Elliot Edizioni
2010
9788861921443
Romanzo fantasatirico di un'esordiente tedesca, Eva Baronsky, classe 1968, “Il signor Mozart si è svegliato” (Elliot, 2010) è un divertissement giocato sulla falsariga d'un espediente classico della letteratura tedesca: quello della favola di Peter Klaus, pastore che s'addormenta e si risveglia vent'anni più tardi in un mondo che stenta a riconoscere. È una favola presente, con ovvie varianti, in molte letterature; è tornata a scintillare di vitalità, in Occidente, post “Rip van Winkle” di Washington Irving. Era il 1819. Quasi duecento anni più tardi, la Baronsky riadatta la trovata dell'involontario viaggio nel tempo a sua maestà Wolfgang Amadeus (“Amadé”) Mozart, dando vita a una divertente commedia degli equivoci, brillante e cinematografica quanto basta per poter andare incontro veramente al gusto di tutti. Sgombriamo subito il campo dall'ingombrante quarta di copertina: parlare di “originalità”, per una trovata del genere è straordinariamente bizzarro. Parlare di “gradevolezza” e di “grazia” è sicuramente sensato.
“Il signor Mozart si è svegliato” è un piacevole omaggio al genio dell'artista perduto il 5 dicembre 1791, appena trentacinquenne. Wolfgang Amadé Mozart, nell'operetta barocca della Baronsky, si risveglia, la notte dopo gli ultimi, angosciosi lavori sul “Requiem”, nella Vienna del 2006. Ricorda perfettamente tutto quanto, soltanto fatica – ragionevolmente – a raccapezzarsi in una realtà tecnologicamente, culturalmente, socialmente, architettonicamente diversa (eccezionalmente diversa) da quella abbandonata un attimo prima. L'autrice giostra con intelligenza tutta una serie di boutade, di equivoci e di disordini, dal primo impatto con le automobili a quello con i lettori cd, dall'epifania dei telefoni (e dei cellulari) alla scoperta dei musicisti classici emersi post mortem dell'artista, dall'accettazione complessa dei nuovi abiti e dei nuovi costumi (da tutti i punti di vista) in avanti, guidandoci nel mondo nuovissimo dell'antico viennese, con sentimento e semplicità.
La difficoltà ciclopica, al di là dell'adattamento a tutte le novità, dalle banconote in avanti, emerse nel frattempo, non può che essere quella burocratica. Senza carta d'identità non puoi essere Mozart, figuriamoci Mozart redivivo. Ma non puoi nemmeno essere il nome di comodo che hai scelto nel frattempo. La Baronsky naturalmente ci regala l'emozione straordinaria di poter immaginare Mozart che torna a suonare dal vivo, prima nei localetti poi in contesti sempre più importanti e fascinosi, e come se non bastasse ci restituisce l'artista alle prese con la carta pentagrammata. Considerando che tanti di noi hanno ancora ben chiaro in testa l'ottimo film di Milos Forman di qualche anno fa (oddio, qualche: “Amadeus” è del 1984), l'impatto è straordinariamente efficace, vivace e credibile. Credibile? Credibile.
L'impianto del romanzo, suddiviso in capitoli di media lunghezza, è razionale e funzionale; la freschezza e la goliardia lessicale, fondata spesso sulla contrapposizione tra gergo e registro dell'epoca di Mozart e quello dell'epoca nostra, è mantenuta con efficacia dalla traduzione di Simone Buttazzi e Claudia Crivellaro. I due traduttori hanno ritenuto – a ragione – di domandare la consulenza di un musico-letterato come Marco Busetta onde evitare d'aggiungere equivoci alla commedia degli equivoci. Gli appassionati di classica stiano tranquilli, non pizzicheranno stecche.
EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE
Eva Baronsky (1968), scrittrice tedesca. Questa è la sua opera prima.
Eva Baronsky, “Il signor Mozart si è svegliato”, Elliot, Roma 2010. Traduzione di Claudia Crivellaro e Simone Buttazzi. Consulenza musicale di Marco Busetta.
Prima edizione: “Herr Mozart wacht auf”, 2009.
Gianfranco Franchi, luglio 2010.
Prima pubblicazione: Lankelot.