La nuvola nera

La nuvola nera Book Cover La nuvola nera
Fred Hoyle
Feltrinelli
2003
9788807803260

Il progresso dell’uomo dipende in larga misura dall’individuo. Migliaia di milioni di uomini vivono organizzati in una società che somiglia a quella delle formiche. Ma invece non è così. Le idee nuove, causa di ogni sviluppo, nascono dall’individuo, non da una comunità o da uno Stato. Le nuove idee, fragili come fiori di primavera, e che la moltitudine con facilità calpesta, trovano invece accoglienza presso il pensatore solitario. Fra tutta la gente che stava ad aspettare l’arrivo della Nuvola, nessuno, tranne Kingsley, ne aveva compreso in modo coerente la natura, nessuno tranne Kingsley aveva inteso il motivo per cui la Nuvola faceva quella strana visita al sistema solare” (Hoyle, “La Nuvola nera”, capitolo nono, “Rigor di logica”).

Uno scienziato che accantona (provvisoriamente, s’intenda) la ricerca per dedicarsi alla narrativa non necessariamente abiura o rinnega i suoi studi: l’opera prima di Fred Hoyle, “La Nuvola nera”, pubblicata originariamente nel 1957, si rivolge prima di tutto ai suoi colleghi, nell’auspicio che “questa fantasia” non dispiaccia loro, perché pochi tra gli eventi raccontati sono quelli che “a rigor di logica, non potrebbero accadere”. È un divertissement, dunque: irresistibile per quanti, tra gli astronomi e gli astrofisici, non disdegnano il godimento della letterarietà sposato all’attendibilità e alla credibilità della narrazione; accattivante per gli appassionati di fantascienza; apprezzabile per i lettori onnivori.

Struttura del romanzo. Il libro si articola in un prologo, dodici capitoli e una conclusione, seguita da un epilogo. Prologo ed epilogo, ambientati rispettivamente nell’agosto 2020 e nel gennaio 2021, sono narrati in prima persona da un giovane professore del Queen’s College di Cambridge, Blythe, autore di fondamentali studi sulla Nuvola Nera che infestò la Terra negli anni Sessanta. Egli ha appena ricevuto un “voluminoso carteggio”, una lettera e un misterioso rotolo di carta perforata dal decano Sir John McNeil, testimone diretto dell’avvento della Nuvola.

Nella lettera, McNeil spiega: “Per varie imprescindibili ragioni non ho mai rese pubbliche queste notizie, ed esse infatti paiono ignote agli autori delle storie ufficiali. Mi son chiesto con molta ansia se queste cognizioni dovevano seguirmi nella tomba o invece passare ad altri; poi ho deciso di consegnare a lei le mie perplessità e le mie incertezze(…)”. Redatte in terza persona, per “non ingombrare troppo con la mia presenza questa storia”, le memorie di McNeil, suddivise in dodici capitoli e una conclusione, costituiscono il romanzo.

Trama. Monte Palomar, California, 7 Gennaio 1964. Gli astronomi del più grande osservatorio del mondo hanno appena cominciato il lavoro notturno: chiacchierano amabilmente nella cucina economica e si apprestano, non senza stanchezza, a dedicarsi alle consuete mansioni. Ma quella notte è destinata a cambiare le loro esistenze: un giovanissimo borsista norvegese, Knut Jensen, impegnato a individuare le novae, stelle che esplodono con particolare violenza, scoprirà di lì a breve, sulle lastre, qualcosa di strano. Una macchia circolare scura, una enorme nube che oscura la luce delle stelle, che sembra diretta al sistema solare “come un proiettile contro il bersaglio”. Dopo un frenetico consulto con il suo responsabile, Marlowe, si decide di preparare un rapporto da consegnare al Presidente, a Washington.

Nel frattempo, a Londra, l’astronomo dilettante George Green prende la parola, in un’atmosfera di diffuso scetticismo, nella sede della Reale Società Astronomica. Ha individuato discrepanze di Giove e Saturno rispetto all’Almanacco Nautico: confermate dalle autorità della materia, che hanno rilevato Urano e Nettuno fuori di posizione.  Il professor Kingsley dell’Università di Cambridge esamina i dati e pensa subito a consultarsi con Marlowe, a Pasadena. Il telegramma si incrocia con quello del collega: gli studiosi si raduneranno, di lì a poco, a Palomar.

