Knulp

Knulp Book Cover Knulp
Hermann Hesse
Mondadori
1984
9788804139560

"Knulp" (1915) è un quaderno di narrativa fondato su tre movimenti: protagonista assoluto, un alter ego del narratore, Knulp, adorabile vagabondo dal cuore onesto e gentile e dall'assoluta renitenza alla linearità borghese, alla socialità d'accatto, alla prevedibilità. Un giusto che finisce di vivere ritrovandosi a parlare con Dio, e scoprendo che la sua essenza è qualcosa in cui lui amava riconoscersi. È un uomo innamorato della natura; e pur non essendo proprietario di niente, è uno che si sente d'appartenere e d'essere appartenuto agli alberi, ai fiori e alla terra molto più di chi ne possedeva ettari. È un ribelle senza causa diversa dalla bellezza, e dalla ricerca della verità. Un aristocratico proletario, un egoarca pieno di generosità e sentimento.

Maria Pia Crisanaz Palin, curatrice dell'edizione, crede che "Rispetto a Harry Haller, l'abitante di una città moderna, Knulp resta una figura di outsider più ingenua, una forma di protesta più immediata, che più facilmente trova una soluzione immergendosi in quella natura da cui non è stato ancora alienato, mentre Harry, che vive una situazione ben diversamente cupa e disperata, deve appena riscoprire dentro di sé il mondo rifiutato dei sensi per trovare il contatto con la vita" (pp. 206-207). E il segreto della sua grandezza, a ben guardare, è tutto qui, e in questo risiede. È un segreto primordiale, degno di essere ritrovato e riabbracciato da tutti. È una delle risposte alla nostra sofferenza per l'alienazione e la frustrazione della vita cittadina, e metropolitana. La più lirica, la più naturale.

Knulp è un vagabondo. Un vagabondo molto ordinato, capace di tenere in perfetto ordine il suo libretto del lavoro, pieno di esperienze insolite e stravaganti in diverse parti della sua nazione, la Germania. È quasi incensurato, ci racconta Hesse, e in ogni caso non ha mai avuto a che fare col furto o con l'accattonaggio. Non fa del male ha nessuno, male non conosce. Ha amici un po' dappertutto, è benvoluto da tanti. Lo incontriamo proprio mentre trova ospitalità da uno di loro, dopo un periodo di degenza in ospedale. Ed è un vero amico, forse perchè è un vecchio compagno di viaggio. È uno che riesce anche ad assumerlo come apprendista pur di dargli una mano. Intanto sa che la presenza di Knulp porta allegria e serenità in casa. Sono due sentimenti così grandi e rari che non hanno prezzo. Ma succede qualcosa che non doveva succedere... ed è ben sintetizzato in questo passo, completo di una sontuosa descrizione della natura, e dello stato d'animo del nostro amico ramingo:

"Arrivato alla palestra, Knulp si fermò e si guardò attorno. Il vento umido cantava debolmente tra i rami spogli degli ippocastani, il fiume scorreva muto e nella tenebra profonda rispecchiava alcune finestre illuminate. La notte dolce beneficava il vagabondo in tutte le fibre con un sentore di primavera, di calore, di strade asciutte e viaggi a piedi. La sua memoria inesauribile abbracciava la città, la vallata e tutta la regione. Egli si orientava ovunque, sapeva strade e sentieri, villaggi e casali, cascine e case amiche da pernottarvi. Stette a pensare concentrandosi e stabilendo il piano del prossimo viaggio perchè lì, a Lachstetten, non poteva più rimanere. Se la donna non gli creava difficoltà. Sarebbe rimasto ancora la domenica per riguardo verso l'amico" (p. 238).

E così, il povero Knulp è costretto dalla sua correttezza a prendere e andarsene via, di notte, per evitare di tradire il suo amico. Non c'è niente di difficile, e niente di doloroso. Perché Knulp è uno abituato alla solitudine. È uno che, come leggiamo nel successivo frammento, sa raccontare cosa significa l'isolamento, a dispetto della sua socievolezza e della sua giovialità. È uno che ha imparato a prendere le distanze dall'amicizia e dall'amore, puntando su un altro sentiero. Quello della ricerca interiore. È uno spiritello incarnato in un contadino, che altra gioia non conosce diversa dal viaggio.

Nella nota introduttiva al Meridiano Mondadori 1977, Maria Pia Crisanaz Palin scrive che è evidente che "l'opera è anteriore all'incontro di Hesse con la psicanalisi. I temi che poi verranno sviscerati, a volte in un continuo procedimento d'autoanalisi (soprattutto in 'Klein e Wagner') qui vivono ancora nel limbo dell'incoscio, sono immagini letterarie che, come veniva notato anche allora, collegano Hesse ai temi romantici del vagabondaggio di Eichendorff". La "Vita di un perdigiorno" dello scrittore ottocentesco è, tuttavia, non soltanto la storia allegra e scanzonata di uno che rifiutava comodità e lussi e preferiva piuttosto abbandonarsi al caso, e cantare la bellezza, la terra e la natura: è anche la filosofia di uno che scriveva "Io non mi trovo a mio agio in nessun posto; come se arrivassi dappertutto troppo tardi, come se la mia presenza non fosse stata calcolata in questo mondo". In questo senso "Knulp" registra un considerevole passo avanti. Perché il vagabondo di Hesse si trova a suo agio ovunque ci sia qualcosa di vero, e di naturale, e di incontaminato: la sua presenza è imprevista, ma è tendenzialmente bene accetta. E al limite è lui a decidere quando se ne deve andare – a comandare il suo cuore è soltanto la sua volontà, non esiste volontà più forte di essa, né ragione più grande.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Herman Hesse (Calw, Wuerttemberg,  Germania 1877 – Montagnola, Svizzera, 1962), romanziere e poeta svizzero. Premio Nobel per la Letteratura nel 1946.

Hermann Hesse, "Knulp", in "Romanzi", Mondadori, Milano, 1977. Traduzione di Ervino Pocar. Prefazione di Claudio Magris. Cronologia a cura di Maria Pia Crisanaz Palin. Note e bibliografia a cura di Maria Pia Crisanaz Palin.

Prima edizione originale: 1915. Oggi in Marsilio, 2000.

Per approfondire: WIKI it / Hermann Hesse Portal / Fondazione Hermann Hesse

In Lankelot: articoli su HERMANN HESSE.

Gianfranco Franchi, "Lankelot". Agosto 2010.

A comandare il suo cuore è soltanto la sua volontà, non esiste volontà più forte di essa, né ragione più grande.