Ghiaccio nove

Ghiaccio nove Book Cover Ghiaccio nove
Kurt Vonnegut
Feltrinelli
2013
9788807883682

E Dio creò tutti gli esseri viventi che ora sulla Terra si muovono, e uno era l’uomo. Soltanto in forma d’uomo il fango poteva parlare. Dio si chinò, mentre il fango in forma d’uomo si levava a sedere, si guardava intorno e parlava. L’uomo sbatté gli occhi. “Qual è lo scopo di tutto questo?” – chiese educatamente. “Perché, tutto questo deve avere uno scopo?” – chiese Dio.

Certamente” – rispose l’uomo. “Allora lascio a te il compito di trovarne uno per tutto questo” – disse Dio. E se ne andò (KV, “Ghiaccio nove”, p. 200).

Douglas Adams avrebbe risposto “42”, fondando una saga irripetibile – almeno nei primi due, tre volumi – sul senso della vita, l’Universo e tutto quanto. Kurt Vonnegut (1922-2007) da Indianapolis, nel 1963 preferiva pubblicare una satira sulla divina idiozia: “Cat’s Cradle”. Letteralmente, significa “La culla [cesta] del gatto”; in realtà la culla del gatto è il nome di un gioco wasp manuale e creativo; nella fattispecie, è uno dei disegni da intessere con dei lacci, cfr. wiki en per chi fosse interessato. Il protagonista vero del romanzo, padre della prima bomba atomica e del ghiaccio nove, giocava a Cat’s Cradle mentre sganciavano l’arma. Questa è la segreta e intraducibile allusione del titolo. Per noi italiani, s’è preferito un più familiare “Ghiaccio nove”

Vonnegut scrive la satira delle religioni, dell’imperialismo assassino (yankee, e non solo), dei contrasti grotteschi tra regime e spiritualità, dell’incoscienza dei cittadini del nostro tempo, della minaccia di un’arma di distruzione di massa in grado di scatenare l’apocalisse sul pianeta. Al principio del romanzo, il narratore – John o Jonah – racconta che voleva scrivere un pezzo sul giorno in cui il mondo finì: Hiroshima. All’epoca era cristiano, adesso era un bokononista. È una verità, quella della religione di Bokonon, che ha scoperto in un’isoletta dimenticata, San Lorenzo. Crede che l’umanità sia divisa in squadre che fanno, inconsapevoli, la volontà di Dio: si chiamano karass.

Se tu scopri che la tua vita si allaccia alla vita di qualche altra persona senza una ragione molto logica,” scrive Bokonon “quella persona può essere un membro del tuo karass”. Crede che sia sciocco credere di capire cosa stia facendo Dio, e che tutte le verità che stabiliamo sono menzogne: il suo Messia insegna che ogni religione utile è fondata sulle menzogne, e che vivere di foma (“bugie”) renderà tutti coraggiosi, gentili, sani e felici.

Il profeta era un cittadino di Tobago, Lionel Boyd Johnson, che s’era ritrovato a battersi per il potere in quell’isolotto sperduto, assieme a un ex marine. La sua occupazione principale era essere morto, quella secondaria essere vivo.

Il confronto nell’ameno isolotto tra l’omicida regime (filoamericano; e quindi non estraneo alla tortura. Qui con ganci) di “Papa” Monzano e la religione stravagante del messia Bokonon si tingerà di inevitabile tragicomico, come gli appassionati di KV già sanno, non solo per l’intelligente e caustica satira della nostra società; presto protagonista e arbitro delle sorti dell’intrigo sarà il letale ghiaccio nove, inventato da questo scienziato che non sapeva cosa fosse il peccato, Felix Hoenikker, padre dell’atomica. È un ghiaccio che coagula l’acqua e così può distruggere il mondo. Alè.

Wikipedia inglese riferisce che, subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, Vonnegut aveva lavorato nel dipartimento delle pubbliche relazioni della General Electric; doveva intervistare i nuovi scienziati e trovare storie notevoli da raccontare. Il nobel Irving Langmuir è stato modello per Felix Hoenikker: “Era assolutamente indifferente nei confronti degli usi che potevano essere fatti delle verità che aveva scoperto (…)” – con tutto quel che ne consegue. Nel romanzo, Felix ha tre maldestri e viziati figlioli che giocheranno un ruolo comprimario, folle e funzionale; sono caratterizzati con discreta rapidità e intelligenza. L’argomento è tanto più grande delle loro misere vicende umane che non sembra proprio riescano a sopravvivere nelle impressioni post lettura. E chi ha letto il libro mi perdonerà per questa battuta sulla sopravvivenza.

Satira fantascientifica e apocalittica, “Ghiaccio nove” è il romanzo di uno scrittore che credeva l’umanità avesse toccato il fondo con Hiroshima e s’accorge invece che il precipizio può essere ben diverso; l’umana, e a quanto pare divina, stupidità non ha confini, conosce solo diverse manie di grandezza ed egoismo. Dedicato a chi vuole sprofondare con una risata amara nello spirito del nostro tempo, tutto apparenza: di intelligenza, di democrazia, di rispetto della vita umana, di ricerca scientifica a tutela della vita.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Kurt Vonnegut (Indianapolis, 1922 – New York, 2007), giornalista, scrittore e saggista americano, di sangue tedesco. Studiò Biochimica e Antropologia. Esordì pubblicando “Distruggete le macchine” (“Player Piano”) nel 1952.

Kurt Vonnegut, “Ghiaccio nove”, Feltrinelli, Milano 2003. Traduzione di Delfina Vezzoli.

Prima edizione:Cat’s Cradle”, 1963.

Approfondimento in rete: Wiki en

Gianfranco Franchi, agosto 2008.

Prima pubblicazione: Lankelot.