Il Foglio Letterario
2006
9788888515014
“Per conoscere Aldo Zelli è un lavoro che un narratore ha voluto dedicare a un altro narratore. Una sorta di omaggio a un maestro” (Lupi).
Questa atipica e ricca monografia (Lupi scrive, nella Nota in ouverture, che la documentazione è stata capillare: ha saputo scandagliare editi, inediti, riviste dell’epoca, recensioni, corrispondenza) è dedicata a quello che l’autore saluta come un maestro della Letteratura per ragazzi, e non solo. Mi trovo a scriverne da neofita della produzione di Zelli, impegnato piuttosto nell’analisi della produzione di Lupi; questo principio varrà anche per l’analisi degli altri protagonisti delle monografie di Lupi, come vedremo più avanti, da Fulci a D’Amato, da Deodato a Milian. Non posso quindi obbiettare nulla a proposito né delle argomentazioni proposte, né a proposito della necessità di questa ricerca: posso limitarmi a prenderne atto, confidando d’essere rimasto impressionato dalla vastità delle pubblicazioni di Aldo Zelli e da diversi aspetti peculiari della sua opera.
La prima domanda che mi sono posto è: per quale ragione Gordiano Lupi ha dedicato la sua prima (per ora, unica) monografia letteraria ad Aldo Zelli? Le ragioni possono essere molteplici. Provo a congetturare.
Ipotesi Alfa: Zelli rappresenta il primo e più illustre antecedente “territoriale”: pur nativo di Arezzo, alle spalle quarant’anni tra la Tripolitania e la prigionia inglese, lo scrittore si trasferì a Piombino e là visse, insegnò e divulgò le sue conoscenze nella seconda metà della sua vita. Lupi quindi può aver sentito come sua precisa responsabilità quella di tenere viva la memoria di un narratore conterraneo. È una congettura fiacca e in ogni caso non bastevole a giustificare una ricerca così organica e completa.
Ipotesi Beta: la narrativa di Zelli presenta dei punti di contatto con la narrativa di Lupi. La sensibilità nei confronti del fantastico, in particolare, potrebbe avallare questa interpretazione; in seconda battuta, sic et simpliciter, le straordinarie facilità e fluidità di scrittura accomunano i due autori toscani. A questo proposito, preme segnalare che mentre l’autore lavorava a questa ricerca pubblicò il suo primo (per ora, unico) libro di narrativa per ragazzi, “L’età d’oro”; non posso escludere a priori, considerando peraltro l’ammirazione di Lupi nei confronti del maestro, che possa essersi trattato di un pur indiretto omaggio (non capiterà di frequente, del resto, di incontrare animali parlanti nelle trame di Lupi).
Ipotesi Gamma: Zelli aveva una patria d’elezione, perduta e rimpianta per tutta la vita; quella Tripolitania in cui aveva vissuto infanzia, adolescenza e giovinezza. La Libia si rivelerà protagonista o contesto di diverse opere, a partire da quel “Kaslan – Storia di un dromedario intelligente”, primo libro edito da Zelli. Non è difficile evidenziare in questa scelta una rarità – per non dire un caso isolato – nella nostra Letteratura del Novecento. Zelli aveva la sua Arcadia alle spalle: ne derivò amore per la cultura islamica, per il deserto, addirittura per quell’imperatore Romano d’origine africana, Settimio Severo.
Lupi sta vivendo – stava, considerando le recenti difficoltà politiche – l’incontro con la sua patria d’elezione: Cuba. Al di là dei primissimi “Lettere da lontano” e “Il palazzo”, è diventato molto difficile registrare racconti o romanzi ambientati nella natia Toscana; chissà, considerando l'eclettismo del suo maestro e la sensibilità per la tradizione etrusca, non è impossibile prevedere un ritorno sui suoi passi.
Infine, l’ultima ipotesi è quella forse più plausibile: semplice, schietta e franca ammirazione d’un autore nei confronti d’un maestro, in cui Lupi riconosce influenze – volta per volta – diverse: da Graves a Poe, da King a Esopo, da Kipling a Salgari. Un simile sincretismo, personalmente, non può che ricordarmi Lupi stesso, giova ribadirlo. Ciascuno decida secondo le sue suggestioni; rimane – prima di accennare alla struttura del libro – da segnalare che questo libro è importante da un punto di vista umano e letterario, in generale, come testimonianza della sensibilità dello scrittore di Piombino nei confronti minori o dei laterali e come chiaro saluto a un suo immediato punto di riferimento. Vorrei poter aggiungere che la lettura di Zelli è necessaria: non posso, per onestà, non avendo campionato altro che i frammenti ospitati in questo libro. Posso tuttavia confidarvi d’essere rimasto incuriosito e convinto che, qualora un giorno Zelli torni ad avere distribuzione e circolazione nazionale, allora questo saggio sarà un’utile (e unica) guida alla lettura.
