Piano B Edizioni
2011
9788896665367
L'ipocrisia è la malattia della società occidentale, e va corrodendo la nostra civiltà giorno dopo giorno; a dare retta al vecchio Mark Twain la responsabilità è delle fanfaluche, delle cattiverie e delle bassezze che abbiamo imputato al nostro dio, e abbiamo infilato nei testi sacri. Nel 1939, ventinove anni dopo la morte dell'artista, il curatore Bernard Devoto aveva allestito la prima edizione di queste sue eretiche, caustiche e feroci “Lettere dalla Terra”: passarono altri ventitre anni prima che venisse pubblicata. La ragione è che la figlia dello scrittore americano, Clara, s'opponeva alla stampa: a sentir lei, queste lettere davano “un'immagine distorta delle idee e delle posizioni di mio padre”. Clara s'oppose sin quando non accettò l'idea che Twain era patrimonio del mondo intero, e non c'era più questione di immagine o d'opportunità che tenesse. Era il 1962, e i tempi stavano cambiando. Se vogliamo giustificarla, almeno in parte, dobbiamo ricordare che lo stesso Twain aveva preferito rinviare la pubblicazione post mortem, preferendo evitare guai alla sua erede, censure e rappresaglie e maldicenze: la carriera del grande artista nordamericano s'era conclusa con la pubblicazione d'una favola spirituale e solare, quella “Visita in Paradiso del Capitano Stormfield” che costituisce una delle più divertenti e commoventi rappresentazioni dell'aldilà, della vita oltre la morte, perfettamente in linea con la sua narrativa bambina. Si vede che Twain non pensava ad altro da un bel pezzo, si vede che stava giocando a plasmare un altro mondo possibile, perché del nostro era esausto, e saturo; si vede che stava cercando disperatamente senso, e Dio, e che dopo averlo riconosciuto aveva voglia di giocarci un po', di stuzzicarlo sui suoi punti deboli.
In questi giorni possiamo apprezzare, grazie ai tipi della Piano B di Prato, la terza edizione italiana delle “Lettere”, dopo la prima, storica, degli Editori Riuniti [1964] e quella, più recente, della Liberilibri di Macerata [2004]; a corredare la buona traduzione di Alessandra Goti, l'appassionata nota editoriale di Alessandro Miliotti, cultore dell'opera del padre di “Tom Sawyer”. E allora abbiamo per le mani undici scritti corsari, firmati Satana. Satana è il ribelle già esiliato nello spazio per la sua “lingua svelta”; è il disfattista confinato invano nella notte interstellare, eterna e fredda; è l'antagonista al disegno divino che scrive, dalla Terra, lettere private ai suoi vecchi amici Michele e Gabriele. Scrive loro, perché altri interlocutori degni non può avere; scrive loro, rivelando che considera l'essere umano come una macchina, fatta di migliaia di meccanismi complessi e delicati, secondo leggi sulle quali gli uomini non hanno autorità, dominio e controllo. E in queste lettere Satana racconta che gli uomini sono stupidi, e folli, e pieni di contraddizioni; e che s'illudono che il Creatore sia orgoglioso di loro; e che pregano quel loro dio senza mai ottenere risposta, e ascolto, nemmeno. E racconta che il senso morale, la capacità di distinguere il bene dal male, è “il padre di tutte le immoralità”; e non attenua il dolore per un dio crudele che non sa proteggerci dal dolore, dalle malattie, dai rovesci della sorte, perché in ogni caso Dio ha un codice morale per sé e uno completamente diverso per i suoi corrotti figli. E giudica il Dio della Bibbia “un insieme confuso di contraddizioni, pallide instabilità e ferree fermezze”, capace di “fuggevoli bontà presto smentite e tramutate in malignità permanenti”. E racconta che tutte le nazioni degli uomini si disprezzano tra loro, e che le nazioni bianche colonizzano e schiacciano appena possono quelle nere; e che la storia umana d'ogni epoca è “rossa di sangue, inasprita dall'odio e macchiata di crudeltà”, e che quel sangue fa la gioia del dio feroce in cui crediamo, di cui siamo in fin dei conti i creatori, secondo Satana, e gli unici responsabili. Infine scompare nell'ombra, incapace di comprendere il Vangelo di Cristo, e torna a fare letteratura – come si conviene, e come s'addice a chi non s'allinea, a chi disobbedisce, a chi non vuole appartenere a niente, e a nessuno.
EDIZIONE ESAMINATA E BREVI NOTE
Samuel Langhorne Clemens, alias Mark Twain (Florida, Missouri 1835 – Redding, Connecticut 1910), scrittore americano. Fu pilota di battelli a vapore, cercatore d'oro, giornalista e conferenziere; editore, e sfortunato padre di famiglia.
Mark Twain, “Lettere dalla terra”, Piano B Edizioni, Prato 2011. Traduzione di Alessandra Goti. Prefazione di Alessandro Miliotti.
Prima edizione: “Letters from the Earth”, 1962.
Approfondimento in rete: Wiki en / Mark Twain House & Museum
Gianfranco Franchi, settembre 2011.
Prima pubblicazione: “Il Riformista”, 4 ottobre 2011, pagina 14. A ruota, Lankelot.
«L’uomo è senza dubbio lo stupido più interessante che ci sia»