Lavieri
2006
9788889312155
Marcella Russano, letterata molisana classe 1975, cresciuta a Napoli, è una scrittrice capace di narrativa sentimentale, romantica e gentile; per chi è bambino, e per chi bambino non ha dimenticato di essere (stato). Sin qua (novembre 2008) ha pubblicato una favola illustrata (“Paolo il sonnambulo”), una raccolta di racconti (“Inconsapevoli attraversamenti”) e un'altra favola partenopea, popolana e graziosa (“'o munaciello”). La sensazione è che la Russano potrà dare vita a tutta una serie di opere scintillanti di vivacità e di femminilità, di qui in avanti, e che questo non sia che il principio del suo viaggio: perché la stoffa della narratrice si riconosce senza difficoltà, e il piacere d'ascoltarla (perché non sembra di leggerla, sembra davvero d'ascoltarla davanti al fuoco d'un camino, o su una spiaggia) è sinceramente infantile e pulito. Bello. Linguisticamente la Russano gioca e giocherà su una commistione italo-partenopea che non pregiudicherà la lettura, rivelandosi piuttosto fedele rappresentazione d'un territorio, e della freschezza e della vitalità d'una gente. Che soffre ma non s'arrende. Strutturalmente, è ragionevole attendersi, sulla base di quanto sinora pubblicato, al limite raccolte di favole o di racconti, magari illustrati; oppure, romanzi brevi, dai personaggi ben affrescati. Saranno ballate popolari, nei momenti migliori, capaci di sintetizzare spiritualità e quotidianità, sogno e sacrificio. Potrebbero rivelarsi rodariane.
Veniamo all'edito. “Paolo il sonnambulo” (2005) illustrato da Giovanni Pota e Valerio Borghi, è la storia del piccolo Paolino, che sognava un fratello ma s'era ritrovato ultimo dopo tre sorelle, e del suo amico Dario, un cammello di pezza. Da grande voleva fare il sonnambulo. Si disperava quando gli adulti si mostravano perplessi: gridava e strepitava. Così, una notte, sognando va tra i tetti, col suo cammello, e ascolta i sogni di tutti: scopre che nessuno fa quello che desidera, sopratutto le sue sorelle. c'è la ballerina che voleva essere pompiere e l'ingegnere che sognava il trapezio, la veterinaria la maestra... ma il sogno più bello era quello della mamma: avere un bambino come lui.
“Inconsapevoli attraversamenti” (2007): è una raccolta di brevi racconti. Incipit è un “dialogo ruffiano tra l'autrice e il suo lettore ideale”, semplice, immediato, calviniano e seducente; la narratrice è innamorata del suo misterioso lettore, solitario e silenzioso; vorrebbe vegliare sul suo sonno, per proteggerlo dal male, e conoscere ogni cosa di lui: infine, senza che nessuno se ne accorga, vorrebbe fuggire, prima dell'alba. Quindi, ecco “La parete azzurra”: un ragazzo decide di pittare di blu le pareti della sua camera, ma la pioggia e un inatteso incontro sono i prodromi a una sorte altra; senza svelare nulla, confidiamo che scoprirà di non essere il protagonista della sua storia, e che si ritroverà ad alimentare i sogni d'un'altra... “Una fioraia silenziosa” è una breve prosa onirica e romantica, prodromica a una visione mistica e panica. Capace di frammenti visivi come questo:
“Era circondata da una distesa di corpi addormentati. Donne e uomini di ogni età. Ognuno con la sua meravigliosa bellezza. Ognuno immerso nella beatitudine del sonno. Non c'era più nemmeno un metro d'erba sulla collina che dominava la città che non fosse occupato (...). Vestiti e capelli bagnati, fili d'erba e fiori di campo. Braccia e mani e gambe abbandonate. Ritmico intrecciarsi di respiri in cori di sogni segreti” (pp. 24-25).
Quarto racconto è “Monologo interiore distruttivo”, protagonista un uomo sconfitto dall'esistenza, isolato e confuso. Cerca senso in un mazzo di fiori che sembrano impossibili da comprare, perché è notte e nessuno può venderglieli; intanto, cerca di capire come sia avvenuto che si sia dimenticato di sé. L'amnesia non gli dispiace, eppure capisce che deve avere un senso. Il senso è una ferita lontana nel tempo, la perdita irreparabile d'una persona fondamentale; ritrovare la storia significherà ritrovare il proprio nome.
Infine, ecco l'“Epilogo”: visione del nucleo originario dell'esistenza, al di là del tempo e dello spazio. Quel nucleo è un linguaggio altro e perfetto, estraneo al bene e al male; traduzione di quel nucleo nel linguaggio nostro, e perdita del contatto e del controllo. Il distacco – la distanza – diventano invincibili, infine. Sovrastanti.
Il terzo libro, “'O Munaciello” (2008), è destinato a quanti vogliono ritrovare il bambino che c'è in loro – appartengo volentieri alla schiera. È la storia dello sbadato Gennaro, marmocchio sbadato di neanche nove anni: non ha più il papà, vive senza accorgersi di tante difficoltà e tanti vuoti. Fa qualche casino: parte è colpa sua, parte, come scopriremo, di un munaciello (la leggenda vuole che tutti lo cuffiavano per il suo strano aspetto... e così diventò vendicativo con alcuni e benigno con altri). Ecco racconti della Napoli di Montedidio, cara al De Luca, di mamme che si danno anima e corpo al lavoro per tirare avanti e dare da mangiare ai bambini, del tentativo d'un bambino di dar pace a un munaciello... ritrovandosi inaspettatamente premiato: del dono più grande che poteva sognare.
È letteratura di buon sentimento e sicuro controllo della trama: solare e pacifica, sorniona e avvolgente. Che sia la pagina prima d'un futuro grande.
EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE
Marcella Russano (Napoli, 1975), letterata e scrittrice italiana, laureata alla Federico II con tesi “Per un romanzo di formazione al femminile”. Cinque anni di esperienza in libreria, altri da redattrice in casa editrice.
Marcella Russano, “Paolo il sonnambulo”, Lavieri/Il Gatto e la Civetta, 2005. Illustrazioni di Giovanni Pota e Valerio Borghi.
Marcella Russano, “Inconsapevoli attraversamenti”, Edizioni Cento Autori, Napoli, 2007. Postfazione di Mariano Baino.
Marcella Russano, “'o Munaciello”, L'isola dei ragazzi, Napoli, 2008.
Gianfranco Franchi, novembre 2008.
Prima pubblicazione: Lankelot.