Periferie. Da problema a risorsa

Periferie. Da problema a risorsa Book Cover Periferie. Da problema a risorsa
Franco Ferrarotti, Maria Immacolata Macioti
Sandro Teti
2008
9788888249179

Saggio sul mondo periferico, curato da due accademici di chiara fama come Franco Ferrarotti e Maria Immacolata Macioti, il primo da anni protagonista di studi sulla marginalità urbana (cfr. Ferrarotti: “La sociologia come partecipazione”, “Vite di baraccati”, “Roma da capitale a periferia”, “Vite di periferia”), la seconda, docente di Scienze della Comunicazione, al suo fianco per un anno di ricerche sul campo, “Periferie” nasce per approfondire gli aspetti controversi e problematici di queste metà oscure delle grandi città: al centro dello sguardo dei ricercatori, in primis, Roma.

Suburb, Outer City, Slum, Barrios, Bidonville, Ghetto, Barriadas, Villamiserias, Favela, Periferia, Borgata, Banlieu: come è possibile parlarne come se fosse la stessa cosa? Il maestro Ferrarotti ammonisce: le differenze tra ghetti, banlieu, villamiserias e borgate sono abnormi; unici tratti comuni, forzando un po' la mano, sono la lontananza dal centro, la tendenza alla discriminazione degli abitanti, la povertà (o addirittura l'indigenza). Nella prefazione Albanese, integra: “Una favela, uno slum, un barrios, si aggregano per accumulo, concrezione, escrescenze, superfetazioni, sfregamenti, tensioni e opposizioni: una genesi che presenta tutti i tratti del 'rizomatico'” (p. 9).

Cos'è il “mondo periferico”? Ferrarotti spiega che è un “Insieme di gruppi umani, numericamente consistenti, sparsi per tutto il globo, che sono presenti nella storia eppure ne restano fuori (…) Un mondo presente, formicolante e vivo, tuttavia l'ufficialità lo considera come combustibile inerte” (p. 17). Tendenzialmente, include le c.d. “classi subalterne”: in realtà, si deve (dovrebbe) considerare alla stregua di un “mondo fuori dal mondo”. Un mondo che non si restringe e non indietreggia, a dispetto delle previsioni: piuttosto, avanza.

Ferrarotti ha studiato Roma, in primis: scelta imposta principalmente dalle circostanze e dalle contingenze, economiche ovviamente, e strutturali universitarie (cronica mancanza di fondi). Ha evidenziato, a suo tempo, la presenza funzionale ai quartieri di lusso dei nostri ghetti; la divisione classista ribadita dal sistema scolastico; le difficili condizioni di vita nelle periferie romane. Oggi, prende atto del progressivo avvicinamento – non una assimilazione, che sembra impresa impossibile – tra centro e periferia, un avvicinamento che implica la cessazione dell'idea di “estraneità” tra due mondi esasperando quello di “dipendenza”. Semplicemente, “tra gli abitanti dei Parioli e quelli dell'Acquedotto Felice non passa alcuna differenza in quanto esseri umani capaci di percezioni soggettive; la differenza, grande, c'è ma riguarda le condizioni materiali di vita, cioè il lavoro, l'abitazione, l'ammontare e la regolarità del reddito” (p. 26). E pure, la periferia è diventata centrale: l'immigrazione non è più interna (Ciociaria, Abruzzo, Meridione) ma internazionale; i cittadini, piuttosto, lamentano la forte coesione della comunità, perduta. “Roma” - scrive Ferrarotti – “è oggi una periferia che cerca, faticosamente, di diventare capitale” (p. 72): sono sparite baracche, borghetti e baraccopoli, protagoniste delle periferie degli anni Cinquanta-Sessanta, il problema adesso è quello dell'integrazione con i tanti stranieri. Va da sé che Ferrarotti suggerisca “dialogo” e inviti a vincere la “boria dell'eurocentrismo”: posizione decisamente discutibile, considerando quanti danni abbia già fatto la menzogna della fede nella società multietnica, e tuttavia non insensata.

Prima di congedarci, un piccolo approfondimento etimologico. Banlieu: cosa significa? L'etimo insegna sempre qualcosa di notevole. Spiega Albanese nella prefazione: “Banlieu, il sostantivo francese per periferia, ha due varianti etimologiche: la prima lo indica per il luogo (lieu) di esclusione del diritto, in cui il cittadino veniva cacciato per essere messo al bando (band); la seconda, di segno uguale e contrario, lo fa risalire all'XI secolo e lo riconduce al significato di limite dell'estensione del diritto sul territorio libero al di fuori delle mura urbane” (p. 7). Secondo Fouad Allam, “Il termine banlieu proviene dalla radice tedesca ban che designa l'autorità del sovrano sul territorio e si riferisce anche all'esclusione, e dal termine latino (di epoca gallo-romana) leuca che significa distanza” (p. 11).

Esclusione e distanza: non sono forse questi i tratti fondanti della periferia? La realtà romana ha conosciuto cambiamenti rapidi e netti, e tuttavia niente sconfigge la sensazione che l'Eterna sia composta da tanti microcosmi dalla storia, dalle condizioni sociali ed economiche e addirittura dalla cultura diversa e distante. L'indagine raccontata dalla Macioti include interviste che vanno a scandagliare la memoria storica di diversi abitanti delle borgate. Un linguista avrebbe forse saputo riconoscere le differenze tra quanti, tra loro, si sono formati ascoltando radio e televisione, e quanti sono riusciti a scoprire il mondo del libro e della carta stampata, in generale, dedicandosi almeno una tantum alle letture, di qualsiasi genere. Forse non si tratta di una differenza eccezionale, ma non escludo vada a inficiare la qualità delle dichiarazioni dei testimoni. Ciò detto, consiglio il testo a tutti quei letterati e quei cittadini romani che sentano vivo il desiderio di conoscere lo stato dell'arte della Capitale; una volta confrontata, in Letteratura, la periferia romana raccontata da Pasolini con quella cantata da Acitelli, è il caso di integrare le vostre conoscenze con le pagine del sociologo principe delle patrie lettere. Buon viaggio.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Franco Ferrarotti (Palazzolo Vercellese, 1926), decano di Sociologia. Nel 1951 ha fondato con Abbagnano i “Quaderni di Sociologia”; nel 1967, la rivista “La critica sociologica”.

Maria Immacolata Macioti, docente di Scienze della Comunicazione presso La Sapienza dal 1976, caporedattore de “La critica sociologica”.

Franco Ferrarotti, Maria Immacolata Macioti, “Periferie. Da problema a risorsa”, Sandro Teti Editore, Roma 2009. Prefazione di Flavio Albanese. Introduzione di Khaled Fouad Allam. Foto di Franco Ferrarotti e Franz Gustincich. In appendice, bibliografia. Collana: Historos.

Gianfranco Franchi, aprile 2009.

Prima pubblicazione: Lankelot.