Gli occhi di Mr Fury

Gli occhi di Mr Fury Book Cover Gli occhi di Mr Fury
Phiip Ridley
Mondadori
1994
9788804526018

Quando nasciamo siamo magici. Veniamo al mondo ancora scintillanti e ciechi, custodendo i segreti che ci hanno sussurrato le stelle. Nel grembo materno, le cellule nuotano dentro e fuori dai nostri occhi, simili a piccole comete. Ci raccontano storie, le leggende delle cose, nomi, cosicché, quando usciamo dalla nostra bolla siamo già dei maghi. Piangiamo non per dolore o per paura, ma per lo stupore suscitato da tutti i miracoli che effettueremo. E il più grande di questi miracoli, la più potente di tutte le magie, è l’amore. Quando nasciamo abbiamo la capacità di amare; di amare e di essere amati. Concepiti nell’amore, respiriamo amore, come prima respiravamo sangue. Questo amore brilla intorno alla nostra testa come un’aureola di girini. Questo amore, entrando dai nostri occhi, affina la nostra vista, viaggia nella nostra mente, ci dà conoscenza, ci protegge e ci circonda. Allora sappiamo che il nostro pellegrinaggio è già cominciato. La magia, per sua natura, cerca altra magia e la nostra vita diventa un viaggio per porre fine alla solitudine”.(Parte Quarta, 14, p. 153).

Non ogni amore viene legittimato dalla società. E dire che siamo distanti secoli dalla barbarie dei roghi, e dalla vigliaccheria dei condizionamenti e delle imposizioni religiose. L’orientamento sessuale costituisce ancora una discriminante: e l’illusione della normalità è il fondamento di pregiudizi che stentano a disintegrarsi. Sta di fatto che, nonostante esistano minoranze culturali in grado di distinguere la differenza tra un coming out e un outing, non è norma, non è prassi, non è lecito essere diversi. C’è chi s’arroga il diritto di affermare che un amore omosessuale non è un amore: c’è chi si diletta a chiamare in causa il vizio, chi pretende di percepire mostruosità nelle scelte sessuali d’un individuo. Senza dubbio le posizioni di certe chiese, e di certe fazioni politiche, non servono a evitare pregiudizi o malvagità di vario tipo. Sta di fatto che, nella civilissima e avanzata Inghilterra del nostro tempo, un romanzo come quello di Philip Ridley denuncia una condizione – quella dell’inibizione dell’omosessualità, e della frustrazione delle naturali inclinazioni erotiche d’ogni individuo – che preferiremmo immaginare oltrepassata e interiorizzata almeno nell’ “estremo Occidente”.

Gli occhi di Mr Fury”, romanzo di formazione, è opera di spessore – al di là di simbolismi piuttosto immediati (saremmo tentati di dire: elementari, considerando che si parla di maschere, di ombre e di specchi della verità), ha infatti il merito di proporre una denuncia per via d’un racconto sentimentale.

E non si tratta d’un sentimentalismo spiccio, o melodrammatico – ma d’un tributo alla dolcezza e alla purezza delle emozioni, delle sensazioni e dei sentimenti: vergato solcando un passato che del dolore, dell’ipocrisia, della mistificazione e dell’adesione alla grettezza degli “standard sessuali” del sistema ha fatto ragione di sopravvivenza – incidendo sulle esistenze dei diversi, decidendone la morte, o l’infelicità. Influendo, sempre: determinando.

Ridley ha due straordinari talenti. Il primo è evidente nei dialoghi; il secondo nelle descrizioni dei personaggi. Il tempo e il colore dei dialoghi è decisamente felice: ritmo, intensità, efficacia, adesione al parlato – senza precipitare nella trivialità, e nell’oscenità delle semplificazioni per un pubblico poco più che alfabetizzato; le voci dei personaggi del libro di Ridley sono vivaci, scintillano di intelligenza e di umanità, esprimono intensità e attendibilità. Le descrizioni dei protagonisti del libro impressionano: Ridley tratteggia, in un paragrafo, estetica ed etica d’un personaggio; intuendone e rappresentandone spirito, atteggiamento, lineamenti.

Si canta, allora, l’amore senza maschere: spiegando come le maschere atrofizzino il cuore e strangolino l’intelligenza, soffocando anime. Amore che non ha paura di essere frainteso o rifiutato: che riesce a essere libero di esistere, e di affermarsi, a dispetto delle ipocrisie e dei pregiudizi; e in onore a quanti, soltanto una generazione prima, avevano rinunciato a se stessi pur di non deviare dai binari della “normalità”.

Il libro è strutturato in cinque parti, suddivise rispettivamente in 4+4+5+6+2 capitoli. Il narratore, in prima persona, è Concord Webster. Ha diciotto anni. È pallido, ha lunghi capelli rossi e occhi grigi. È sul limine della linea d’ombra. Racconta la sua storia a partire dalla morte del Diavolo, il vecchio Judge Martin. Si raccontavano molte, strane storie su di lui. Che la sua casa fosse l’Ade, e che potesse confinarvi chi s’avvicinava. Judge era diventato brutto, ma era ancora affascinante; ed era destinato a morire infelice, perché l’origine del suo dolore non era più rimediabile. La segreta storia di Judge, e del suo ambiente e dei suoi amori, costituirà l’origine della consapevolezza e della coscienza di Concord.

Si narrerà dell’amicizia tra Concord e Loverboy, della rinuncia di quest’ultimo alla verità nel nome d’un matrimonio ipocrita e d’una rispettabilità odiosa, e della gelosia per l’antico compagno, finalmente innamorato d’un ragazzo incapace di menzogna e di grettezza. Si narrerà la storia di tre ragazze e di due ragazzi, e di due amori proibiti bruciati dalla gelosia e dalla società; e si riscatterà un passato di sofferenza con la presenza d’un nuovo futuro, e con la prima, timida apparizione dei germogli d’un tempo meno estraneo alla comprensione e alla tolleranza. Tra bambole, maschere e specchi, dunque, idillio d’amore e satira e denuncia del sistema: senza ostentare, senza esibire, senza vantare diversità – semplicemente, illustrando e raccontando, con umanità e dolcezza. Da leggere.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE.

Philip Ridley (Bethnal Green, London, 1965), romanziere, drammaturgo e regista inglese.

Philip Ridley, “Gli occhi di Mr Fury”, Mondadori, Milano 1994. Traduzione di Cecilia Veronese.

Prima edizione: “In the Eyes of Mr Fury”, Penguin 1989.

Gianfranco Franchi, luglio 2004.

Prima pubblicazione: Lankelot.

A S.B. Grazie.