Fazi
2008
9788881129737
Mosaicale e coinvolgente biografia romanzata, fondata su anni di studio abissale e di minuziose, capillari ricerche laterali, “La grande ombra” [Fazi, 2001] è un ispirato tributo all'arte e all'anima di Michelangelo, e una romantica lettura dello Zeitgeist della sua epoca, per una inattesa e divertente galleria di memorie, giudizi, nostalgie e storie michelangiolesche, narrate da vecchi amici, giovani allievi, segretari, domestici e vetturali, medici e capomastri, dal grande sodale Vasari e dall'inadeguato nipote Leonardo Buonarroti, dal poliedrico, rabbioso Benvenuto Cellini e dal carismatico mecenate Cosimo de' Medici, Duca di Firenze, figlio di Giovanni dalle Bande Nere; dalla sua musa Tommaso de' Cavalieri e dalla poetessa Vittoria Colonna. È un amarcord molto elegante, e molto sofisticato, salutato, sia in occasione della sua prima edizione sia in occasione della seconda, nuova edizione [“Michelangelo. La grande ombra”, Fazi, 2008] da una critica particolarmente favorevole.
Giorgio Bonsanti, nel «Giornale dell'Arte», osservava: “Non è un romanzo, non è un testo di filologia, potrebbe casomai ricordare il 'non-fiction novel' teorizzato da Thomas Wolfe, e sembra pronto a trasporsi su di un palcoscenico teatrale: ovviamente c’è molto di pirandelliano. A volte ha un taglio quasi giornalistico”. Stefano Paolo, sul «Corriere della Sera», integrava: “Si accende come una luce abbagliante la personalità contraddittoria del genio ricostruita per singole tessere che si sposano in un mosaico unitario. Per portare a compimento questo mosaico, l'autore utilizza tonalità stilistiche dai colori tenui, non espressionistici ma mescolati con pronunce a volte gergali e arcaizzanti. E lo fa con mano leggera”.
L'artista fiumano-romano Diego Zandel, sulla «Gazzetta del Mezzogiorno», apprezzava l'opera con qualche riserva: “Ciascuno degli intervistati dà una sua versione dei fatti. E sulla composizione di queste si costruisce, come in un puzzle, il romanzo. Sta qui l’originalità del libro. Anche se un tassello di merito manca per renderlo perfetto: la diversità dei linguaggi, che avrebbe dato alla scrittura quell’impatto che, seppur ricercato in una rivisitazione del timbro cinquecentesco, non ha, o non ha del tutto. Troppa omogeneità assimila il linguaggio dei testimoni, non c’è distinzione tra il nobile e il popolano, l’incolto e l’artista, il medico e il vetturale. Tuena ha molto puntato a trasmettere gli atteggiamenti emotivi dei personaggi. Rabbia, amore, odio, rancore, nostalgia, ammirazione emergono, talvolta con forza sorprendente. Ma è come se un’unica voce prevalesse”. A queste osservazioni del bravo scrittore Zandel vanno contrapposte almeno le pagine 248 e 249 dell'edizione Fazi, 2008: vale a dire quelle dedicate alla voce di Nicolas Cordier, detto il Franciosino, scultore; il suo franco-romanesco è originalissimo. “La grande ombra” è effettivamente un libro polifonico, molto ben strutturato, ma stilisticamente le voci tendono all'omogeneità.
Antonio Tirelli, in «Malicuvata», ha rilevato, pochi anni fa: “A tratti, al lettore più avveduto sembrerà che in Michelangelo, la grande ombra si possano rinvenire echi provenienti da 'Spoon River'. Narrativamente parlando, la testimonianza viene resa all’autore, ma l’impressione generale è che – proprio come avviene in 'Spoon River' – i testimoni stiano parlando a noi, utilizzando il Maestro come pretesto per raccontare non solamente sé stessi, ma soprattutto per riflettere sui giorni e le opere umane, sulla grandezza dell’arte e la caducità dei desiderio”. Chiosava Massimo Onofri, sul «Diario della Settimana»: “Man mano che ci addentriamo nella vicenda, che ci spingiamo dentro il segreto di quell'uomo grandissimo, che ci perdiamo dietro quella suprema avventura di sensi e d'intelligenza, che ci solleviamo all'altezza di quelle smisurate ambizioni, non possiamo esimerci dal senso d'una stremata vanità del tutto”. Vero.
In un'intervista rilasciata a Luigi La Rosa, per «Orizzonti», Tuena ha dato questa spiegazione del titolo: “Nasce dal fatto che io ho sempre pensato a Michelangelo come a un grande mistero. E ho sfruttato il concetto di luce e ombra - che per un pittore rimane fondamentale - per farlo diventare una metafora di vita e di morte, temi sicuramente fondamentali in una speculazione alta e visionaria come quella del nostro. In altri termini, non ho inteso dare una chiave di lettura o risolvere un enigma più grande di me. Né ho voluto assumere il compito dello studioso e giudicare le difficoltà di una vita. Ho solo immaginato le emozioni, i drammi e le passioni di un artista eccezionale. E spero, con tutta l'umiltà di questo mondo, di esserci riuscito”.
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Scontroso, schivo, solitario. Silenzioso e inquieto, spartano e ruvido, estraneo ai lussi e alle comodità, Michelangelo, venuto a Roma, preferì rintanarsi in una casa piccola e buia, senza pretese, a Macel de' Corvi, tra figli del popolo, tra artigiani, «povero e solo come spirto legato in un'ampolla». Generoso, visse i suoi guadagni con la negligenza dei grandi uomini di pensiero, sempre altrove rivolti, presenti soltanto per caso. Detestava le banderuole, i pressappochisti, i prepotenti e i fanfaroni, i servi e i pataccari. Amava con disperata intensità. Lunatico, dormiva poco e malvolentieri. Lavorava di notte. Come un ossesso. Aveva scelto d'essere esule a Roma. Viveva in una Roma antichissima e popolare che oggi non conosciamo più, polverizzata dagli stravolgimenti sabaudi e straziata dal piccone fascista. Quella Roma oggi si ritrova nelle vecchie stampe. Viveva in una casa semplicissima che avrebbe potuto parlare, per secoli ancora, della sua essenza e del suo spirito, ispirando nuove generazioni di artisti europei. Potrete ritrovarla nel sogno – e intanto visitarla in questo libro di Tuena. Non negatevi questa esperienza, questa fortuna.
EDIZIONE ESAMINATA E BREVI NOTE
Filippo Maria Tuena (Roma, 1953), scrittore e antiquario italiano, laureato in Storia dell'Arte alla Sapienza.
Filippo Tuena, “Michelangelo. La grande ombra”, Fazi, Roma, 2008. In appendice: biografie, fonti e bibliografia essenziale, elenco delle illustrazioni. ISBN: 9788881129737.
Prima edizione: Fazi, Roma, 2001.
Approfondimento in rete: Oblique + Wiki it
Gianfranco Franchi, marzo 2013.
Prima pubblicazione: Lankelot.