Sassoscritto
2010
9788888789811
Indisciplinato, insofferente, eretico; eroico e goliardico, ribelle assoluto, su Montecitorio lanciò un pitale. Dandy e selvaggio; anarchico e nazionalista, patriota generoso e solitario, pilota di guerra cavalleresco, sfidava i nemici per il puro gusto della battaglia. Vinceva sempre. Coraggioso sino alla pazzia, mentre volava, per amore dell'arte e dell'insolenza, leggeva letteratura: Petrarca, Nietzsche, Ariosto, Leopardi. Avvistato il nemico, chiudeva il libro e diventava un demonio. Se invece aveva ospiti in cabina, offriva loro tè e biscotti. Come fossero in salotto. Futurista, nudista, animalista (addestrava gufi e aquile), fascista irregolare e mai del tutto allineato, cocainomane e gran bevitore, ammirava con la stessa intensità Francesco d'Assisi e Gabriele D'Annunzio. Felice di ritrovarti, Guido Keller. Firma la biografia romanzata un imprevedibile outsider: Alberto Bertotto, professore di Clinica Pediatrica dell'Università di Perugia, restituisce luminosità alla dimenticata figura di un eroe della Prima Guerra Mondiale e dello Stato Libero di Fiume, Guido Keller von Kellerer, (1892-1929) sanguemisto svizzero-lombardo (famiglia Osnago). La graziosa edizione Sassoscritto è completa di tutta una serie di appendici destinate a fare la gioia di quanti vogliono approfondire spirito e senso dei giorni felici di Fiume, e dell'impresa di quei legionari.
Giovanotto contemplativo, innamorato della bellezza e del mistero della natura, Keller fu uno sregolato autodidatta, mezzo guascone e mezzo Don Chisciotte; indisciplinato e prepotente, esteta e uomo d'azione allo stesso tempo, viveva giocando, sempre. Irrequieto, trovò pace nel volo aereo: era il primo passo verso l'infinito. Ufficiale nella Prima Guerra Mondiale, visse la guerra aerea cavallerescamente; fu capace di imprese di straordinario coraggio, e fiancheggiò Francesco Baracca nella sua gloriosa squadriglia di caccia: per quella squadriglia scelse uno stemma mai dimenticato, il grifone. Tre medaglie d'argento al valor militare testimoniano la riconoscenza della Nazione per la sua audacia, il suo sprezzo del pericolo, la sua titanica generosità. Conobbe D'Annunzio in quegli anni: istantaneamente capì di appartenergli, come per un antico debito karmico. Dopo l'armistizio, restava insoluta la dolorosa questione di Fiume: quasi trentamila nostri compatrioti erano rimasti al di là dei confini, abbondante maggioranza relativa – come sempre – della città, costretti a sognare il tricolore, costretti a difendersi dal revanscismo e dal nazionalismo della giovane, comunista e aggressiva Jugoslavia ("La più grande invenzione degli States", secondo Gore Vidal). Come loro, tanti fratelli dalmati. Il Vate potè contare, nella grande impresa della liberazione della città, sul sostegno di uomini come Guido Keller, il suo maestro di bizzarrie e prodezze. Era l'unico legionario autorizzato a dargli del tu. Bertotto chiosa: "A Fiume Keller visse la stagione più intensa della sua vita (...). Accompagnò GdA sin dalla sua partenza da Venezia. Aveva in mano un grande mazzo di fiori vermiglio e custodiva, all'interno dello zaino, un teschio con un fez nero d'ardito". Per lui fu creato un ruolo tutto dannunziano: Segretario d'Azione e responsabile dell'Ufficio Colpi di Mano. Niente male. Non solo: fondò la compagnia "La Disperata", guardia scelta del Comandante, gruppo di mastini e di fanciulli, fiore della rivolta: spregiudicati, aggressivi, crepuscolari, combattevano come poeti guerrieri. Quindi, dopo essersi dedicato allo spionaggio tra Zara, Curzola, Spalato e Cattaro, fomentando ribellioni anti-serbe, fondò col grande Comisso, allora giovane ufficiale, il movimento Yoga: ultralibertario, fondato sulla Scienza dell'Amore, nasceva come unione di spiriti liberi tendenti alla perfezione, nemici della logica. Simbolo, una svastica: il carro del sole, non ancora sporcato dal fanatismo nazionalsocialista tedesco. Nei giorni della fragile resistenza della Reggenza del Carnaro, Keller non smentì la sua fama di eroe stravagante e patriota: durante il Natale di sangue, caricò gli avversari in sella a un cavallo, impugnando un bastoncino di bambù, pur di non sparare contro uomini che avevano il suo stesso sangue. E nonostante fosse a mani nude catturò un reparto nemico e si impadronì di un cannone e di una autoblinda.
