Meridiano Zero
2008
9788882371951
Pamphlet di un decano dell'Università di Padova, il Professor Longo, letterato e storico veneto classe 1930, “Galileo Galilei. L'uomo che contava le stelle” è strutturato in nove capitoli, da considerare – stando alle autoriali istruzioni per l'uso – un invito alla lettura degli scritti di GG: un percorso di lettura, non un trattato o un manuale, da seguire assecondando le proprie inclinazioni e le proprie curiosità, senza paura di saltare un capitolo o un altro: ogni capitolo è autosufficiente, assicura l'autore.
L'opera di Longo parrebbe destinata, quindi, a lettori liceali o a giovani universitari o a semplici curiosi autodidatti, magari semplicemente desiderosi di un primo assaggio del senso, dei significati e della portata del pensiero di Galileo nel mondo: si parte da qualche notizia sul suo capolavoro (1632) “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, tolemaico e copernicano”; non mancano scolastiche spiegazioni di entrambi i sistemi, e notizie sull'espulsione dal dialogo del terzo “massimo sistema”, quello del danese Tycho Brahe, caro ai Gesuiti del Collegio Romano e niente affatto simpatico al nostro scienziato (che rifiutò di incontrarlo e di rispondere alle sue lettere, attorno al 1600). Longo accenna alle difficoltà “politiche” dei gesuiti di fronte alle loro recenti responsabilità storiche (l'assassinio di Giordano Bruno): per inquisire Galilei senza diventare oggetto d'odio in tutta Europa – il massacro di Bruno era avvenuto soltanto nel febbraio 1600 – dovevano puntare sull'abiura e sulla condanna non al rogo, ma al carcere perpetuo. Sottigliezze.
Nel capitolo secondo, si racconta dei “flussi e reflussi in laguna”, a Venezia, e del grande interesse del Pisano per questa tematica: si discute delle maree, a partire dalle considerazioni di Pitea di Marsiglia e Eratostene di Cirene (IV e III secolo a.C.), sino a spiegare perché le maree fossero centrali nei pensieri di Galilei: “ciò che gli premeva era acquisire una prova attendibile che, diversamente da quanto sosteneva la scienza del tempo, la Terra non posava immobile al centro del mondo, e che il Sole, i pianeti e gli altri astri non ruotavano intorno a essa” (p. 29).
Nel capitolo terzo, si discute di macchie solari: nel Seicento, la loro natura era controversa e derivava da preconcetti cosmologici. Galileo, fondandosi sulle sue prove osservative, poteva interpretarle e considerarle diversamente: Longo racconta del suo confronto-scontro dialettico col gesuita tedesco Scheiner, e della sua vittoria.
Nel capitolo quarto, si discute di “misteri delle comete”: problema complesso nell'epoca in cui la Terra doveva restare al centro del mondo, perfettamente immobile (come un buon democristiano), per far felice la Romana Chiesa. Galileo riesce nell'impresa di proporre una propria teoria cometaria coerente riuscendo al contempo a screditare l'avversario.
Nel capitolo quinto, si parla di stelle: a partire dalle catalogazioni antiche (Claudio Tolomeo, II secolo dopo Cristo: ne contava 1022; Ipparco di Nicea, 1088; ancora Copernico restava a quota 1022, nel 1735 saremmo arrivati a 3000) sino all'impegno di Galileo nel misurarne le distanze, sino all'assunzione di un punto qualsiasi dell'universo, e non del centro della Terra, come “point de repère da cui misurare le distanze dei corpi stellari: un'intuizione che precorreva di secoli un'astronomia e una cosmologia tutte di là da venire” (p. 86).
Nel capitolo sesto, si parla del sistema solare: del nuovo strumento di Galileo, il cannocchiale, “capace di ingrandire di parecchie volte, e di avvicinare all'osservatore, gli oggetti più lontani. Vi aveva lavorato partendo da un modello giunto dall'OLanda, e via via perfezionandolo e potenziandone le caratteristiche. Ma nessuno prima di lui se ne era servito per osservare il cielo stellato” (p. 89). E così, ecco i suoi rilievi lunari; i suoi rilievi su Venere, Marte, Giove e Saturno; sino all'intuizione di Nettuno.
Nel capitolo settimo, si parla delle scoperte astronomiche avvenute nell'inverno 1609-1610: dei satelliti di Giove, del “Sidereus Nuncius”, e della sua accoglienza (ingiunzioni a rinnegare del Sant'Uffizio incluse); nell'ottavo, si discute dei percorsi indipendenti e a volte divergenti di Galileo e Keplero, incluse le solite renitenze del Pisano ai dialoghi (epistolari in primis). Infine, nel nono, si racconta del famoso Processo a Galileo (p. 142). “Abiurando” - scrive Longo - “che è come dire rinnegando sé medesimo e quanto fino allora egli aveva compiuto, e salvando con ciò la vita, anche se a prezzo della perpetua reclusione in una gabbia dorata come la casa di Arcetri, egli portò avanti fino agli ultimi giorni la sua battaglia per la riforma del sapere umano” (p. 159)
**
Galilei è un patrimonio della letteratura italiana e della scienza mondiale. Questo sentito omaggio, scolastico e semplificato, pensato per un pubblico relativamente mainstream, è un atto dovuto e apprezzabile. Onestamente, avrei preferito una magnifica, abnorme e pettegola biografia di uno scienziato e di uno scrittore che ho più volte incontrato nei miei studi: questo bignami di livello è un'anomalia rispetto al pattern delle edizioni Meridiano Zero ma rimane un prodotto di onesta qualità e di buon livello per quanti volessero avvicinarsi a un'intelligenza che, secoli addietro e per sempre, ha saputo cambiare la storia del pensiero.
EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE
Oddone Longo (Venezia, 1930), letterato e storico italiano, professore dell'Università di Padova, Presidente dell'Accademia Galileiana di Padova.
Oddone Longo, “Galileo Galilei. L'uomo che contava le stelle”, Meridiano Zero, Padova 2009. Fuori Collana.
Gianfranco Franchi, luglio 2009.
Prima pubblicazione: Lankelot.