Bradipo Libri
9788899146016
Com'è cambiato il tifo dai giorni eroici delle Olimpiadi nell'Ellade, dai secoli delle spettacolari sfide tra Verdi e Azzurri nel Circo Massimo di Roma e nell'Ippodromo di Costantinopoli, dalle bellicose partite di harpastum giocate dai legionari Romani tra una battaglia e l'altra? C'è qualcosa che accomuna l'entusiasmo per gli atleti della classicità e l'idolatria per gli atleti della decadente epoca nostra? Cosa significa il campanilismo nella cultura sportiva italiana, e quanta benzina ha dato, storicamente, all'agonismo e alla competitività, nel corso dei secoli, dai primordi del Calcio Toscano agli strapiombi odierni del corrotto Campionato di Calcio Italiano? Come e quando si sono formati i primi gruppi ultras nostrani, e dove? E dove e quando sono capitate le prime violenze, nel calcio nostrano? Quanti sono i tifosi morti in Italia, negli ultimi centovent'anni, e in quali circostanze sono caduti? A dare le risposte, spesso inattese, a queste domande, e a raccontare molte altre storie di passione e di tifo (ciclistico, automobilistico, non solo calcistico) è l'interessante ma amatoriale saggetto “Gridalo forte. Storia del tifo in Italia dalle origini ai giorni nostri”, pubblicato dalla piccola Bradipo Libri dall'outsider assoluto, cuore granata, Flavio Pieranni.
Il respiro del libro poteva promettere un saggio storico, o sociologico, di eccezionale interesse, per diverse ragioni; il risultato, purtroppo, è un claudicante e ondivago libretto di costume, più simile a un quaderno di appunti, rapsodici e Piemonte-centrici, che a un poderoso lavoro di ricerca su un argomento così complesso, e – ammettiamolo – potenzialmente affascinante. Se si possono perdonare allucinati accostamenti letterari (“La gloria” di Berto è un romanzo su Giuda, raccontato in prima persona, non certo un trattato sugli Azzurri della Nazionale di Calcio, come lascia intendere Pieranni), qua e là appaiono leggerezze poco comprensibili in una pubblicazione saggistica sportiva, come una sintetica ricostruzione dell'omicidio del tifoso napoletano Esposito, per Pieranni avvenuta in uno scontro tra “ultras” romanisti e “supporters” napoletani, ad oggi invece oggetto di accurate ma ancora incomplete indagini, profondamente dibattute da più parti, tanto che addirittura c'è chi nega il movente “calcistico”, raccontando ben altra e ad oggi oscura questione territoriale tra “romani” e “napoletani”. Stilisticamente il lavoro è a metà strada tra un eserciziario e un bignami da esaminando velleitario; eppure, qualche ambizione diversa c'era, considerando la presentazione del Presidente del Coni Malagò, la seconda presentazione di Bruno Gozzelino, la prefazione di Francesco Caremani: la sensazione è di aver sfogliato una buona idea giocata con tanta passione, poca profondità e poco equilibrio, troppe divagazioni e un'eccessiva e dilettantesca preponderanza dell'aneddotica.
Gianfranco Franchi, luglio 2015.
Prima pubblicazione: Mangialibri
C’è qualcosa che accomuna l’entusiasmo per gli atleti della classicità e l’idolatria per gli atleti della decadente epoca nostra?