Quell’orribile forza

Quell'orribile forza Book Cover Quell'orribile forza
C.S. Lewis
Adelphi
1999
9788845914348

Noia cosmica conclude la Trilogia spaziale di Clive Staples Lewis: l’ultimo, ponderoso volume – “Quell’orribile forza – Una favola moderna per adulti” è un libro cerebrale, dalla trama farraginosa e incerta, massacrato da un’infinita introduzione fondata sulle dinamiche e sulle interazioni di certi gruppi accademici o circoli intellettuali in generale, da un intreccio alieno all’intelligenza de “Lontano dal pianeta silenzioso”, caotico e sbaragliato dall’adozione del deus ex machina per risolvere l’improbabile garbuglio. Tutto terrestre – eccezion fatta per l’ormai prevedibile intrusione (influenza) dei guardiani dei pianeti. Travolti da una pesantezza semplicemente eccezionale, con qualche rammarico registriamo che le migliori premesse possibili – quelle del primo libro d’una saga – sono andate man mano disintegrandosi per venire sostituite da una scrittura ampollosa e controllata sino al parossismo, orfana d’una trama che s’è concentrata tutta nel principio dell’opera. Lewis ha avuto una grande idea ma l’ha sintetizzata soltanto in un testo; questo epilogo ha un andamento tanto più goffo quanto più pare volersi elevare sino alla lettura del senso della nostra esistenza, degli equilibri dell’universo e dei segreti voleri di Dio.

Sbilanciato dalla fin troppo franca opposizione dell’autore nei confronti del materialismo e di quella particolare forma di progresso scientifico che mira a “disumanizzare” l’umanità, si spinge a immaginare un disegno di un gruppo di scienziati e intellettuali (NICE nella versione originale, INCE nella curiosa versione italiana, che brucia la già fiacca ironia autoriale: sbaglio?) al quale si contrappone il Bene – naturalmente, Ransom e una ridotta cerchia di paladini della nostra specie. Leader di NICE è quel Devin (ora Lord F.) che avevamo incontrato in passato; purtroppo poteva essere chiunque altro, tanto che pare ampiamente giustificato il consiglio di Lewis, nella Prefazione: questo testo può essere letto senza particolare necessità di voltarsi indietro e studiare i prodromi e lo sviluppo della vicenda. Già, perché purtroppo non è proprio all’altezza, e può al limite stuzzicare l’interesse dei cultori e degli studiosi del ciclo Bretone, per via della nuova incarnazione di Merlino; un Merlino richiamato finalmente al risveglio, soltanto… nel libro sbagliato. E in un mondo esistente, rigidamente schierato in due poli e due poli soltanto.

È un Merlino che può strappare qualche sorriso a un arcigno accademico, custode delle sue epifanie in tutte le opere letterarie dell’Occidente; un po’ poco per giustificare la lettura. Ancora: “Quell’orribile forza” può richiamare non i cultori, ma i fanatici di Tolkien per una buona manciata di riferimenti diretti (quanto graditi da Tolkien?) al suo “Signore degli Anelli”; in questo caso, il detentore di questo libro potrà vantare con gli amici qualche aneddoto in più a proposito del suo totem J.R.R. – sta di fatto che non si va al di là dell’omaggio autoriale e amicale; ammirato o complessato, questo non si riesce a decifrarlo (e in ogni caso non so quanta importanza abbia: glissiamo).

Lo scenario apocalittico immaginato da Lewis si risolve con tanto di apoteosi di Ransom, chiamato a raggiungere quei pochi grandi uomini del passato da qualche parte, nel Cielo Profondo; ha capeggiato l’offensiva contro un manipolo di spietati scienziati che avrebbero desiderato radere al suolo la presenza umana e la natura tutta, in generale, fondando un sistema basato sulla tecnocrazia. Fragile è il contrasto – tanto semplificato, stavolta, da risultare scolastico – tra Male e Bene; grotteschi gli interludi fantastici, tra sogni visionari d’una medium e avventi di Merlini scossi dalla sparizione dell’Imperatore e dei Principi Cristiani. Tutto molto artificioso.

Onestamente m’ero avvicinato a questo terzo e ultimo libro della Trilogia Cosmica di Clive Staples Lewis con discreto ottimismo, scalfito appena dalla perplessità destata dalla cristianissima scrittura e dalla media originalità del testo precedente, “Perelandra”. Ne sono uscito con le ossa abbastanza rotte. Concludo ribadendo, in ogni caso, considerazione e apprezzamento nei confronti dell’intelligenza, della religiosità e della fantasia di un autore che – almeno in questo frangente – poteva animare qualcosa di immortale; la sua saga è invece quando memorabile, quando buona, quando esecrabile, nei tre volumi: senza dubbio si configura come una notevole occasione mancata. Chissà, forse l’ombra della grandezza del suo illustre amico Tolkien s’è rivelata non sono fertile di ispirazione e suggestione, ma soffocante come una nube purpurea: la percezione nitida di inferiorità potrebbe aver confuso Jack. In questo libro dà l’impressione d’aver cercato un risultato immenso: è epico, è massimalista, è imponente, e tuttavia risulta farsesco, prevedibile, noioso.

Cosa c’è di più triste d’una grande impresa che si sfracella al suolo e nel suolo striscia dopo aver vissuto a lungo nello spazio, sognando altri pianeti?

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Clive Staples Lewis, detto Jack (Belfast, 1898 – Oxford, 1963), romanziere, filologo, saggista e letterato irlandese. Insegnò Lingua e Letteratura Inglese ad Oxford: là, assieme a J.R.R. Tolkien e Charles Williams, fondò il circolo degli Inklings.

C.S. Lewis, “Quell’orribile forza – Una favola moderna per adulti”, Adelphi, Milano, 1999. Traduzione di Germana Cantoni De Rossi. Prefazione dell’autore.

Prima edizione: “That Hideous Strenght – A Modern Fairy-tale for Grown-ups”, 1945.

Gianfranco Franchi, aprile del 2007.

Prima pubblicazione: Lankelot.