Via del Vento
2010
9788862260374
Introduce il letterato Francesco Cappellini, curatore dell'elegante plaquette Via del Vento: “Nel 1985 esce negli Stati Uniti 'Along with youth – Hemingway: the early years', di Peter Griffin. Nel raccogliere il materiale per la sua biografia Griffin si era imbattuto in cinque storie brevi scritte da Hemingway tra il 1919 e il 1921 e mai pubblicate prima; decide quindi di inserirle nel suo ricco saggio biografico. Il presente volumetto raccoglie due di questi cinque racconti” (p. 27). Tutto chiaro? Fantastico. Siamo di fronte a due scritti di un Hemingway ragazzino, ventenne, a qualche anno di distanza dal suo esordio (“Three Stories and Ten Poems”, Paris, 1923). Il giornalista e scrittore statunitense, in quegli anni, imparava il mestiere nel “Kansas City Star”; viveva l'esperienza incredibile della Prima Guerra Mondiale, come autista di ambulanze, ritrovandosi ferito da un colpo di mortaio e subito dopo innamorato di un'infermiera (cfr. “Addio alle armi”); tornava a casa, eroe di guerra, e si ritrovava solo. Il suo grande amore l'aveva lasciato. Succede. Non restava che meditare, bere, scrivere. Ritrovarsi, capire che strada prendere. In un momento del genere, racconta sempre magnificamente Cappellini, prendono vita e vengono plasmati i bozzetti di “Incroci. Un'antologia”: non sono racconti, spiega, ma piuttosto “pennellate decise e concentrate, già espressione di una tecnica narrativa che 'per sottrazione' domina il magma dell'animo umano” (p. 29). “Incroci” è una galleria di piccoli ritratti, sketch di buon livello, niente affatto memorabili se non per questioni filologiche o d'assoluta affezione al vecchio Hem. Si tratta dei più classici esercizi di stile, prodromici alla lavorazione di qualcosa di molto diverso. Sappiamo già di cosa si tratterà. Romantico ritrovarli pubblicati, questo sì.
Post sbarco in Chicago, primissimi anni Venti, in quell'atmosfera caratterizzata dai contrasti e dalle contraddizioni del proibizionismo, dalla vivacità e dal disordine di quegli anni, nasce l'altro pezzo contenuto in questa plaquette, l'eponimo “La corrente”. Sono gli ultimi mesi prima della grande esperienza parigina. L'iniziazione è a un passo. “The Current” è una storia d'amore, e di pugilato. Stuyvesant, bello da non credere e incosciente del suo fascino, va a trovare Dorothy. Vuole sposarla. Non è la prima volta che decide di chiedere la mano a qualcuna, ma potrebbe essere quella buona. Almeno, questo crede e va ripetendosi. Dorothy non è d'accordo: “sei così buffo. Non posso sposarti. E tu non mi ami veramente, lo sai”. Non può amare veramente perché, secondo lei, è troppo bello e s'innamora troppo facilmente. È troppo volubile, troppo lunatico. Ma lui s'infervora: questo amore è stato come un fiume, da sempre, come una corrente grande e forte; le altre ragazze erano solo un'onda che increspava la superficie. Tutto qui. Da sempre è così, e non può che essere altrimenti. E allora Dorothy domanda una prova d'amore: essere il primo in qualcosa, in qualsiasi cosa, senza perdersi troppo dietro a tutto il resto. Stu è fuori di sé dalla gioia, perché sente di poter realizzare l'impresa. Chiede consiglio a un amico e decide: boxe.
Comincia il duro cammino verso la gloria fronteggiando mesi di allenamenti e sacrifici; il suo corpo e il suo temperamento, man mano, perdono tutte le ricercatezze e i vezzi borghesi; Hemingway ci accompagna fino al match decisivo, e al successo risolutivo, mostrandoci quanta strada sia in grado di fare un giovanotto con un'enorme volontà, a dispetto di tutto. Si ritrova il muso fatto a pezzi, ma ha saputo dimostrare alla sua amata di cosa è capace. È cambiato. Non nei sentimenti. Ricorda qualcosa?
EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE
Ernest Miller Hemingway (Oak Park, Illinois, 1899 - Ketchum, Idaho, 1961), giornalista e scrittore americano. Premio Nobel per la letteratura nel 1954. Premio Pulitzer nel 1953. È stato corrispondente di guerra ed autista di ambulanze della Croce Rossa.
Ernest M. Hemingway, “La corrente e Incroci. Un'antologia”, Via del Vento, Pistoia, 2010. A cura di Francesco Cappellini. Tiratura limitata 2000 copie; la mia è la numero 250.
Prima edizione: Scritti tra 1919 e 1921, inediti fino al 1985.
Gianfranco Franchi, giugno 2010.
Prima pubblicazione: Lankelot.