Coniglio
2007
9788860630841
La cucina come viatico alla comprensione delle terre e dei popoli: quindi autentica espressione del territorio, come il grande sommelier insegna parlando della sincerità e dell’essenza di certi vini. Ricette pubblicate come fossero illustrazioni dei racconti; rivendicazione della centralità della fisicità: esaltazione della carne, e del piacere; assimilazione del sesso al cibo. Queste le colonne portanti de “L’orata innamorata. Ricette afrodisiache e narrativa nuda”, raccolta di racconti e ricette giocata (con classe) sulla falsariga del precedente “L’orata spudorata” (Coniglio 2005). Il secondo libro di Luca Moretti e dello chef Antonio Bufi, redattori di TerraNullius – atelier di scritture a sorgente libera – è un prezioso e intelligente esperimento letterario, capace di intrattenere ed emozionare e instillare desiderio, e appetiti nuovi; in questo senso è un campione di letteratura erotica altra, una letteratura erotica evoluta e capace di sintetizzare (possibile? possibile) edonismo e ribellismo, descrittivismo e letterarietà, senza escludere boutade (cfr. un inserto marinaro integrato nelle ricette), senza risultare artificiosa come nell’illustre e diversamente confezionato antecedente nel genere (“Afrodita” della Allende).
Da un punto di vista politico-editoriale, naturalmente centrale in questo momento della nostra storia letteraria, l’opera si connota piacevolmente per la sua battagliera coerenza. Trascrivo integralmente il colophon: “Sono consentite e vivamente incoraggiate la riproduzione (parziale o totale), la diffusione, la pubblicazione su diversi formati, l’esecuzione e la modifica, purché non a scopo commerciale e a condizione che vengano indicati gli autori e il contesto originario e che si riproduca la stessa licenza. Promuovere la libera circolazione delle opere creative per restituire a tutti ciò che a tutti appartiene”.
Navigando in questa pagina qui, nella Terra di Nessuno, potrete decidere se scaricare entrambe le opere in pdf o acquistarle direttamente tramite Libreria Universitaria. Il libro è stato pubblicato nella collana “I Lemming” di Coniglio Editore, al prezzo più che ragionevole di euro 5 (solo una schiera esigua sopravvive al termine della migrazione, sempre. Vediamo di contribuire alla selezione naturale). Difficile non sostenere un approccio come questo: plauso quindi sia a Moretti e Bufi di Terranullius sia a Coniglio. Questo è un esempio di editoria etica – e ribelle.
Ciò detto, prima di passare a esaminare qualche altro aspetto notevole, mi confesso. Stavolta è proprio il caso. Compito del recensore, sempre, è allertare il lettore sulla sua competenza in materia: non posso spacciarmi per enogastrosborone né per gourmet, sono un esempio di pessima alimentazione e di pessima educazione a tavola: ammetto di mangiare perché ho necessità di nutrimento. Il recensore è uno che preferisce a tutto il pane, la pizza, la carne – senza domandarsi da dove proviene – e che riconosce bellezza nel piatto ma non ha ancora raggiunto l’illuminazione, né forse ha terminato l’alfabetizzazione enogastronomica; iniziato discretamente alle birre artigianali, è debole sui vini e inadatto a decifrare l’intelligenza e l’origine dei piatti. Mi nutro rapidamente per non perdere tempo, è difficile che rimanga seduto per più di qualche minuto in tavola. Se rimango è per desiderio di socialità, non per appetito. È vero, sono uno che non ha mai assimilato il sesso al cibo, tenendoli ben separati nelle mie percezioni; e forse, se fossi stato in grado di farlo, sarei un uomo meno malinconico e incazzato. Bene, ammessi questi miei limiti procedo.
Qui la cucina è arte e cultura: leggendo questo frammento capirete la ragione della mia occupatio. “La cucina, quando è effettivamente condivisa da una comunità, può divenire il motore stesso della crescita dell’immaginario collettivo. Da secoli la cucina interpreta vissuti, tragedie, sentimenti, rotture, amplessi e disgrazie, invita i popoli a decifrarsi e a comunicare. Ogni piatto, che a un primo colpo d’occhio appare come la semplice ripetizione di ingredienti, in realtà nasconde un vero e proprio testo, una mappa allegorica. Ciò che fa dei piatti qualcosa di più di semplici rappresentazioni del passato è il fatto che essi posseggono il potere stesso di colui che li ha cucinati, attraverso una codificazione simbolica vengono trascritte dimensioni spazio-temporali e intere storie interpretabili a diversi livelli. Nel deserto effettuavo la sintesi delle nostre tradizioni attraverso icone che rappresentano ciò che non è possibile vedere” (p. 17), scrive Moretti, addestrandoci e sensibilizzandoci – impresa, ammetto, chiaramente riuscita con un neofita-tipo come me – ad avere diverso rispetto e altra intelligenza nei confronti della cucina. Necessaria per incontrare l’alterità e per decifrarla diversamente, quasi fosse genius occursus (Prologo, p. 11). Nel primo racconto, l’immagine d’un piatto è il richiamo di casa: il richiamo al ritorno e alla speranza di rigenerazione attraverso dolcezza, piacere, comprensione. Secondo Moretti, è “motore della crescita dell’immaginario collettivo”, quando è condivisa davvero da una comunità: e ha valenza sacra (p. 16).
Non immaginate “L’orata innamorata” solo come un manifesto del “cucinismo”, in ogni caso. Sbagliereste di grosso; i racconti sono di argomento vario, quando, come s’accennava, erotico, quando elegiaco (il malinconico e sublime “La Giostra Nera”), quando terroristico (metro di Roma in “Subway couscous”), quando d’amarcord cinematografico (“Outside Gola Profonda”), quando voyeuristico-lirico (“Il tempo delle mele” e il magnifico “Panopticon”, meditazione in Borgo San Sepolcro). Le ricette sono la vera chiave di lettura – l’opera nell’opera – ma per decifrarle serve il vostro contributo di cuochi, cuoche e commensali intelligenti. Datevi da fare, ché questo libretto va riempito di post-it.
Se volete scoprire l’origine della ricetta del Carpaccio alla Veneziana (1950), post prosa omaggio al gran Blixa; se volete scoprire da dove vengono le ciliegie (il nome originario, greco, nasconde un toponimo…) e dove possono andare a finire, per amore, per meglio apprezzare il Cheesecake alle Ciliegie; infine, se da un pezzo vi domandate quali città si battano per rivendicare l’invenzione della Banana Split, allora questo libro fa per voi. E buon appetito.
EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE
Luca Moretti (L’Aquila, 1975), scrittore italiano. Vive a Roma. Antonio Bufi (Molfetta, 19**), cuoco italiano.
Luca Moretti e Antonio Bufi, “L’orata innamorata”, Coniglio Editore, Roma 2007. Prefazione di Adriano Canzian. In appendice, il glossario “Orata: il codice sorgente”.
Gianfranco Franchi, dicembre 2007.
Prima pubblicazione: Lankelot.