Adelphi
2009
9788845923622
Lontano. Lontano, dalle parti del fiume Mekong, nel cuore del Laos. A quattro passi dal Vietnam. Vientiane, un taxi, tanti bordelli, distese d'oppio sino a perdere lo sguardo, nei territori delle tribù Meo. Lontano, dalle parti forse del Veneto, in un borgo detto “delle zitelle”, a fare compagnia a una donna sola dal nome di suora. Lontano, nel passato, per ricordare quel tredicenne magro e meraviglioso, dandy ante litteram, di cui Parise bambino s'innamorò; è diventato un uomo che gioca a poker e non ha più nessun fascino. Ma Goffredo si stupisce che il mondo non si sia accorto che Ignazio, ragazzino, era Dio.
Lontano, nella foresta della Malesia, di fronte allo sguardo d'una tigre, seduti comodi in macchina. Parise preferisce gli uomini agli animali. “Parlano”, glossa. Lontano, in barca, in Italia, a parlare con una donna che forse ha ucciso il marito, in montagna, ma intanto fa qualsiasi cosa per fare finta di niente, giocando l'atroce carta dell'indifferenza, del fatalismo. Lontano, nel passato, a ricordare d'esser stato ragazzino quando Mussolini aveva dichiarato guerra al mondo, autodistruggendo l'Italia, e lui si consolava con una granatina al lampone e due Itala Pilsen, con la sua famiglia.
Lontano, per ricordare Truman Capote, conosciuto quando erano entrambi esordienti, “Other Voices, Other Rooms” e “Il ragazzo morto e le comete”, ventuno anni Parise, venticinque Capote. Capote era “leggermente grottesco ma bellissimo, strana apparizione di fata-uomo, un errore”. Qualche anno dopo, Capote avrebbe presentato la Monroe al fortunato Goffredo. Aveva già cominciato a bere qualcosa di diverso dal latte bollito dell'Harry's Bar.
Lontano, a Cuba, nel 1967 della Rivoluzione, assieme a Feltrinelli. Per conoscere Castro, logorroico “fratone barocco”: un dittatore che prendeva e commentava per ore le notizie delle agenzie di stampa, non senza humour. “Qualcosa tra Fellini e Mussolini”, chiosa, lapidario, l'artista vicentino.
Lontano, per raccontare del nipote di Rossellini, l'eccentrico produttore Franco, prima e unica persona al mondo capace di stupire Parise. E per ricordare un vecchio compagno di scuola, borghese come lui, figlio d'un giornalista che nel dopoguerra avrebbe diretto “Il Piccolo” per pochi mesi, morendo di bora e di tisi, caduto in disgrazia. Ma con stile borghese, nella sua nuova vita da operaio.
Lontano, nella memoria, a bordo d'una Topolino, in sei, per andare sugli altipiani feriti dalla Prima Guerra Mondiale. E poi ci si ritrova a far l'amore. Lontano, nella stanza di Rilke, incontrata come in sogno, forse già dimenticata. Come in un racconto di Borges. Lontano, a cercare la propria essenza d'artista, forse raccontando d'esser stato sempre un poeta, pure da cronista.
**
I testi che animano questa edizione Adelphi, 2009, curata da Silvio Perrella, sono originariamente apparsi nella terza pagina del “Corriere della Sera” tra aprile 1982 e marzo 1983, nella rubrica “Lontano”. Rispetto alla rubrica, manca, per saggia volontà del curatore, l'ultimo contributo, “Quei cattolici di Brideshead” del 24 marzo 1983: si tratta della recensione di uno sceneggiato tv tratto da un romanzo di Waugh.
Scrive Perrella che i pezzi di “Lontano” cadevano dalla penna di Parise con noncuranza. “Era convinto di essere stato abbandonato dalla poesia. E si era anche sottoposto all'urto doloroso e scorticante de L'odore del sangue. Non più poesia in prosa, ma prosa-prosa, ossessiva, raziocinante, analitica, nera, atrabiliare. La letteratura, la stilizzazione, la musica della prosa non voleva più corteggiarle. Aveva deciso di scrivere al di fuori del fortilizio formale della letteratura” (p. 116).
Questi suoi articoli sono, al limite, un viatico per la riscoperta dell'artista; non fondamentali né sconvolgenti, sono magnificamente scritti ma evidentemente destinati alla pubblicazione su un quotidiano, uno per volta, e non alla raccolta in volume. Decontestualizzati, poggiano sul grande stile di Parise, ma non hanno il respiro del libro. Ha importanza? Non per tutti noi che amiamo questo scrittore. Sappiamo accontentarci anche delle briciole d'autore, in certi casi.
EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE
Goffredo Parise (Vicenza, 1929 – Treviso, 1986), scrittore, sceneggiatore e giornalista italiano.
Goffredo Parise, “Lontano”, Adelphi, Milano 2009. A cura di Silvio Perrella. Collana Piccola Biblioteca Adelphi, 583.
Prima edizione: “Corriere della Sera” tra aprile 1982 e marzo 1983.
Approfondimento in rete: WIKI it / Casa di Cultura Goffredo Parise
Gianfranco Franchi, marzo 2010.
Prima pubblicazione: Lankelot.
I testi che animano questa edizione Adelphi, 2009, curata da Silvio Perrella, sono originariamente apparsi nella terza pagina del “Corriere della Sera” tra aprile 1982 e marzo 1983, nella rubrica “Lontano”.