Piano B Edizioni
2012
9788896665435
Nostalgia della “Collina dei conigli” di Richard Adams? Siete in compagnia dell'autore di questo giocattolo pianobista, il sardo Luca Martello, classe 1983: uno che ha pensato di raccontare la dipendenza dal web, l'alienazione di una generazione intera e la farraginosa cultura dei social network con una favola postmoderna, molto strampalata e bizzarra, protagonista e narratore un coniglio:
“Sono un coniglio. E quando parlo di 'noi' non mi riferisco a tutto il regno animale, bensì ai miei simili, gli intellettuali lapini, fratelli nella cultura e spesso antagonisti nel prendere determinate posizioni. Perché due sono i mali che meno tolleriamo: l'ignoranza e la pododermatite. Se la seconda può essere prevenuta stendendo dei tappetini sul pavimento, la prima è spesso un torto ereditario” [p. 13].
Luca Martello, saggista e critico cinematografico, alle spalle un notevole esordio (la monografia “Groucho e i suoi fratelli”, Castelvecchi, 2010], ha omaggiato una volta ancora la storia e lo spirito dei suoi amati Fratelli Marx, dando il nome del biondo, muto e riccioluto Harpo al coniglio parlante (…) di questo libro. E della bambinesca allegria dei suoi idoli è composto questo strambo pamphlet, che nasce per essere satira di facebook e del web e finisce per diventare un romantico tributo alla fantasia, alla creatività, alla povertà, all'assurdo e alla letteratura pura.
Harpo è un coniglio con diversi punti deboli: i gambi di sedano, le mele, le coccole e le prime edizioni autografe. È molto istruito e molto viziato. Crede nell'ozio e nel sesso responsabile. È uno a cui piace studiarci: è un antropologo. Ha un pensatoio (la lettiera) e un netbook. E una missione: liberare la sua padrona dalla dipendenza dai social network. In questa missione, ha un virgilio: Zygmunt Bauman.
E cosa ci racconta? Eh. Ci racconta che noi esseri umani siamo gli unici animali attratti da ciò che è inutile. Ci racconta che i social network come facebook vanno a costituire una tana per chi è inabile al mondo reale: per i timidi, in prima battuta. E che sono dei punti di ritrovo, e delle piazze aperte comunque a tutti, senza nessuna discriminazione e nessuna selezione. E che si finisce per ritrovare vecchi compagni e amici, e per incontrarne di nuovi, e in generale, a un tratto, c'è qualcuno che sembra finire per essere geloso di chi vanta un gran numero di “amici”, perché è come se sapesse stare meglio al mondo. E così...
“[...] senza rendersene conto, si comincia a dedicare troppo tempo a lustrare l propria immagine virtuale, a ritoccarla, a renderla come la si vorrebbe. E l'iscritto può cadere nella trappola di realizzare in un cosmo virtuale ciò che non è stato capace di essere in quello reale” [p. 30].
Ma a un tratto, con discreta sorpresa, che succede? Che Bauman appare in carne e ossa, chiama “Hoppo” il povero Harpo e si mette dargli manforte nella sua ricerca. Che è diventata un'indagine di più ampio respiro; perché la sua padrona è sparita da un giorno intero. È diventata, la sua, un'indagine. E quest'indagine passa per uno dei milioni di gruppi fantasma che esistono su Fb, per la botola delle chat, per un cameo di un improbabile De Niro e di un altrettanto vago Mark Zuckerberg (con riferimenti alla morte della privacy nella società postmoderna), strani eventi, cinquemila templi birmani, un omaggio al grande “Anno della lepre” di Paasilinna e un altro a Rodari, un poster di Edoardo Sanguineti (!) e rapsodiche e sagge prese di posizione politiche:
“Chi sta davanti alla tv, a eccezione di qualche raro caso, è un fruitore passivo. Recepisce informazioni che in gran parte stimolano una reazione studiata a tavolino dai programmatori tv. Sul web si ha una possibilità in più: si può intervenire. […]. Il dato importante è questo: su Fb la possibilità di cambiare, reagire, far sentire la propria voce c'è. Su giornali e televisioni no. E forse non c'è mai stata. Il web è un valido nemico delle dittature. Morbide o ufficiali che siano. Lasciatevelo dire da un coniglio” [p. 92]. E quando un coniglio parla, parla chiaro: c'è poco da fare.
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Concludo con una piccola annotazione editoriale. “Harpo coniglio e il mistero di Facebook” è stato pubblicato dalla Piano B in una collana, Zeitgeist, che vanta copertine e illustrazioni firmate da Maurizio Ceccato. L'artista capitolino ha ideato, per questa edizione, una copertina con un buffo coniglio carroliano, dalle orecchie somaresche e dal cappello collodiano. Ci piace.
Nella stessa collana, era stato pubblicato, qualche mese fa, un robusto e intelligente saggio del nordamericano Lee Siegel, “Homo Interneticus”, di cui “Harpo Coniglio” può considerarsi il flglio bislacco, buffo e vagament nonsense, nato dalla creatività di un giovanotto sassarese pieno di verve.
EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE
Luca Martello (Sassari, 1983), saggista e scrittore sardo. Ha esordito pubblicando la monografia “Groucho e i suoi fratelli” (Castelvecchi, 2010). Ha studiato Lettere Moderne a Sassari, dopo qualche anno passato al DAMS di Roma III.
Luca Martello, “Harpo Coniglio e il mistero di Facebook”, Piano B, Prato, 2012. Copertina di Maurizio Ceccato. Collana “Zeitgeist”, 4.
Gianfranco Franchi, gennaio 2012.
Prima pubblicazione: Lankelot.
Secondo, bizzarro libro di Luca Martello: un divertissement imprevedibile…