duepunti
2010
9788889987469
Una gatta grigia, meticcia, mezza certosina mezza romana, diciamo così. Un ragazzo di neanche vent'anni, irrisolto e inquieto, più degli altri adolescenti. La gatta è un cucciolo che sbanda sul fango gelato, mescolata ai suoi fratellini. Della mamma niente tracce. Manco dei fratelli, a dirla tutta, perché prendono e svicolano come niente fosse, s'imboscano in una siepe e non si lasciano pigliare. La gattina è destinata a quel ragazzo. Si chiamerà Diana e significherà qualcosa. Per dire: significherà che la vecchia vita è terminata. Che si può andare incontro a un futuro diverso. A un altro microcosmo possibile. E che l'inquietudine non deve trascinare alla violenza. Semplice, a ben guardare: elementare. Ma l'innesco miagola, non sa parlare.
La gattina grigia, meticcia, mezza certosina mezza romana, finisce in casa e si fa adottare da tutta la famiglia. Per farsi amare non fa niente. Passeggia morbida per casa, al limite. Si lascia guardare mentre caccia. Fa la gatta. Vince lei. Gioca quando vuole lei. Viene quando vuole lei. Solito.
Dove siamo? Tangenziale Est. Incubo d'asfalto che sfregia Roma e inquina l'esistenza di tanti cittadini della Prenestina e di San Lorenzo. E finisce per invitarli alla violenza, per convincerli a prendere e distruggere qualcosa. Qualcuno. Almeno, così è per il narratore e per i suoi compagni. Così è per tanti altri che si ritrovano coi nervi a pezzi. Perché? Perché quella che gli abitanti vivono diventa una non-vita. E le macchine, le automobili, sono mostri.
“Uccidono il silenzio. Scuotono il sonno. Ci distraggono. Sporcano i muri delle case. La superficie del balcone viene invasa da questa nuvola di piombo che andrà allargandosi nel corso degli anni togliendo smalto agli infissi, trovando spazio tra le fessure, raccogliendosi nelle scanalature delle mattonelle fino a straripare per ogni direzione, un fiume nero, denso e bituminoso [...]” (pp. 18- 19).
La famiglia del narratore è in crisi nera. Stanno in affitto e il papà ha perso il lavoro. I risparmi potrebbero finire e i guai potrebbero ricominciare. La madre è preoccupata e ogni tanto si chiude in stanza e si lascia andare. Gli amici del papà si stanno smazzando per dare una mano e trovare qualcosa. “Tangenziale est. Viviamo in un posto assurdo. Mi rendo conto definitivamente anche di questo”. Crescendo capirà che quel posto assurdo potrebbe cambiare. Che un'altra città è possibile. Che un giorno il mostro d'asfalto andrà distrutto, che “quell'onda anomala di acciaio arrugginito” svanirà. È nelle cose. I gatti torneranno a guardare nel vuoto e a vedere, nel tempo, quel che soltanto a loro è concesso vedere. Forse è l'incubo del passato che abbiamo vissuto, il passato fatto di speculazioni edilizie e industrializzazione selvaggia. Sulla pelle delle famiglie, come sempre. Ma intanto i gatti invecchiano riposando vicino alle polverose e stanche stufe popolane. E ci ridono in faccia.
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“Fine della violenza” è un vecchio racconto di Nicola La Gioia, scrittore e consulente editoriale pugliese classe 1973, una delle anime di Minimum Fax. Una prima versione del brano è stata originariamente pubblicata sulla rivista letteraria “Il caffè illustrato” nel febbraio 2005; una seconda versione è stata stampata, nell'inverno 2005, per l'editore Psiche e Aurora. Questa terza e ultima versione, “forma definitiva” del racconto, è stata scritta a fine 2009. Va a fare bella figura nella collana “Zoo-Scritture Animali” diretta da Giorgio Vasta e Dario Voltolini: buona prova d'amore per i gatti e per la città di Roma, sacrosanta denuncia di una delle tante troppe cose che non vanno, da queste parti, narrativa di discreta letterarietà e di autentico calore umano (questo non è mai facile possa, sappia travasare. Stavolta sì, passa).
EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE
Nicola Lagioia (Bari, 1973), scrittore e consulente editoriale italiano.
Nicola Lagioia, “Fine della violenza”, Duepunti, Palermo 2010. Collana “Zoo-Scritture Animali”, 5.
Una prima versione del racconto è apparsa sul numero 16 della rivista “Il caffè illustrato” nel febbraio 2005. Una seconda versione è apparsa nell'inverno 2005 per l'editore Psiche e Aurora.
Gianfranco Franchi, dicembre 2010.
Prima pubblicazione: Lankelot.