Coniglio
2006
9788860630407
Il secondo romanzo di Lisa Massei da Cecina è quel che nel sottobosco anonimo e popoloso degli autori della nuova generazione avevamo conosciuto e apprezzato come “Lingua in vena”; è stato pubblicato, con qualche rilevante taglio – sbaglio? È sparito il prosimetro, ad esempio, tratto stilistico già apprezzato in “Insomnia” – da Coniglio Editore come “La lingua batte dove il cuore duole”. È un romanzo concentrato sulle complesse relazioni sentimentali e sulle fragili interazioni di un microcosmo. Dopo aver letto “Insomnia”, scrivevo: “I personaggi di Lisa Massei sono in crisi esistenziale, disorientati o depressi da vicende deludenti, drammatiche o frustranti; s’intravede il segno d’un passato differente, e almeno – se non piacevole o gratificante – lineare e pacifico” – stesso discorso sembra valere per Alessio e Serena, protagonisti di questo nuovo romanzo breve; a conferma d’una indagine esistenziale che tende a preferire questo status e queste condizioni, a distanza di anni. L’esito ribadisce le buone promesse del passato; Lisa Massei sonda i contrasti e le contraddizioni di anime rovesciate dalle vicende della loro vita, affascinata dal mistero delle affinità elettive e dalla predestinazione alla sofferenza, e all’inadempienza.
Allegoria di questa indagine sull’umanità – meglio: sull’anima dei singoli individui, tendenzialmente di classe piccolo borghese o proletaria – dei nostri giorni è la descrizione, nelle primissime battute, dell’industria chimica, delle sue ciminiere e dei laghi artificiali spuntati d’un tratto al di là d’una finestra; la nuova società è inumana, malata e intossicante. Lo scenario descritto potrebbe mostrare delle coincidenze con quello di Rosignano Solvay; naturalmente sto solo congetturando, potrei sbagliare.
La narrazione si concentra su due personaggi, si diceva: Alessio e Serena (e non Angela e Marco, come inspiegabilmente si legge in quarta di copertina). Alessio ha alle spalle un divorzio prevedibile dopo un matrimonio sbagliato; è solitario, introverso e alienato. Lavora come archivista ma è totalmente scollato dalla sua attività; sembra avere diversa vita interiore, a casa c’è una notevole raccolta di libri e dischi (spicca, come scoprirete, l’emblematico “I am legend” di Matheson, apprezzabile delirio paranoide). È un trionfo di malinconia e rimpianti; a partire, addirittura, dall’ex primo amore dell’adolescenza. Le relazioni con l’altro sesso sono ben illustrate, ad esempio, qui: “Sudare, impazzire, corteggiare, morire dalla voglia, tremare per la paura di essere rifiutato e poi vedersela cadere fra le braccia nel momento giusto, quando stavi per rinunciare, per fartene una ragione. Scoppiare, esplodere di gioia, spogliarla lentamente guardandola negli occhi. Sono tutte cose che Marco non conosce. Nemmeno io. Le ho sempre sognate. Quando era il momento non è mai arrivato, ho sempre sbagliato qualcosa e le persone giuste se ne sono andate per sempre” (p. 19).
Serena è segnata dalla morte d’un uomo amato; appare indossando abiti che non le appartengono; è molto attratta da Alessio e sembra non sapersi spiegare le ragioni nemmeno lei. È equilibrata e viva e tuttavia ferita a fondo dalle cose della vita; talmente fragile e indifesa che finisce vittima delle psicosi del suo compagno. Si consegna a chi non può averla, perché non sa amare; o forse perché ha sempre mentito a se stesso.
Tra i personaggi laterali, segnaliamo Marco – viveur e tombeur de femmes, contraltare logico di Alessio; è aperto e brutale, falso e freddo e interessato soltanto alla seduzione; stabilirà le premesse per l’incontro tra Alessio e Serena, sarà inspiegabilmente scazzottato dallo scosso e complessato amico e si riscatterà con piena violenza soltanto nelle ultime battute. Quindi, Mirko, cantante nelle ore di svago (è benestante) e tossicodipendente, funzionale a rivelare due aspetti della personalità di Alessio, a seguito del loro fortuito incontro; la paranoia (sarà lui a leggere, in casa sua, Matheson) e l’omosessualità latente, che sembra essere tra gli inneschi del rovinoso esito della vicenda.
Ho cercato di analizzare senso e spirito dell’opera senza dare eccessivi cenni a proposito della trama, favorendo magari l’intreccio; questo perché credo che un testo come questo valeva la pena fosse senza mistero, con tutta la verità spiattellata in faccia al lettore già nelle prime battute. La ragione è semplice; l’interesse dell’autrice non è lo sviluppo delle relazioni tra i personaggi, ma i motori primi, le ragioni e le cause dei loro comportamenti e delle loro condizioni psicologiche. Da un certo punto di vista, “La lingua batte dove il cuore duole” è un testo che potrebbe valere, in certe lezioni sperimentali della Facoltà di Psicologia, come strumento efficace a indagare – con opportune invenzioni da parte degli studenti, congetture e supposizioni – l’origine del male: la genesi della distruttività e dell’acquisita incapacità di amare.
È un romanzo senza dubbio interessante e piuttosto equilibrato; la lingua non mostra sfasamenti, mantenendo misura e compostezza; è più letteraria che in “Insomnia”, radicalmente estranea stavolta a prestiti o stravaganti (e nemmeno episodici) calchi dall’inglese. Promette molto davvero la sensibilità e la profondità della ricerca umana ed esistenziale di Lisa Massei; dovrà acquistare maggiore e ben più ampio respiro, ma non dubito che si rivelerà fertile di arte nuova. Sin qua, non si può che guardare con grande interesse alla sua produzione, registrando una scrittura limpida e fluida, piacevole e accattivante; niente v’ostacolerà dal terminare, in una manciata di ore, questa sua prova nuova. E non rimane che attendere il prossimo passo: mi spingo a dire che non sarà ancora quello dell’opera matura e definitiva. Lisa Massei è magma e work in progress; un talento che ha deciso la rotta ma non ancora la struttura e la forma del suo sentiero. Espressione di una bella intelligenza letteraria, “La lingua batte” è la conferma di diverse buone promesse. Stuzzicante e intelligente – mica poco.
EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE
Lisa Massei (Cecina, Livorno 1979), scrittrice e pittrice italiana. Studia Psicologia e lavora come grafica pubblicitaria.
Lisa Massei, “La lingua batte dove il cuore duole”, Coniglio Editore, Roma 2006
Titolo della prima stesura: “Lingua in vena”. Curiosità: la quarta di copertina di Coniglio Editore è sbagliata; a partire dai nomi dei protagonisti. Credo sia la prima volta in assoluto che mi capita di pizzicare un errore del genere. Nota di demerito ai curatori dell’edizione.
Gianfranco Franchi, aprile 2007.
Prima pubblicazione: Lankelot.