NPE
2008
9788897141501
Una raccolta di novelle nata per giustificare la disoccupazione di uno dei più spiazzanti, divertenti e intelligenti outsider della letteratura italiana: Angelo Zabaglio, scrittore, musicista e performer di Latina, classe 1979. “Lavorare stronca” è un libro scorrettissimo, crudo, coprolalico, intervallato da nonsense (“Il turno dell'accusa”), calembour (“Fossi fossa sarei biologica”), stravaganze e inattesi sprazzi lirici. L'esito delle vicende raccontate (“Ho semplicemente paura” è esemplare, in questo senso, almeno quanto “Il tempo perso”) è quasi sempre imprevisto, stralunato, sbracato. Altrove è l'argomento (“L'apparecchio di Laura”) a trionfare (il narratore, quattordicenne, vuole leccare l'apparecchio di una sua amica), perché tendenzialmente hapax nella letteratura italiana di tutti i tempi. Zabaglio è un letterato allucinato. Queste sue allucinazioni dovranno dare vita, in futuro, a un magnifico romanzo surreale. È pienamente nelle sue corde, e si sente già in questi primi, robusti esercizi di stile.
“Si potrebbero ripetere delle domande e dei gerundi! Ho trovato. Non avendo un cazzo da fare, non potendo e non volendo viaggiare, potendo ma non volendo istruirmi, avendo pane ma non avendo denti, modificando scritti, essendo altruista e di conseguenza egoista e banale, non amando ciò che non amo, non essendo accomodante, non essendo un trituratore di erba, non navigando nell'oro, non bevendo alcolici al tamarindo, non sorseggiando canarini (come bollire... come acqua... come limone, bollire, come... fuoco) non potendo, non avendo e non volendo tutte queste luccicanze kubritiche, ho il tempo necessario per battere lettere parole e frasi con logiche sotterrate in attrici prive di canini” (p. 66)
Non manca un gran dialetto romanesco in “Come nei film americani”, con tanto di favolose traduzioni in inglese (“But are the 5 of the morning!”). È la storia di un fortunato incontro con una straniera. “Er primo bacio mio co l'americana celo semo dati naa piazza de San Pietro tutta illuminata che me sentivo un miracolato. La luce de ddio, pensavo. E invece era er comune de Roma” (p. 21). Le cose non vanno come sognava, ma la vicenda è sinceramente romantica. E mentre la riaccompagna a casa “il Colosseo sta sempre lì, statico, che se guarda la scena. E nun crolla mai” (p. 23). Mi sembra una delle cose migliori del libro, e ho la sensazione che questa del dialetto “letterario” sia una delle strade da battere con maggior convinzione.
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Ex Wunderwagen, ex Anonima Scrittori, ex giovanotto promettentissimo del Foglio Letterario, Angelo Zabaglio è oggi uno dei leader del movimento degli Scrittori Precari (Gianluca Liguori, Simone Ghelli, Luca Piccolino, Alex Pietrogiacomi), attivo su tutto il territorio nazionale. Zabaglio è il più facile da riconoscere: quando legge le sue creazioni, riesce a restare (tendenzialmente) serissimo mentre il pubblico si sganascia. Qualche anno ancora e mi aspetto di ritrovarlo su un palcoscenico gigante. Se lo merita.
EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE
Angelo Zabaglio (Latina, 1979), poeta, scrittore e musicista italiano. Grande performer.
Angelo Zabaglio, “Lavorare stronca”, Tespi, Roma 2008.
Gianfranco Franchi, gennaio 2010.
Prima pubblicazione: Lankelot
Raccolta di racconti di Angelo Zabaglio, nata per “giustificare la disoccupazione”…