Castelvecchi
2006
9788876151545
“Se ami devi credere, e se credi, capisci e perdoni” (Henry Miller)
Quattordici acquerelli (“divertenti in modo molto strappacuore”), chiave d'interpretazione l'insonnia, tre foto di Miller e una riproduzione fotostatica del manoscritto corredano questa piccola ed elegante edizione di un racconto di Henry Miller (1891-1980), pubblicato al termine della sua carriera.
È una dichiarazione d'amore e d'appartenenza a un nuovo, giovane amore; un vecchio artista famoso insegue un fuoco fatuo, una giovane cantante di pianobar, graziosa e introversa giapponese. È un'anima innamorata d'un'altra anima (“parlare dell'anima è il modo più facile per perdere una donna”, ammette): perché dentro di lei c'è il Diavolo, nonostante sembri angelica. Non ricorda quando se ne sia innamorato; si domanda soltanto se davvero l'amore implichi la resa totale, se esista un limite a sanguinare per sempre per un sentimento. Non dubita che nient'altro abbia senso, che nient'altro possa avere senso.
È un amore vissuto con la stessa intensità dei giorni dell'adolescenza, lo stesso radicale estremismo, la stessa ansia di appartenenza, e di possesso: la stessa euforia per l'esistenza sola dei sentimenti (“Siamo pieni di potenziale, anche quando diamo il nostro peggio”), per la loro indomabile violenza; una violenza che sprigiona pittura e scrittura nuova. Non senza reminiscenze letterarie: “Demian” di Hesse (“L'amore non deve supplicare o esigere. L'amore deve avere la forza di trovare la sua via verso la certezza”), Thomas Mann, Knut Hamsun (“Misteri”: L’amore è un segreto che può trascinare alla follia. La fede è la prima sorella dell’amore, ne scrivevo anni fa), accompagnano Henry Miller nella descrizione del suo stato. Ne deriva un libello minimo e intenso, destinato a perfezionare gli scaffali dei bibliofili e degli appassionati della scrittura dell'artista padre del “Tropico del Cancro”.
“Si dice che il Paradiso sia separato dall'Inferno soltanto da una linea immaginaria. L'estasi e la disperazione sono doppelganger, cioè, sorelle di sangue. L'amore può essere una prigione senza porte o finestre: uno è libero di andare e venire, ma a quale scopo? L'alba può portare libertà o terrore. La saggezza non è di nessun aiuto quando uno ha la camicia di forza. Così è. Così era. Così sarà” (p. 26).
Imparare a vivere l'amore come il fiore vive la bellezza; imparare la lingua dell'amata; essere preservati dall'innocenza, come gli idioti, per sprofondare in Paradiso – questo il senso ultimo della lettera aperta di Henry Miller al suo ultimo, lirico amore. Poesia, narrativa, pittura. Tutto sgorga dall'anima.
EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE
Henry Miller (New York, 1891 – Pacific Palisades, 1980), pittore, romanziere e saggista americano, di sangue cattolico tedesco.
Henry Miller, “Insomnia ovvero il demone dell'amore”, Castelvecchi, Roma 2006. Collana Le Navi, 37. Traduzione di Costanza Rodotà.
Prima edizione: Insomnia or The Devil at Large, New York: Doubleday and Company, 1974.
Approfondimento in rete: Wiki en
Gianfranco Franchi, marzo 2009.
Prima pubblicazione: Lankelot.
“Il cuore umano è indistruttibile. Tu immagini soltanto che sia spezzato” (HM)