Pellicano Libri
1984
“Fuori rotta” è l'irreperibile raccolta di racconti pubblicata da Paris nella collana “Inediti rari e diversi”, curata da Dario Bellezza per il Pellicano Libri di Catania, nel 1984. Si compone di cinque pezzi: “La villa”, originariamente apparso col titolo “Labirinto” su “Nuovi Argomenti” nel 1966 (prima pubblicazione ufficiale di Paris, se non sbaglio); “A mente fredda”, pubblicato nel 1967 col titolo “Finzione” su “Carte segrete”; “Il populista”, uscito su “Nuovi Argomenti” nel 1917; “Il mammoccio”, precedentemente stampato da “Tabula” nel 1980, e il prezioso inedito eponimo, “Fuori rotta”, un divertissement à la Dick (pubblicato ben prima che Dick fosse popolare in IT).
“La villa” (ex “Labirinto”) è un esterno giorno d'una coppia di giovani innamorati; elegante e intenso, come in questo passo lirico:
“Incamerare immagini, vivere dentro macerie d'immagini, non conoscerne il senso, cercare un amore, la violenza di un amore, dunque mitizzare. Ecco, ripeto; mitizzarlo. Lo stupore di restare muto mentre parlo, di camuffarmi” (p. 10).
I due ragazzi comunicano, e intanto lui spesso spezzetta e interrompe i suoi discorsi, si ritrova a evocare l'incomunicabilità dei personaggi di Antonioni: e poi, come spesso accadrà nella narrativa di Paris, arrivano dei dialoghi che sembrano duetti d'una commedia, o d'un'opera classica; ti tornano in mente le battute del Da Ponte per Mozart, i calembour e la freschezza, la musicalità di quei giochi. Infine, si strapiomba nel dissenso, nella confusione: il giovane narratore volta le spalle, al termine di discorsi da niente sulle cose da fare, alla sua compagna. E s'allontana, va a smarrirsi nella folla, rimuginando un labirintico sogno sconfitto la notte prima, pensando che la città è il labirinto e la risata di lei, Lu, l'angoscia del soffocamento (manca tuttavia qualcosa: il grano tenerissimo su cui passeggiava senza piegarlo, e il verde dei platani).
Veniamo ad “A mente fredda”. È un breve racconto epistolare, carteggio tra Robert ed Eve: è il 1902. Il pezzo è l'occasione per brevi e sentiti omaggi a Maeterlinck e Dostoevkskij, per una sintetica digressione sull'ossessione della donna amata, sul desiderio, sulla masturbazione. Infine, la passione si dissolve nel silenzio: “tu non scrivi più”, conclude il narratore. Siamo dalle parti dell'esercizio di stile (ma con classe).
Ecco “Il populista”: divertissement e breve scavo nella memoria, memoria d'una storia d'amore finita male (con Alba) per via di un amico (amico?) goliardico, superficiale e cazzone e delle sue bravate, e forse per via di irrisolti squilibri sociali (quando studiare significava non guadagnare, qualche famiglia poteva storcere il naso: serviva chi fosse concreto e sapesse portare a casa il pane, prima possibile e quanto più possibile). Si direbbe un pensiero rovesciato addosso a una presenza irrisolta nella vita del narratore, a un momento precario della propria adolescenza.
Quarto pezzo, “Il mammoccio”. Filologicamente rilevante la presenza dell'adorabile, lunare Siria, due anni dopo protagonista de “Filo da torcere”; quanto al resto, siamo dalle parti del “Labirinto” dell'esordio, dei monologhi paralleli di una coppia inspiegabilmente infelice, ciascuno preso da un obiettivo diverso (il possesso, la comprensione, il riconoscimento dell'identità) o da un piccolo egoismo. È un amore infelice, che il narratore non riesce a dominare.
Infine, “Fuori rotta”, dedicato a Philip K. Dick (morto nel 1982): ossia, l'unico excursus di Paris nella fantascienza. Sul pianeta Terra – un “pianetino fuori rotta”, come sarebbe piaciuto scrivere a Douglas Adams - sbarca Coprak, un alieno; sua guida sarà, a quanto pare, un vecchio archeologo. Su Cosma, pianeta originario, il sesso era un gioco normale: quando scopre che le cose, sul nostro pianeta, sono ben diverse – e che a comandare sono gli Erorossi, che attendono un messia alieno e rivoluzionario, dopo la Terza Guerra Mondiale – scende con qualche perplessità, come se avesse avuto un incarico di Serie B.
Non mancheranno un paio di episodi al limite – incluso supersesso – prima della sua fuga alla volta delle montagne. Le ragazze della Terra sono facili ma si lamentano, se sei superdotato.
Quando si dice una chicca per collezionisti...
EDIZIONE ESAMINATA E BREVI NOTE
Renzo Paris (Celano, 1944), romanziere, poeta, saggista e traduttore italiano. Professore di Letteratura Francese all’Università di Viterbo; ha insegnato a Salerno. Ha collaborato o collabora, sin dagli anni Settanta, con “Repubblica”, “Manifesto”, “Nuovi Argomenti”, “Pulp”.
Renzo Paris, “Fuori rotta”, Pellicano Libri, Catania 1984. Collana Inediti rari e diversi scelti da Dario Bellezza, 3. (numero 2: “Lettere libertine” di Reim, oggi Hacca, 2007; numero 5, “Fototessere del delirio urbano” di Veneziani, oggi Hacca, 2009).
Gianfranco Franchi, aprile 2009.
Prima pubblicazione: Lankelot.
“Fuori rotta” è l’irreperibile raccolta di racconti pubblicata da Paris nella collana “Inediti rari e diversi”, curata da Dario Bellezza per il Pellicano Libri di Catania, nel 1984.