In un tempo andato con biglietto di ritorno

In un tempo andato con biglietto di ritorno Book Cover In un tempo andato con biglietto di ritorno
Enrico Pietrangeli
Proposte Editoriali
2005

Progressive rock. Vinile. Stereo 4. Stereo 8. Vinile, sempre. Vhf, Uhf. Radio libere. Collettivi. Manifestazioni. Libero amore eterno amore, di poeta adolescente, estremo e sregolato. Rovescio della Medaglia. Evasione dalla realtà. The Who. La Tolfa. King Crimson. Fumetti. Ganja. La Roma di Ago Dibba. Demis Roussos. Dario Bellezza. I compagni incazzati e i compagni che sbagliano. Un disco che rivela Edgar Allan Poe. Magliette psichedeliche. I compagni incasinati e i compagni clandestini. Santa Maria in Trastevere. La droga che ammazza il sogno. Il sogno che s’addormenta, incapace di dissoluzione. Una generazione entra adesso nella Letteratura italiana: quella che ancora stenta a essere rappresentata nella nostra narrativa. 1977.

È rock. È lirico. È innocente. Il romanzo d’esordio di Enrico Pietrangeli è il canto della generazione che non ha avuto luce: torniamo indietro di quasi trent’anni. Quando la rivoluzione non sembrava poi lontana. Difficile cristallizzare l’adolescenza, sospenderla per eternarla: perché l’adolescenza di quei rivoluzionari era più irriverente, più sfrontata e oltraggiosa ancora, e le loro prime volte sembravano non finire mai. La ricerca della verità era sperimentazione di tutto – s’andava a cancellare gli ultimi limiti, sognando liberazione e rigenerazione. L’etica coincideva con l’utopia. Ma l’utopia è una madre che trascura i figli. Disinvolta, sempre.

Questo è il libro di un innamorato. Di un innamorato di Roma, del rock, della poesia: un ragazzo che aveva fede. Ideale, arte, sentimenti: (r)esistenza. Lorenzo ritrova Lucia. Lucia ha uno sguardo azzurro intenso, è volubile e sfuggente; quindi scende a precipizio e s’incide. Amando, s’eterna. Lucia è fragile e inquieta, e il suo capriccio decisivo sembra quasi un gioco; svicolare dalla realtà per cercare vita nuova; deragliare, deflagrare, e tornare solo se.

È una discografia dei sensi e della memoria. See me, feel me, touch me, heal me. È un romanzo che si lascia leggere e ascoltare: alta fedeltà d’un personaggio e d’una generazione che non ha piegato la testa. Nemmeno nella sconfitta, nemmeno nelle sconfitte: s’è azzuffata con se stessa, piuttosto, per non voler ammettere che “quelli più veri, gli idealisti, sono, perlopiù, deceduti nella logica spietata della violenza politica (…)” o se ne sono andati per “un altro tipo di morte, più lenta e silenziosa (…): quella da eroina”.

Memoria. Adesso, viva. I often wonder what it is he’s feeling. / Has he ever heard a word I’ve said? / Look at him, now in the mirror dreaming. / What is happening in his head? / What is happening in his head?” Oh, I wish I knew. Allora, in un tempo andato con biglietto di ritorno, mi ritrovo a vivere, da anarchico di destra classe 1978, quel che sto respirando nei dischi d’un decennio irripetibile, e qualche film comincia a rievocare: Pietrangeli scrive con intelligente immediatezza, perché ha scardinato la porta del rimpianto, e non ha paura di rappresentare quel che è stato senza negare né malinconia, né gioia; suggestiva archeologia del presente, libro partigiano d’un mondo già sparito. L’idea, tuttavia, l’idea è rimasta intatta. Banco del Mutuo Soccorso: da qui, messere, si domina la valle. Ciò che si vede, è.

C’è un angelo che appare a Lorenzo. È quella musa pallida e solare che guida la scrittura di Pietrangeli, per lacrime e rabbia (potremo un giorno dominare l’idea, rapirne l’essenza, per non più sentire?). Quando sorride, sprigiona versi.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Enrico Pietrangeli (Roma, 1961), scrittore, poeta e traduttore.

Enrico Pietrangeli, “In un tempo andato con biglietto di ritorno”, Proposte Editoriali, Roma, 2005. Prefazione di Claudio Comandini. Postfazione di Gianfranco Franchi.

Gianfranco Franchi, aprile 2005.

Prima pubblicazione: Lankelot.