Il crociato nero

Il crociato nero Book Cover Il crociato nero
Gianluigi Bonelli
Thyrus
1999
9788887675122

I romanzi d’avventura venivano pubblicati con intento doppio e latino: delectare, movere: e docere, ma in subordine, insegnare o proporre etica, mostrando personaggi esemplari e semplici, allineati a una missione e solo in essa e per essa esistenti. Si trattava di opere prive di diverse ambizioni; cercarvi traccia di ideologia o di Zeitgeist non è difficile, e tuttavia – in casi come questo – non bisogna arrovellarsi eccessivamente. Un cantastorie racconta un’impresa. Come? Giovanni Luigi Bonelli raccontava le Crociate senza denunciarne le motivazioni economiche o – diremmo oggi – “imperialiste”, non sembrava parteggiare per gli sconfitti né assumerne le parti; semplicemente, nel 1099 ambientava una eroica vicenda di formazione. Quella d’un cavaliere “italiano” (nel 1099?), pronto a dar prova di lealtà, onore, fedeltà e coraggio per riscattare la Terra Santa dal dominio saraceno.

Fumetto originariamente pubblicato sul settimanale “Il Vittorioso” nel 1938 (fonte: Breviario Novecento Italiano), “Il Crociato Nero” divenne un romanzo nel 1940. La ristampa del 1999, per merito delle umbre Edizioni Thyrus, ci consente di riscoprire la produzione narrativa (sembra siano tre i romanzi esistenti) dell’autore di Tex, patriarca del fumetto italiano.

Il suo Ugo d’Ivrea è un cavaliere italiano (ribadisco che questa insistenza sull’italianità d’un piemontese nel 1099 deve accendere qualche lampadina e mettere in moto qualche ingranaggio nelle testoline dei lettori…) che parte, con la benedizione del suo popolo, per andare al sepolcro di Cristo, liberarlo dal perfido musulmano, “spada latina” contro “curva scimitarra dell’infedele”. Per la giustizia, e non per la forza. Con lealtà e onore. Ha trent’anni, cavalca un magnifico baio, dà prova di condotta integerrima già nelle taverne di Genova, difendendo l’oste da un cavaliere del Nord che non voleva saperne di pagare, e combatte con valore già in nave, nel viaggio per il Libano. Saraceni ne troverà dappertutto, pronti ad assediare ed accerchiare l’armata franca e italiana, impegnata nel tentativo di raggiungere il forte Goffredo di Buglione che assedia Antiochia. La sorte gli è avversa; dopo qualche scaramuccia, pur riuscendo a stabilire un contatto con le truppe franche, manca alla parola – narcotizzato – e non le sostiene durante un assalto. Disonorato, invitato a tornare in patria, preferisce perdere il nome e combattere come il misterioso Crociato Nero, seminando il panico tra i Mori e conquistando crescente fama tra i Crociati. L’esito – prevedibile – è quello del riscatto, proprio sotto le mura di Gerusalemme; finalmente riconosciuto il suo valore, e il suo valore d’italiano (proprio come il magnifico Tancredi), può, riconquistata la Città Santa, fare ritorno in patria.

Oggi “Crociato” ha un significato complesso e non lineare. Difficilmente gli intellettuali concorderebbero nel reputare eroica quell’impresa secolare; di quel tempo, è rimasto uno stimma islamico e anti-occidentale, l’ormai essoterico ricordo dei Cavalieri del Tempio di Bernardo da Chiaravalle, la consapevolezza che quei massacri sono serviti a spopolare l’Europa, in crisi economica, da una nutrita legione di cadetti e di mercenari e di popolani altrimenti superflui. Addirittura Hollywood, in una recente e kolossal lettura cinematografica, ha inteso ribadire la sconfitta occidentale, mostrando qualche simpatia per l’ospite saraceno. Sono passati quasi mille anni e quelle terre continuano a non avere pace, e diverse nazioni occidentali guardano alle loro sorti con intento misto, parte è avidità, parte languore, parte fanatismo, parte paternalismo. Gianluigi Bonelli ci restituisce lo spirito semplice ed essenziale di quei cavalieri e di quei cadetti che partivano, forse realmente convinti della bontà della causa, per restituire la terra di Cristo ai cristiani: per formarsi e affermarsi come esseri umani, per battersi per una giusta causa e dare senso alla propria vita.

Non ho adeguate informazioni a proposito delle convinzioni politiche di Bonelli senior per poter contestualizzare questo romanzo nella sua epoca; se non ho letto male le sue biografie, s’era rifugiato in Svizzera durante gli anni della guerra, e attorno a quel periodo scriveva adattamenti de “La Gerusalemme Liberata” e “L’Orlando furioso”. Da un lato, questo testimonia l’interesse – evidente – per l’epica, per il medioevo e per l’eroismo cavalleresco; che questo “Il crociato nero” potesse e volesse, in precedenza, essere un campione per i giovani balilla e per i figli della lupa mi è oscuro. Il sospetto l’ho nutrito pagina dopo pagina, perché bisognerà pur fare i conti con il momento storico della pubblicazione, con l’utilità di mostrare cavalleresche imprese d’un campione italiano, d’Ivrea, a danno del perfido saraceno. Non posso sbilanciarmi e preferisco dare un’altra chiave di lettura: quella – decontestualizzata – del libro d’uno scrittore poliedrico, innamorato dell’avventura e del coraggio, anello di congiunzione con i suoi futuri fumetti più amati, a partire da Tex, nelle descrizioni degli agguati e dei tranelli, delle situazioni più complesse e disperate, del deserto e della sete, della solitudine dell’individuo formidabile, e per questo incompreso e sfortunato. Giocando per dialoghi integrati a ritmo forsennato, da sceneggiatura autentica, con esclamazioni che non possono non suonare grottesche (“Per tutte le balestre dell’armata!”), descrizioni puntigliose e addirittura liriche degli scontri, all’insegna d’un onesto e franco massimalismo. Per divertire e appassionare, e per insegnare a combattere. E a rovesciare il destino.

Chicca letteraria per i fan del padre di Tex, patriarca del fumetto italiano. Interessante contributo alla narrativa di genere del Novecento. Infine, ovviamente, rarità… da avere.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Giovanni Luigi Bonelli (Milano, 1908 – Alessandria, 2001), scrittore, soggettista, sceneggiatore e editore italiano. Ha tradotto opere di Jack London; ha scritto diversi romanzi, ha collaborato con “L’Audace” e “Il Vittorioso”. Ha creato Tex. È il Patriarca del fumetto italiano. 

Giovanni Luigi Bonelli, “Il crociato nero”, Edizioni Thyrus, Terni 1999.

Gianfranco Franchi, luglio 2007.

Prima pubblicazione: Lankelot.