Meridiano Zero
2011
9788882372316
“Un giorno mi ringrazierai, Alaska. Guarda in che squallore vivi oggi, con le tue cabine marcite, le tue zanzare e il fango dappertutto. La natura tortura ogni giorno gli incolpevoli alaskani, che finora hanno sopportato in silenzio. Ma tu meriti di meglio, alaskano. Un giorno ti alzerai e andrai al lavoro in moderni, luminosi centri di telemarketing, e non nei tuoi squallidi e pericolosi battelli da pesca. Un giorno morirai in chiari, limpidi incidenti stradali e non in foreste sporche e buie come questa” [Hansen, “Missione in Alaska”, p. 114].
Irriverente tragicommedia di Mykle Hansen, scrittore statunitense proveniente da Portland, Oregon, “Help! A Bear Is Eating Me!” [2008; IT, “Missione in Alaska”, Meridiano Zero, 2011] è un romanzo breve cattivo, strampalato e caustico: è la grottesca vicenda di Marv Pushkin, “Responsabile della Comunicazione Creativa, Condottiero Aziendale, Leader di Uomini, Conquistatore di Femmine, abbonato di Esquire”, un copy di talento che ha dimenticato di avere un'anima e di avere avuto sentimenti ed emozioni. Anestetizzato dal consumismo esasperato, dai comfort di ogni ordine e grado e dagli psicofarmaci, Marv è uno che considera i suoi simili come numeri, e tende a studiarli per le sue campagne di marketing, altrimenti si limita a servirsene, a umiliarli e a dominarli. Sottoposte fascinose in primis. Un bel giorno, Marv prende e organizza una caccia all'orso in Alaska, convinto – bontà sua – che l'evento sarà un successo e che con quel viatico riuscirà a fare del suo ufficio una vera squadra, compatta e determinata. Ma le cose vanno un po' diversamente, come scopriamo già nelle prime battute. Marv si sta sognando un'ambulanza. Marv sta vaneggiando incontri con la sua amante, un'impiegata ben sottomessa e altrettanto dotata. Marv è nei guai.
“Non siamo poi così diversi, io e te, Compare Orso. Tutti e due sappiamo comandare. Tutti e due prendiamo a calci gli avversari. E tutti e due abbiamo buon gusto. Tu stai mangiando me, per esempio, e anch'io mangerei te. Anzi, lo farò di sicuro. Non dimenticare che sono io quello che vincerà. Ma tu sei un degno avversario, Compare Orso. Io ti rendo omaggio. In un altro tempo e in un altro luogo sono certo che saremmo stati ottimi amici” [p. 61].
Insomma, diciamo che c'è stato un incidente. Marv sta sotto il suo Suv. È un momentaccio, da tutti i punti di vista. È bloccato: cambiava una gomma, è arrivato un orso, lui s'è infilato sotto l'auto, e il cric, niente, è andato giù, e il Suv sopra di lui: e l'orso aveva appetito, e ha cominciato a mangiare. A mangiargli i piedi. È un bell'orso. Un orso nero, americano. Da adulto, pesa pure sui duecento chili. In Alaska è molto diffuso. È un solitario, ma grazie a Dio è onnivoro. E quando si ritrova di fronte uno dei pupazzi del marketing, yankee e col Suv, diventa più onnivoro del solito. E diciamo che uno un po' lo capisce. E questo non solo perché Marv è uno che non crede nell'intelligenza degli animali (“mi convince solo sempre di più della stupidità degli uomini”), ma perché, diciamo così, è un istinto naturale diventare onnivori, in certi frangenti. Non serve essere orsi. Manco per niente.
Marv è uno che la vede così: “La natura è una spina nel fianco dell'umanità. Il tempo della natura è ormai passato, e io la odio, questa natura del cazzo. Laodiolaodiolaodio. Quanto torno a casa giuro che eliminerò ogni traccia di natura dalla mia vita” [p. 113].
Marv è uno convinto che la tecnologia sia così superiore alla natura che figurati: non c'è storia. Un panorama non è niente quando uno ha di fronte a sé gli effetti speciali. E se uno ha nostalgia di flora e fauna ha certi canali tv, no? E se uno soffre i cambiamenti climatici basta avere un climatizzatore. Cose del genere. Marv è uno che ha il culto dell'ufficio. Uno che adora il suo condominio. Uno che con la natura ci vorrebbe giocare e stop, perché non esiste niente di diverso dal conto in banca, da una bella donna e via dicendo. Perché? Perché la chimica ha saputo curarlo. In questo modo:
“Non ho più paure, né incertezze. Sono coraggioso e saggio e reattivo e astuto. Niente più mi turba. Non c'è tempesta che riesca a increspare il liscio specchio d'acqua del mio umore. Oggi nella mia vita c'è una sola cosa di cui non potrei fare a meno, ed è la combinazione Performil/Septihone” [p. 69].
“Missione in Alaska” è il romanzo della distruzione del microcosmo di un copy col Suv: è un libro ideale per scegliere da che parte stare, nell'impari lotta tra natura e tecnologia, e per ghignare delle miserie umane. Un piacevole e corrosivo diversivo, alternativo e diretto quanto basta.
EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE
Mykle Hansen, scrittore, musicista (“The Golden Greats”) e performer americano. Vive a Portland, Oregon.
Mykle Hansen, “Missione in Alaska”, Meridiano Zero, Padova 2011. Traduzione di Francesco Francis. Carta FSC proveniente da fonti gestite in maniera responsabile. ISBN: 9788882372316
Prima edizione: “Help! A Bear Is Eating Me!”, 2008.
Gianfranco Franchi, aprile 2011.
Prima pubblicazione: Lankelot.