Libro primo e ultimo dello scacchista fiumano Emilio Stassi, classe 1931, esule in Sicilia sin dal 1951, “Giocando a scacchi nei gulag di Tito” è un memoir della sua giovinezza, e della sua perduta quotidianità fiumana: è il memoir di un giovane antifascista che scoprì sulla sua pelle quanto illusorie e velenose fossero le promesse del “sol dell’avvenire” jugoslavo; è il memoir di un fiumano che si ritrovò prigioniero dei campi di concentramento titini, in compagnia di parecchi altri innocenti, dai leader politici socialisti caduti in disgrazia, come Božidar Magovac (tra i leader del “Partito Rurale Croato”), ai preti, come il suo vecchio parroco di san Nicolò, Don Arsenio Rusich; è il memoir di un uomo di quasi novant’anni, lucidissimo, che ritorna, oltre mezzo secolo dopo, su quel periodo prima tanto luminoso poi tanto lancinante e disastroso della sua vita, senza rabbia e senza risentimento, senza pregiudizi ideologici e senza paura di dare nomi ai colpevoli delle violenze, delle vigliaccherie e dei massacri, rossi, bruni o neri che fossero.