A sette anni di distanza, la strage di Viareggio sembra incresciosamente estranea al dibattito pubblico: è un peccato, perché decifrarne le dinamiche può contribuire a evitare che qualcosa di simile si ripeta; è assurdo, perché i morti sono stati tanti, e tutti innocenti; è un’ingiustizia, perché purtroppo si intravedono responsabilità strategiche e politiche a monte dell’incidente. A restituire l’accaduto alla centralità che merita sono stati la scrittrice toscana Ilaria Giannini, da Pietrasanta, classe 1982, e il letterato romano Federico Di Vita, suo coetaneo. Vi parlo del loro recentissimo “I treni non esplodono” [Piano B Edizioni, 2016; copertina del M° Ceccato] nel nuovissimo Ponte Rosso, numero 12, giugno 2016, pagina 9: si legge gratuitamente qui.
Tutti gli arretrati del Ponte: www.ilponterosso.eu/la-rivista/ – buona lettura!