La Dama Bianca di Duino

La Dama Bianca di Duino Book Cover La Dama Bianca di Duino
Dušan Jelinčič
Diabasis
2010
9788881037490

Onestamente fuori dal tempo, questo feuilletton dello scrittore e alpinista triestino Dušan Jelinčič, classe 1953, espressione della minoranza etnica slovena, è una discreta e tenera pagina di letteratura sentimentale, caratterizzata da una trama ben articolata e da una lingua quando troppo libresca, quando fiabesca, quando semplicemente improbabile. “La dama bianca di Duino”, pubblicato dalla Diabasis di Reggio Emilia nel dicembre del duemiladieci, nasce per restituire “il sapore della leggenda / con i colori vivi dei luoghi / delle comunità dei borghi / dalle bocche di Timavo / di Aurisina e Duino / di Trieste / sullo sfondo di Venezia e di Aquileia”, leggiamo nel divertente e insolito finito di stampare, in coda all'edizione. E va detto che colore ed emozioni non mancano affatto, nel leziosetto scritto jelincicio, in cui scorre, come un fiume carsico, una bella morale della favola, popolare e popolana, che riempie il cuore di dolcezza.

La storia è ambientata tanto tempo fa, qualche secolo prima del Rinascimento, dalle parti di Duino. Lui, Simer, è un pescatore di Aurisina. Sogna di fare lo scultore. È un bravo ragazzo, onesto e lavoratore, povero e bellissimo, gentile e ingenuo. Lei, Vida, è una pastorella carsolina, bionda; ha un viso “regolare, solare e pieno”, labbra sottili, occhi chiari. È giovanissima, e ha una bella risata, spontanea e innocente. È tanto bella quanto incosciente della sua bellezza. È una persona semplice, e sembra destinata a Simer.

L'altra, è Mila. È mora e prosperosa, benestante e gelosa. Potrebbe avere qualsiasi uomo, e non si stanca di levarsi capricci. Simer è il suo capriccio nuovo. Un capriccio che oppone resistenza. Mila finirà per tramare. Tramando potrà farsi del male.

L'altro, il conte Fridrik, è il signore di Duino. È ricco e influente, prepotente e avido. Un “rude castellano amante solo della caccia e delle abbuffate”, uno abituato a massacrare la gente in battaglia, e non ad amarla.

Vida sogna di prendere una barca e di andarsene verso Aquileia, costruire una casa e coltivare un pezzettino di terra. Simer sogna di poter lavorare la pietra ad Aurisina, a casa sua. Intanto si amano, a pochi passi dal castello di Duino, tra gli scogli e le spiagge di ciottoli. E vivono con entusiasmo l'euforia della giovinezza. Ma le maligne trame di Mila finiranno per portare Vida nella corte di Fridrik, come serva; là diventerà dama di compagnia; infine promessa sposa del conte. Ma l'amore di Simer non si spegnerà, per questo. E così quello di Vida. Noi con la trama ci fermiamo qua. Verranno furibondi e ingiusti rovesci della sorte, verrà infine la leggenda.

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A Duino, in quell'epoca, la situazione politica poteva essere quella ben sintetizzata da questo dialogo popolano: “Se il Duinate deciderà di attaccare Trieste, cercherà coscritti tra di noi. Inoltre al patriarca di Aquileia non basta quello che ha, il Doge guarda con cupidigia queste terre, e l'Austria vorrebbe disporre liberamente di tutto il mare possibile, perché sa che il mare porta lontano” [p. 35].

La nostra amata Trieste era sempre fedele a se stessa: “Trieste era una città orgogliosa, che non voleva sottostare né a Venezia, né ad Aquileia; ma se proprio doveva, perché così piccola e senza retroterra non poteva difendersi da sola, sarebbe diventata piuttosto un satellite dell'Austria. E questo solamente perché Vienna era lontana e di conseguenza avrebbe goduto di maggiore autonomia e libertà” [p. 86] – passo, questo, che potrebbe fare la gioia del vecchio gallese Jan Morris, finendo per confermare la bontà della sua notevole, recente analisi apparsa in “Trieste o del nessun luogo”.

E d'altra parte sponda austriaca Trieste sarebbe stata per sei secoli tendenzialmente felici: fino al 1918. Ma questa è un'altra storia, che va raccontata altrove. E per bene. Jelinčič teneva a raccontare questa storia popolare per restituire intanto ai triestini, giuliani e sloveni e austriaci in prima battuta, il ricordo della vita dei pescatori e dei contadini nei borghi aviti. Ha saputo confezionare una discreta opera di intrattenimento, una fiaba di luci e ombre, un chicco di memoria.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Dušan Jelinčič (Trieste, 1953), giornalista e alpinista triestino, della minorenza slovena.

Dušan Jelinčič, “La dama bianca di Duino”, Diabasis, Reggio Emilia, 2010.

Gianfranco Franchi, gennaio 2012.

Prima pubblicazione: Lankelot.