Febbrili confronti, dibattiti e congetture si susseguono con un ritmo incalzante: si calcola che la Nuvola Nera possa raggiungere il Sole entro diciotto mesi, si presuppone che sia composta di gas idrogeno e che possa dunque tagliar fuori la Terra dal calore del Sole: estinguendo ogni specie vegetale e falciando e decimando le specie animali. Il timore è che possa esplodere l’atmosfera del pianeta. Nell’incertezza e nell’angoscia, un manipolo di eroici scienziati decide di fronteggiare la terribile minaccia: così, dopo irritanti trattative con i detestati politicanti, Kingsley e compagni vengono ospitati in uno “stabilimento del tutto nuovo”, a Nortonstowe, presso Cotswolds, per costituire “una comunità nuova fatta apposta per affrontare la situazione d’emergenza”. Poco a poco, l’esistenza della Nuvola diviene inevitabilmente di dominio pubblico: l’umanità è sempre più consapevole del pericolo incombente.

Gli scienziati di Nortonstowe studiano il comportamento della Nuvola e vagliano il modo d’arginare il devastante impatto. Prima crisi: scompare la luce del Sole, per tre giorni si vive in un “mondo nero”; poi appare una luce tenue, rosso cupo, e una serie di torrenziali piogge e di tempeste mai viste danno il là alla devastazione del pianeta. La Nuvola ha avuto un comportamento imprevedibile: giunta al Sole, è rimasta immobile. La soluzione è quella più inattesa: la Nuvola è viva, ha intelligenza.

Kingsley, Marlowe e compagni si troveranno, così, ad elaborare tecniche e codici di comunicazione con l’entità che ha già causato la morte di 700 milioni di persone: ed è questo il momento in cui la narrazione entra nel vivo, rivelando, in diversi tratti, un piacevole spessore filosofico. A questo proposito, ecco due frammenti interessanti, tratti entrambi dal capitolo decimo. Inutile premettere che giudico superflui rilievi di natura stilistica: Hoyle non è un letterato, è uno scienziato-romanziere erudito e stravagante.

Della comunicazione. “Possiamo dirlo anche così. Dati due individui assolutamente identici, non è necessaria alcuna comunicazione fra di essi, perché ognuno sa automaticamente l’esperienza dell’altro. Tra individui quasi identici basta un metodo di comunicazione rudimentale. Invece tra due individui molto differenti, è necessario un sistema di comunicazione assai più complesso”.

Dell’amore. “Se lo guardiamo da un punto di vista interamente logico, la nascita e la crescita dei bambini è un fatto privo di ogni attrattiva speciale. Per la donna significa dolore e preoccupazione infinita. Per l’uomo significa lavoro in più per molti anni, per sostenere la famiglia. Perciò se il nostro atteggiamento riguardo al sesso fosse solamente logico, forse non ci prenderemmo la cura di riprodurci. Se ne assume l’incarico la natura, facendo dell’amore una cosa assolutamente irrazionale. Può sembrare contraddittorio, ma se non fossimo irrazionali non potremmo sopravvivere”. Invito a questo punto il lettore a procurarsi il romanzo per scoprire come nasca, come viva e come si concluda la dialettica tra gli scienziati e la Nuvola: la fantasia di Sir Hoyle è, in quei frangenti, davvero non comune.

Ultime osservazioni. I limiti dell’opera sono evidenti: stile spesso trasandato, nulla l’introspezione dei personaggi e francamente inaccettabili certi riferimenti mal codificati nei confronti dell’ambiente accademico coevo ad Hoyle. Ma sono limiti trascurabili, considerando l’argomento e la natura del romanzo e la formazione e l’intelligenza dell’autore. Apprezzabile l’ironia che permea la narrazione, interessante la ricerca del ritmo e la sommaria fedeltà al parlato in certi dialoghi. Non è un capolavoro della science fiction, ma è un libro che almeno i cultori del genere dovrebbero leggere. Il capolavoro, non mi stanco di ripeterlo, è l’altra Nuvola del Novecento, quella di Shiel. Gustosa e satirica la contrapposizione tra scienziati e politici.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE.

Sir Fred Hoyle (Bingley, Yorkshire 1915 / Bournemouth, 2001), scienziato e romanziere inglese. Fu professore di Astronomia nell’Università di Cambridge e di Astrofisica nell’Istituto di Tecnologia della California. Fondò l’Istituto di Astronomia di Cambridge. Rifiutò la teoria del Big Bang (il termine è un suo conio).

Fred Hoyle, “La Nuvola nera”, Feltrinelli, Milano, 1959. Premessa dell’autore. Traduzione di Luciano Bianciardi.

Prima edizione: “The Black Cloud”, Heinemann, Londra, 1957. “The Black Cloud” fu il primo romanzo del professor Hoyle.

Gianfranco Franchi, novembre 2003.

Prima pubblicazione: Lankelot.