ExCogita
2007
9788889727522
Prima raccolta di versi dello scrittore e giornalista italiano Fabio Donalisio, cuneese classe 1977, “Miti logiche” raccoglie sette anni di versi (1999-2006): sono le poesie dell'immobilità, del disorientamento, della piemontesità ferita dalla corruzione e dalla decadenza del belpaese; della nostalgia d'una donna (classico) e della nostalgia della rivoluzione (svanita).
L'incipit ci accompagna nello spirito dell'opera: il poeta sta di fronte al tramonto, al tramonto dell'occidente; non guarda quel che sta capitando, guarda basso: e tiene la mano sul coltello, “nuovamente”. Tiene giusto la mano, perché nient'altro fa, e nient'altro vuole fare. Quel coltello qui appare e poi scompare. Il poeta è uno che sente finita “anche la fine della vita”. È uno che si sente, leggiamo altrove, “perennemente sulla soglia / incapace del passo”. Uno dei figli del dio del “dio non voglia”; non è immobile, soltanto non sa che direzione prendere. È uno che adesso fa i conti con la sua assenza: assenza “secolare, casuale”: si sente vivo quando fa freddo, ma non riesce a intervenire, non sa più incidere. Osserva, guarda, medita: “così indifesa, la gente / La guardo dal balcone, fumo e penso altro / tipo una donna in gonna, / due corpi (uno il mio) e un ciccatoio / di basalto / ma non è niente” (p. 37). Le cose stanno lì, “normali, atroci” - e niente sembra poterle spezzare o colorare di senso nuovo. In ogni caso, lui guarda, guarda e basta.
Traspare nostalgia per il passato – per un passato amore, fondamentalmente; alla Cohen – in “centralino”; e in positio princeps, in clausola, si definisce tutto molto meglio: “tra i due ruoli ingrati / vorrei essere te che te ne vai / a me le stesse cose senza te / tu almeno non sai”. Una volta ancora, il poeta si staglia in tutta la sua granitica immobilità. Paradigmatica.
A consolarlo sembra essere la città di Torino, “tutta una tenerezza” (postolimpica, però), pronta al sacrificio di sé stessa pur di dare ossigeno ai suoi figli; “pari isola zattera, sui limi del Po, / di severa, piemontesissima civiltà” (p. 45) a dispetto dell'età di decadenza che stiamo vivendo. Non stupisce che Roma venga fraintesa, l'epifania pasoliniana della città puttana non poteva mancare, per questa nostra Eterna “così vaticana e impura”. Così inconciliabile con sé stessa, quartiere dopo quartiere, aggiungerei; così “multanime”, così sconsolata d'essere fraintesa.
Donalisio ha una buona personalità autoriale. Non vedo l'ora di scoprirlo narratore. Questo suo dna è quello d'uno che scriverà qualcosa di esistenzialista, di molto piemontese, di generazionale, di freddo. Sicuramente, qualcosa di intelligente. Intanto archivio, di soppiatto, la sua poesia. Prossima volta che passo per Torino saprò cosa pensare. Come guardare.
EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE
Fabio Donalisio (Savigliano, Cuneo 1977), poeta e giornalista italiano.
Fabio Donalisio, “Miti logiche”, Excogita, Milano 2007.
Gianfranco Franchi, Marzo 2010.
Prima pubblicazione: Lankelot.
“Miti logiche” raccoglie sette anni di versi (1999-2006): sono le poesie dell’immobilità, del disorientamento, della piemontesità ferita dalla corruzione e dalla decadenza del belpaese; della nostalgia d’una donna (classico) e della nostalgia della rivoluzione (svanita).