Pop. Andy Warhol racconta gli anni Sessanta

Pop. Andy Warhol racconta gli anni Sessanta Book Cover Pop. Andy Warhol racconta gli anni Sessanta
Andy Warhol, Pat Hackett
Meridiano Zero
2004
9788882370862

Se fossi morto dieci anni fa, oggi probabilmente sarei un mito. Intorno al 1960, quando la pop art fece la sua comparsa a New York, il mondo dell'arte vi si tuffò con un entusiasmo tale che persino i suoi esponenti più conservatori dovettero finalmente ammettere che facevamo parte della cultura mondiale. L'espressionismo astratto era già divenuto un'istituzione quando verso la fine degli anni Cinquanta Jasper Johns e Bob Rauschenberg cominciarono a liberare l'arte dall'astrattismo e dall'introspezione. Poi la pop art rovesciò la concezione di interiore ed esteriore” - racconta Warhol in questo appassionante memoir datato 1980, tradotto per la prima volta da Meridiano Zero nel 2004, riproposto in seconda edizione nel novembre 2008.

Il mitteleuropeo ruteno adottato dagli States racconta dei suoi primi passi, delle iniziali difficoltà, del desiderio d'essere parte dell'ammirata scuderia di Leo Castelli e della sua compagna Ileana (poi Sonnabend), dell'ostinazione a non voler cambiare certi aspetti del suo carattere (“non c'era niente di sbagliato nell'essere un artista pubblicitario e neanche nel collezionare l'arte che ammiravo”), enfatizzando piuttosto certe scelte (l'omosessualità); della sua idea di cinema, del fertile clima creativo degli anni Sessanta, della popolarità dell'anfetamina nella Factory. L'opera si compone, come forse era prevedibile, di una ricca aneddotica, destinata ad andare incontro quanto agli appassionati e ai semplici curiosi, quanto agli studiosi della pop art; spesso l'analisi di determinati eventi cruciali – come la morte di Kennedy – è semplificata e personalizzata oltre il limite della normalità (“Mi piaceva moltissimo avere Kennedy come presidente – era bello, giovane e intelligente. Ma non mi disturbava più di tanto che fosse morto. Quello che mi dava fastidio era il modo in cui la televisione e la radio stavano facendo sì che tutti si sentissero così tristi”, p. 81). A metà strada tra una prevedibile auto-agiografia e una trascrizione diaristica d'un antieroe dell'epoca, l'opera di Hackett e Warhol è un sicuro punto di riferimento per chi voglia annusare l'odore del dietro le quinte d'un movimento artistico e voglia sfogliare appunti e annotazioni d'un piano di stravolgimento della cultura occidentale.

Suddiviso per annate, raccontato per aneddoti dal retrogusto della striscia fumettistica, il libro di Andy detto Drella (Dracula-Cinderella, ossia Cenerentola: vedi p. 176) mostra il suo conflitto interiore a proposito del più adatto sentiero di ricerca (cinema o pittura, p. 134; plurime meditazioni sul nudo, e parecchi rilievi su “Chelsea Girl”) e inevitabilmente illumina i retroscena della storia formazione dei Velvet Underground & Nico, dalla formazione (più look che sostanza: p. 165) alla rottura tra Lou Reed e Nico (pp. 206-207), attraverso la famosa copertina della banana (p. 196) e romantiche descrizioni dell'aspetto e della personalità di Nico (p. 168).

Un piccolo grande regalo per chi crede che un giorno potrà nascere una nuova Factory. Alla larga chi è in cerca di una struttura romanzesca, ordinata e raziocinante; questo è il canovaccio di un vecchio sogno, questi sono gli spartiti di un concerto che nessuno s'è stancato d'ascoltare; di suonare, sì, e da tempo.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Andy Warhol & Pat Hackett. Warhol, 1928-1987, artista americano di sangue mitteleuropeo, rutenoHackett, suo segretario.

Andy Warhol & Pat Hackett, “Pop. Andy Warhol racconta gli anni Sessanta”, Meridiano Zero, Padova 2008. Traduzione di Camilla Scapini. Prefazione di Philippe Daverio. Prefazione di Benedetta Barzini. Introduzione di Gaia Guarienti. In appendice, “I protagonisti della Factory di Andy Warhol” a cura di Gaia Guarienti.

Prima edizione: “Popism: The Warhol Sixties ”, 1980.

Gianfranco Franchi, dicembre 2008.

Prima pubblicazione: Lankelot.