua storia famigliare. Per questo forse non mi aspettavo il suo ‘Piccolo elogio’…” – ha osservato. “Era un ricercatore eccezionalmente dotato. Un uomo pieno di gioia di vivere. Ma era una gioia fondata sul dolore e sulla sofferenza…” – ha meditato. “Era un uomo estremamente ironico: la sua era l’ironia dell’intelligenza. Un uomo innamorato della scrittura: una scrittura curata con grande dedizione”. A questo punto, stuzzicata dalla moderatrice sulla questione della scrittura, l’editor mondadoriana Federica Manzon ha rilevato: “Ho particolarmente apprezzato l’esordio di Zacchigna, per l’esattezza dello stile e per la ricercatezza lessicale. È uno scrittore particolarmente visivo. Nelle sue pagine, ho riconosciuto la Trieste dallo spirito ‘girovago e libertario’; ho riconosciuto la sua indefinitezza. Infine, sono rimasta colpita dal peso e dalla portata della parola “eredità”, nell’economia del testo…”.

L’editore, Giovanni Pilastro, orgoglioso per l’esordio, s’è mostrato estraneo allo scetticismo, ma niente affatto ingenuo: “Non credo esista un momento giusto o un momento sbagliato, per fondare una casa editrice. Posso dire con tranquillità che abbiamo, semplicemente, scelto di fare qualcosa che ci piace. Tra eroismo, incoscienza e ingenuità, forse…”. E in merito al nome della casa editrice, ha rivelato che “Nonostante” è una parola scelta con grande consapevolezza. “Probabilmente tutto è cominciato proprio qui, nel Museo Revoltella, due anni fa: ascoltavo Claudio Magris, durante una conferenza. Mi trovavo al vostro posto…”. Due parole sono rimaste impresse, nella reminiscenza di Pilastro: due parole particolarmente magrisiane. “Oscillazione” e “disagio”. Un disagio molto fertile, pare di capire: “Disagio già condiviso, nella mia esperienza, da libraio, e adesso da editore. Valentino Bompiani, scrivendo di Garzanti, parlava, tempo addietro, di ‘editoria nonostante‘ – questa può essere un’altra reminiscenza. In ogni caso: per me, ‘nonostante’ significa accettare il disagio, e non spegnerlo. Non abbiamo nessuna intenzione di demonizzare il mercato o le nuove tecnologie: credo piuttosto servano a restituire agli editori coscienza della necessità di migliorare l’oggetto-libro, dalla qualità tipografica in avanti. Oggetto-libro che ha un futuro, proprio come l’editoria, ma a precise condizioni…”.

E allora, prima di trascrivere le parole del maestro Barillari, qualche notizia sul futuro della Nonostante Edizioni. Addirittura cinque le collane previste: “Scrittura bianca” [letteratura francese: Nouveau Roman], “Seconda edizione” [recupero di pubblicazioni irreperibili e di letterati rimossi], “Microgrammi” [in un formato da vecchia “etcetera” di Alberto Castelvecchi, testi brevi, memoir come questo di Zacchigna], “Menabò” [saggistica, dedicata alla critica letteraria] e infine l’improbabile “Nuove proposte” [narrativa inedita].

In preparazione, una nuova edizione di “Moderato cantabile” di Marguerite Duras, traduzione e postfazione di Rosella Postorino; “Il voyeur” di Alain Robbe-Grillet, con un saggio di Roland Barthes; traduzione di Stefania Ricciardi, postfazione di Donata Meneghelli; “Notte e nebbia” del poeta francese Jean Cayrol, tradotto da Nicola Muschitiello, postfazione di Boris Pahor; annunciati, tra gli altri, “Le tramway” di Claude Simon, “Lazare parmi nous” di Jean Cayrol.

Torniamo all’evento. Simone Barillari ha decisamente acceso la luce: “Penso tutto il bene possibile delle due collane principali della Nonostante Edizioni, vale a dire ‘Seconda edizione’ e ‘Scrittura bianca’. Sono quelle che mi sembrano più vicine, come spirito, al nome della casa editrice. Serve una dose di coraggio che confina con la temerarietà per proporre libri che sono capisaldi della cultura europea ma che si ritrovano rimossi dal discorso pubblico, dal chiacchiericcio letterario. Riproporre libri dimenticati è un’opera di resistenza attiva, di grande valore nella nostra epoca. C’è una pericolosa equivalenza che si va affermando oggi nel discorso culturale. Si va identificando con la cultura tutto quel che insiste con l’attualità: l’attualità s’è estesa così tanto nel valore stesso del tempo da ricomprendere tutto quello che è cultura, oggi. Ecco: naturalmente non è così. Purtroppo spesso leggiamo quel che i nostri padri non leggevano e i nostri figli non leggeranno. Il libro sta perdendo la sua funzione fondamentale: quella di essere testamento. Il libro, “antico e moderno”, non può essere attuale. Deve essere radicato nel passato perché i suoi rami possano puntare al cielo. Se un libro è attuale è un giornale: altro genere di cosa. In questo senso, la sfida di Nonostante è notevole. Piacevolmente controcorrente”.

E forse ispirato dalla potenza di queste parole, un signore, dalle ultime file, alza la mano e si presenta. “Perdonate la prossima autocitazione…” – sorride. Poi, prende il libretto di Zacchigna e legge: “Qualcosa tuttavia devo anche a Gianfranco, istriano puro, anzi compaesano, aria stranita, calzoni jeans e giacca uguale, supplente di talento e uomo di lettere”. E così, richiude il libro. “Ecco. Sono io. E ci tenevo tanto a essere qui. Michele… in lui riconobbi facilmente “ironia intelligente”, una grande apertura mentale e una vera tranquillità. Una tranquillità che sapeva confortarmi. Era uno che pensava tantissimo prima di scrivere. Ho un ricordo intatto di lui. È vivo. Ogni tanto mi sembra ancora di incontrarlo, camminando per Passeggio san’Andrea…”

Chiudiamo con Barillari. “Dobbiamo leggere per sapere di essere soli. Siamo soli, veramente. C’è una bellissima frase, in ‘Cuore di tenebra’: ‘Viviamo come sogniamo: soli’. Ecco – l’esperienza della lettura è quella che più avvicina alla conoscenza e all’apprezzamento della solitudine. La lettura autentica è poco popolare, oggi, perché è poco sociale; pone in un altro mondo. I libri che sono realmente importanti per noi parlano sempre della radicale tragicità della natura umana, e in questo senso sono opere che ci devono trasformare sempre. Leggere è importante perché non si può leggere senza uscirne trasformati. Un libro impone sempre, in chi lo legge, un tempo; perché è stato scritto in un tempo molto diverso dalla vita. Un giornalista scrive per essere letto: lo scrittore per essere riletto. Più volte, nel tempo: a distanza di tempo. La Woolf una volta scrisse ‘Se un uomo leggesse l’Amleto ogni quattro-cinque anni, annotando a margine i suoi pensieri, alla fine della vita avrebbe scritto la propria autobiografia’. La più fedele rappresentazione del suo tempo. Nonostante tutto”.

Gianfranco Franchi, Trieste, 18-19 gennaio 2013

BREVI NOTE

Nonostante Edizioni srl si trova in via Marco Polo, 37 – 34144, Trieste. Mail, info@nonostantedizioni.it – sito, www.nonostantedizioni.it – e blog, http://nonostantedizioni.wordpress.com/ – e questo è quanto.

Prima pubblicazione: Lankelot, gennaio 2013