La monografia è strutturata in tre parti, suddivise a loro volta in vari capitoli (4+23+8): nella prima Lupi racconta l’avventurosa vita di Zelli, dall’infanzia africana fino al dopoguerra piombinese, illustrando la sua fede cattolica, la genesi della sua ispirazione, le vicende che lo condussero alla prigionia e al ritorno in Italia; le pubblicazioni, la corrispondenza, la fortuna. Nella seconda esamina le opere edite: dalla narrativa per ragazzi ai romanzi storici, ecco gatti vegetariani, ranocchie vanitose, leprotte scansafatiche, gatti robot, uomini del paleolitico, dromedari dottissimi, principesse etrusche: all’insegna d’un primum delectare, deinde docere che Lupi spiega fosse il comandamento unico della scrittura di Zelli. Nella terza e ultima sezione Lupi introduce il lettore nel variegato mondo delle opere inedite o incompiute di Zelli; filastrocche, poesie, racconti; non mancano accenni agli articoli e alle recensioni pubblicate dall’autore e al sogno d’una traduzione in lingua inglese della sua opera.
Chiude il libro l’importante saggio di Maggioni sui generi narrativi dell’autore e l’interessante analisi di Panerini sul romanzo storico di Zelli. Concludo l’analisi auspicando che le Edizioni Il Foglio continuino a pubblicare gli inediti di Zelli. Questa testimonianza di appassionata dedizione nei confronti dell’opera di Zelli non può passare inosservata: pretende rispetto e continuità.
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Preferisco sia l’autore della monografia a concludere questo articolo, per assicurare al lettore una percezione equilibrata del senso di quest’opera. Ecco Gordiano Lupi a proposito di Zelli: della sua produzione, delle sue influenze: “Per conoscere Aldo Zelli è un omaggio a un maestro. Aldo Zelli è autore che ogni piombinese dovrebbe conoscere quasi per dovere, perché anche se nativo di Arezzo (1918), sceglie la nostra città come residenza definitiva. Muore improvvisamente, il 24 aprile 1996, dopo aver assistito a una rappresentazione teatrale. Zelli fu scrittore per ragazzi di livello nazionale, pubblicò storie gustose e piacevoli come Sinforiano gatto vegetariano e Kaslan, ma fu anche buon autore per adulti. La sua produzione è sterminata e ci sono molti inediti che meriterebbero di vedere la luce. Appassionato di Storia, soprattutto Romana e Medievale, amava le biografie dei personaggi famosi che spesso gli ispiravano racconti e romanzi. Apprezzava i gialli, la narrativa del mistero ed era un appassionato lettore di Piero Chiara. Per ironia della sorte non amava Carlo Cassola e chi dice che i suoi racconti per adulti sono cassoliani deve ricredersi perché Zelli ha scoperto Cassola dopo aver scritto quasi tutte le sue opere per adulti. Due narratori italiani fondamentali per la sua formazione sono stati Grazia Deledda e Matilde Serao e nei racconti giovanili si sente l’influenza di queste letture. Non solo, lo stesso Zelli ammetteva di essere stato influenzato dalla lettura di molti romanzi inglesi dell’Ottocento. Però aggiungeva: ‘Lo stile è solo mio. Quello non si apprende. Bisogna stare attenti ai padrini letterari’. In gioventù si è formato sui libri di Emilio Salgari, Kipling, Dickens, e i romanzi storici di Dumas. Non credeva all’utilità della narrativa impegnata, quella che parla di cose d’attualità come la droga, la disoccupazione, l’alcolismo. Diceva che era difficile scrivere di cose recenti e restare attuali, si correva il rischio di finire ‘datati’ prima del tempo. ‘Io preferisco rifugiarmi nel passato, creare un buon romanzo che si faccia leggere e allo stesso tempo che riesca a dire qualcosa’ diceva. Zelli è stato un narratore di razza, non v’è ombra di dubbio, l’unico grande scrittore che la nostra terra di Bassa Maremma abbia mai avuto”.
EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE
Gordiano Lupi (Piombino, 1960), romanziere, poeta, saggista, recensore, soggettista, sceneggiatore, traduttore, editore italiano.
Gordiano Lupi, “Per conoscere Aldo Zelli – Vita e opere di un grande scrittore per ragazzi”, Il Foglio Letterario, Piombino 2002. Hanno collaborato Maurizio Maggioni (breve saggio “I generi narrativi di Aldo Zelli”) e Andrea Panerini (breve saggio “Il romanzo storico di Aldo Zelli”). Editing di Lisa Mugnai. In appendice: premi letterari (segnalazioni, vittorie, partecipazioni), riferimenti bibliografici.
Gianfranco Franchi, maggio 2007.
Prima pubblicazione: Lankelot.