Il contrario di tutto

Il contrario di tutto Book Cover Il contrario di tutto
Gianluca Wayne Palazzo
Voras
2009
9788896253038

Opera prima dello scrittore modenese Gianluca Wayne Palazzo, romano d'adozione, “Il contrario di tutto”, è una sorta di (vaga) variazione sul tema di “Lolita” di Nabokov: la storia è quella di un professore di Liceo che prende e si innamora di una delle sue allieve, ma va con un'altra, e poi con la madre di lei. Naturalmente, si ritrova nei guai. Niente leggerezza, niente allegorie e niente romanticismo: rispetto al paradigma russo, non c'è nessuna intenzione d'essere evocativi o drammatici; Palazzo punta alla descrizione nuda e cruda di tutto quel che succede, sprofondando in un iper-realismo che inchioda il lettore all'accettazione delle bassezze del protagonista – un uomo di Lettere senza nessuna etica – e delle tristi conseguenze delle relazioni sbagliate: sulla sua vita, su quella della ragazzina e sul morale dei suoi allievi. L'ambientazione romana, contemporanea, non è essenziale – c'è, anzi, qualche leggerezza riferita ai posti scelti per frequentarsi, che più centrali non si può, che dimostra che l'Eterna non aveva niente a che fare con l'ispirazione dell'autore; Roma è funzionale, letargica e negligente di tutto, provincialotta e violenta (figuriamoci). Potrebbe essere qualsiasi cittadina di provincia italiana, non cambierebbe niente. Magari ci sarebbe più risalto sulla stampa locale.

Palazzo dimostra di essere un buon dialogista; c'è qualche scivolone negli americanismi d'accatto (“dannatamente”, “fottuto” e via dicendo) derivati probabilmente dalla confidenza col cinema yankee mal tradotto in italiano. Lo scrittore modenese è più vicino ai vecchi romanzi scandalistici d'appendice che alla letteratura pura; fatte le debite proporzioni, il clima culturale del nostro tempo tollera con più facilità certe descrizioni erotiche rispetto al secolo scorso, ma il desiderio di entrare in uno scandalo e quello scandalo raccontare è lo stesso. Guido da Verona insegna (“Sciogli la treccia, Maria Maddalena”). In Palazzo c'è un'embrionale denuncia della mediocrità dell'istituzione scolastica statale, ben rappresentata dai velleitari lamenti di un giovane allievo sensibile e coraggioso, e molto lucido nell'osservare lo stato delle cose. Tutto il resto è un precipizio: un precipizio nella psiche di un protagonista umanamente mediocre e cosciente della propria mediocrità, alle spalle qualche ambizione letteraria sepolta con i vent'anni, e una caduta libera nella superficialità della ragazzina, Priscilla, con cui s'accoppia; la sua nullità intellettuale e spirituale è resa con credibilità ed efficacia. E così quella di sua madre. Sono donne-oggetto.

L'incipit del romanzo spiega già molto della psiche del professore: “Questo era ciò di cui si trattava: che per tutto il tempo aveva voluto essere qualcuno, e invece non era nessuno. Che sapeva inventare scorciatoie per fare le cose più in fretta e meglio degli altri, e invece le faceva solo più in fretta. Che alla fine era bravo, ma non lo era abbastanza” (p. 9). Le sue letture – scolastiche, e chiaramente americane: Hemingway, Fante, Steinbeck, Miller – contribuiscono a scolpire un personaggio culturalmente non impreparato, ma condannato alla fedeltà a ciò che era fico quando suo padre era giovane; lui ha trentacinque anni, ma non sembra essere penetrato nello Zeitgeist della sua società. Non riesce a dialogare con gli allievi, e non riesce a impedire alla storiella con Priscilla di rovinare la sua esistenza. Sembra vagamente in cerca di autodistruzione, come un serial killer; e naturalmente non si ferma. Respira male, quando le cose peggiorano, ma non si spaventa e non s'angoscia; lascia che sia. Qualche emicrania non dipinge un malessere profondo; racconta soltanto d'un piccolo crac ai nervi.

“Il contrario di tutto” (titolo di lavorazione: “La mia merda profuma”, racconta il buon Morozzi nella prefazione. Capirete perché nelle ultime battute) è una discreta opera prima, che lascia intravedere ampi margini di miglioramento a condizione di spurgare linguisticamente l'italiano dalle espressioni kitsch americane, e di scavare con maggiore profondità nei personaggi. La capacità di accettare il male, e di osservarlo, è molto promettente; e così quella di scolpire personaggi mediocri, comuni e bassi. L'aspetto sicuramente vincente della scrittura di Palazzo è quello dei dialoghi. Cercando sue notizie biografiche in rete, scoprirete che lavora come sceneggiatore Tv e non solo; probabile che quel mestiere possa dargli fortuna. Per la grande letteratura (italiana) c'è tempo.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Gianluca Wayne Palazzo (Modena, 1976), professore e sceneggiatore italiano. Collabora con la rivista “Schermaglie”. “Il contrario di tutto” è il suo primo libro.

Gianluca Wayne Palazzo, “Il contrario di tutto”, Voras, Ravenna, 2009. Prefazione di Gianluca Morozzi.

Gianfranco Franchi, settembre 2009.

Prima pubblicazione: Lankelot.