Terminati i giorni solari di Fiume, grande sogno di libertà e giustizia, democrazia e avanguardia, italianissimo e paradigmatico, cominciò la decadenza del folle Guido. Furono anni di viaggi caotici e misteriosi, tra Anatolia e Congo, prima di nuove azioni formidabili in Libia, prima della partecipazione alla Marcia su Roma, prima di una terribile crisi economica che Keller non seppe fronteggiare, ritrovandosi a vivere in una polverosa pensione di Ostia negli ultimi anni di vita, con l'aiuto dei vecchi amici. Sognava sempre di fondare una nuova "Città di vita", che reincarnasse il sogno fiumano; voleva fosse l'Isola Maggiore, sul lago Trasimeno. Il suo sogno si schiantò dalle parti di Magliano Sabina, a Otricoli, in un grottesco incidente automobilistico. Si vede che Guido era fatto per volare.
Com'era, Keller? Come possiamo immaginarlo? "Aveva due strani occhi lampeggianti, il pizzo ispido, i capelli selvaggi e una reputazione di poeta stravagante". Sempre trasandato, sublimava le sue mancanze con signorile negligenza. Oggi riposa, per volontà di D'Annunzio, al Vittoriale di Gardone, accanto alla tomba del Comandante. Così lo commemorò il poeta: "Ingiustamente disconosciuto da tanti, egli fu tradito dalla sorte vile. Il mio dolore supera il dolore di tutti gli altri. (...). Egli era uno dei pochissimi che hanno saputo amarmi come io voglio essere amato".
Keller è un personaggio modernissimo, difficile credere che non esista ancora un film dedicato alla sua storia e alla sua sregolatezza. So chi potrebbe scriverlo. Il maestro Giordano Bruno Guerri. Per la regia di Oliver Stone.
EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE
Alberto Bertotto (Biella, 1945), laureato in Medicina e Chirurgia, specializzato in Pediatria e Puericultura, Professore Associato di Clinica Pediatrica presso l'Università di Perugia, è saggista e divulgatore scientifico. Appassionato di storia, ha pubblicato diverse monografie dedicate a Mussolini: "Mussolini estremo" (Gino Rossato Edizioni, 2007), "Benito Mussolini. Una storia da riscrivere" (PDC Editori, 2008).
Alberto Bertotto, “L'Uscocco fiumano Guido Keller. Fra D'Annunzio e Marinetti”, Sassoscritto, Firenze 2009. Collana "Onice", 10. Copertina di Antonio Budetta.
In appendice: Combattimenti aerei sostenuti da Guido Keller; Motivazioni delle tre Medaglie d'Argento al valor militare concesse a Guido Keller; Consistenza dei legionari fiumani alla data del 18 novembre 1919; Le doti che doveva avere il legionario fiumano; Come dev'essere il legionario tipo; I principi della Carta del Carnaro; La Canzone del Quarnaro; Discorso pronunciato da Gabriele D'Annunzio nel cimitero fiumano di Cosala il 21 gennaio 1921. L'opera include una bibliografia.
Gianfranco Franchi, febbraio 2010.
Prima pubblicazione dell'articolo: Il Secolo d'Italia, 2 febbraio 2010. A ruota, Lankelot.