NLF
2010
“La cucina è spietata. La cucina sfida, confonde, ferisce, avvolge, scuote, sfinisce il corpo e la mente, annienta, ti risucchia l'anima per poi lasciarti, alla sera, come un naufrago sulla spiaggia. Stremato ma felice” (p. 53).
Massimo Roscia, gourmet e scrittore classe 1970, racconta tre generazioni di ristoratori riminesi: “Guido. Diario di bordo di una famiglia che ama il mare” è un tributo romantico, divertente e solare al sogno di un pioniere che nel 1946, in pieno dopoguerra, reduce dalle rovine di Mulazzano, prende e tira su una baracca di legno, sulla rotonda di Miramare di Rimini. Con santa pazienza e olio di gomito, e tanta fiducia in sé stesso e nel futuro. E mentre costruisce il suo piccolo sogno, l'Italia si dà da fare per cancellare i segni del conflitto; stiamo tutti impegnati a testa bassa per tornare a vivere con dignità, onestà e semplicità. Rimini diventa presto una meta classica per i turisti italiani e stranieri, per la gioia di Guido. Il suo sogno vive.
Guido prepara spaghetti alle vongole, delicate fritture e ottimi risotti, abbinando il tutto al vino che è andato a scegliere lui in campagna. Va tutto bene, va ancora meglio quando sua figlia dà alla luce Luca e Paolo. La prima muratura arriva attorno al 1969. Il clima del locale non cambia: “Da Guido si mangia, si beve, si canta, si balla fino alle prime luci del mattino”. I due ragazzini crescono, sembrano perfettamente complementari. Ed eccoci nel ristorante di oggi, in un ambiente elegante, dalle ampie vetrate, con “tonalità dolci e rilassanti”. Roscia racconta l'anima dei due fratelli, per ambientarci nel loro sogno; e intanto descrive la quotidianità del locale, il desiderio di sposare la tradizione italiana con qualcosa di esotico dello chef, Paolo, quasi fosse, quell'amore per il passato, “un atto spontaneo e naturale, un credo convinto, un solenne giuramento di fedeltà alla sua terra e alla sua infanzia” (p. 33). Luca, invece, è il sommelier, colto e sensibile, passato per una gavetta cominciata coi primi bicchieri di Verdicchio sfuso. Intanto, già i loro eredi giocano in cucina e tra i tavoli, per rinnovare la saga del pioniere Guido. Con la stessa semplicità, la stessa dedizione, la stessa passione.
**
Corredano l'edizione le foto di Davide Cheli e Cristian Valloni: i piatti principe sono un viaggio da sogno, a partire dalla pizza ai frutti di mare e dalla palamita di crudo di mora, attraverso le conchiglie, fino ai cantarelli con alici marinate, i maltagliati canocchie e cannellini, il favoloso filetto di tonno scottato. In appendice, ricette e l'immagine di un dipinto del pittore Marco Neri, docente di Pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Ravenna, ospite fisso dalle parti del Ristorante Guido a Miramare di Rimini. Se passate da quelle parti preparatevi a dovere sul libro di Massimo Roscia – è una piccola chicca per tutti quelli che amano le storie delle famiglie italiane, e i retroscena delle vite dei ristoratori. Senza dubbio, si tratta di uno sfarzoso esercizio di scrittura creativa: quando didascalico, quando mezzo poetico, quando un po' retorico, quando sentimentale. Comunque, molto personale. Quindi, interessante.
EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE
Massimo Roscia (1970), gourmet e scrittore italiano, ha esordito con “Uno strano morso” (Edizioni della Meridiana, 2006). Lavora presso la Camera di Commercio di Frosinone.
Massimo Roscia , “Guido. Diario di bordo di una famiglia che ama il mare”, NLF, Castelvetro Piacentino 2010.
Gianfranco Franchi, marzo 2010.
Prima pubblicazione: Lankelot.
Su uno storico ristorante riminese…