Coniglio
2010
9788860632364
Quentin Tarantino deve amare molto Ambrose Bierce, perché a un secolo e mezzo di distanza sembra aver ereditato tre notevoli frammenti di dna dello scrittore e giornalista americano detto “Bitter”, ossia “L'Amaro”: la franca cattiveria, lo straripante humour nero, la grottesca violenza. Questi nove racconti, tradotti e rinfrescati con eccellente sensibilità e grande ritmo da un Riccardo Reim in stato di grazia, sono nove giocattoli modernissimi, leziosetti ma deliziosi; divertissement gotici e iconoclaste stravaganze piccolo borghesi degne d'essere considerate matrici della narrativa di Joe R. Lansdale e almeno sorelle del gusto del paradossale di Mark Twain.
Si tratta spesso di sketch frenetici e spiazzanti, caratterizzati da un epilogo capace di vellicare il nonsense con sorniona naturalezza. Quando l'irrazionale domina l'ispirazione di Ambrose Bierce tutto si tinge di una patina goliardica e guascona. È davvero un'estetica compatibile con la ridanciana ferocia di certo horror o pulp contemporaneo: il male non si contrasta, il male accade. Il male non si prevede, il male è nelle cose. Il male disintegra e distrugge vite e sentimenti; e più ancora, nichilizza la razionalità, la addomestica. Il male pregiudica la prevedibilità: si deve entrare nella logica dell'inverosimile, dell'impossibile, dell'inaccettabile, dello scriteriato, del gioco.
Cosa vuole insegnarci Bierce? Che niente ha senso, e che qualcosa a volte ha significato. Questo significato è puramente, incontrovertibilmente estetico. La morte è un accidente, un evento naturale, fastidioso ma in un certo senso non sgradevole perché latore di novità. Se nel primo racconto, “Olio di cane”, essa significa il principio dell'attività artistica dell'io narrante, futuro scrittore, nel “Funerale di John Mortonson” (nomen omen) è un gatto a sgusciare fuori dalla prigione della bara; un bel gattone di casa. In “Una notte d'estate” un uomo sepolto per errore, ancora vivo, viene riesumato da figurette boccaccesche e accidentalmente ucciso a colpi di pala: orrore, ma qualcuno può guadagnarci qualcosa. Altrove, la morte è un mistero che Bierce scolpisce raccontando impossibili smaterializzazioni; sono sparizioni da pura fantascienza, più prossime all'evocazione del teletrasporto che all'allegoria del trapasso: ne derivano magnifiche leggende urbane, o più spesso rurali.
La scelta antologica di Riccardo Reim riesce nel compito più delicato: quello di affascinare, e non solo di intrattenere e divertire, il lettore, seducendolo sino a insinuare il meraviglioso veleno della curiosità intellettuale. La sterminata produzione di Ambrose Bierce non va ridotta e sintetizzata – questa la lezione – al famigerato “Dizionario del Diavolo”, ex “Vocabolario del Cinico”; potrebbe, facilmente, rivelarsi fertile di piacere e sorprese per quanti, stuzzicati da questo gioiellino d'aperitivo, sentano il bisogno di sprofondare nel letterario paradiso delle edizioni d'antan, delle rarità, delle edizioni critiche e della loro puntuale collazione con gli stracci dozzinali pubblicati su carta da culo per la traduzione del Carneade di turno. Basta avere un minimo di inclinazione.
Ho letto questa raccolta e ho goduto per una scrittura gioiosa, sbarazzina, vivacissima: se non fosse stato per le date, in più di un frangente avrei pensato che ci trovavamo nei nostri tempi. Forse, e questo è un paradosso adorabile, è davvero così; e allora sarei tentato di chiudere qua questa mia nota, dimenticando magari i più che sacrosanti auspici per una nuova collana, questa, destinata a fare la gioia di tre grandi etnie, a volte nemiche: librai, letterati, lettori forti. La pace si fonda su un territorio comune: quello della Letteratura; è bene non dimenticarsene. Ecco, questa edizione di Bierce è il territorio comune.
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“Olio di cane” è la terza uscita della neonata collana “Racconti di fantasmi”, pubblicata dai sempre bizzarri tipi di Coniglio. La collana nasce per restituire il meglio del nero e del fantastico – leggo in bandella – con un corredo critico-bibliografico “agile ma accurato”. Include autori famosi o ingiustamente dimenticati, classici e riscoperte. Ogni uscita (sembra davvero una serie da edicola: ma diversamente elegante) è completa di appendici concentrate sui narratori “spettrali” nostrani: dagli scapigliati in avanti, sino agli insospettabili (Serao e Deledda, per dire). Last but not least, in ogni pubblicazione il gran Paolo Di Orazio sceglie e presenta le versioni a fumetti (italiane e non) dei più grandi romanzi e racconti gotici: non si tratta di quelli pubblicati nello stesso libro. Sono – sempre – sorprese.
Prime due uscite della nuova collana sono state “Il tesoro dell'abate Thomas” di Montague Rhodes James e “La monaca insanguinata” di Charles Nodier, fregiate dalle prefazioni di Andrea Di Consoli e Antonio Veneziani. Ne parleremo entro poche settimane, qui su Lankelot. Promesso.
In questa edizione, oltre alla notevole prefazione di Riccardo Reim – che ci presenta lo stravagante autodidatta Bierce, “ragazzone alto quasi due metri, con una folta chioma fiammeggiante e pochi soldi in tasca, ma armato di una volontà e una vitalità incrollabili” (p. 11), disseminando infine misteri e sospetti sulla sua morte, avvenuta (è una congettura) in Messico nel 1914 – c'è un breve omaggio allo scapigliato laterale Edoardo Calandra (1852-1911), completo del frammento “Dame Isabeau” tratto da “I Lancia di Faliceto” (1886); in coda, per la rubrica i “classici a fumetti”, Paolo Di Orazio presenta “La mano” di un giovanissimo Guy de Maupassant, sceneggiato da Marco Baratelli e Alfredo Castelli, per i disegni di Carlo Peroni; prima pubblicazione, mensile “Horror”, numero 4, 1970. Che chicca.
EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE
Ambrose Bierce (Horse Cave Creek, 1842 – Messico, 1914), giornalista e scrittore statunitense, padre del “Dizionario del Diavolo”.
Ambrose Bierce, “Olio di cane”, Coniglio, Roma 2009. Introduzione (questa, qui ampliata) di Gianfranco Franchi. Con un'appendice a fumetti a cura di Paolo di Orazio. Collana “Racconti di fantasmi”, 3; a cura di Riccardo Reim.
Approfondimento in rete: wiki it
Gianfranco Franchi, marzo 2010.
Prima pubblicazione: Lankelot.