Hacca
2012
9788889920800
Dedicato a Stefano Terra, scrittore dimenticato, filelleno almeno quanto Zandel, benedetto da una copertina del maestro Maurizio Ceccato, e infine onorevolmente posizionato nel catalogo delle piccole e orgogliose edizioni Hacca da Matelica, il nuovo romanzo dell'artista fiumano Diego Zandel, cittadino romano classe 1948, è un divertente omaggio alla letteratura: un giocattolone metaletterario, colorato da tutta una serie di reminiscenze di buon livello, plasmato con lucidità, mestiere e molto controllo. “Essere Bob Lang” è un risultato discretamente disorientante, tenendo presente gli ultimi vent'anni di attività letteraria di Zandel, caratterizzati da una nobile dedizione alle questioni giuliane, pre e post esodo [ultimo, notevole esempio “I testimoni muti”, Mursia, 2011] e da una secondaria vena, via via meno carsica, per le questioni greche, e dell'isola di Kos in particolare [cfr. almeno “Il fratello greco”, Hacca, 2010]. Un risultato discretamente disorientante ma piacevole.
Nei giorni scorsi, sul benemerito “Piccolo” di Trieste, l'onesto Pietro Spirito ha così commentato l'opera: “Diego Zandel rende omaggio alla narrativa di genere, divertendosi e divertendo intorno all’antica e mai risolta questione dei travasi tra realtà e finzione, tra vita reale e vita raccontata, addentrandosi con leggerezza - gioco nel gioco - nei misteri della creatività letteraria, delle suggestioni che ogni autore prende dalla realtà, dei rischi - anche - che si corrono quando si scava con la penna nell’esistenza, propria e degli altri”.
Sulla “Gazzetta del Mezzogiorno”, invece, Luana Trapè ha osservato che l'ultimo di Zandel “non è soltanto un’opera godibile che avvince il lettore fino al colpo di scena finale: è anche un ottimo vademecum per un esordiente, al quale Zandel, oltre a ottimi consigli 'del mestiere', offre i propri modelli letterari, come Hammett, Chandler, Cechov, Green… E per finire, in un’icona trafugata da un antico monastero della Tessaglia - raffigurante San Giorgio vittorioso sul drago - una preziosa metafora del romanziere alle prese con la scrittura”.
È la storia dello scrittore Marco Molina, impiegato di banca come da pontiggiana tradizione [cfr. “La morte in banca”, 1959], di madre greca [di Kos] e tanti nordamericani letterari amori, da Hemingway a Dashiel Hammett, e infinite libere e caotiche letture, dal Mann di “Cane e padrone” ai tanti, sgangherati racconti del santo bevitore Bukowski. Marco Molina, sposato, un bambino, sogna di diventare uno dei suoi idoli: uno che passa parte delle giornate a scrivere romanzi campando di letteratura, concedendosi al limite qualche collaborazione alimentare con quotidiani e periodici, e il capriccio di una conferenza ogni tanto. Sposato con un figlio, vagheggia una realizzazione diversa dal matrimonio; e intanto dialoga ogni giorno col suo Moleskine, dedicandosi al suo nuovo incompiuto. La fantasia della pubblicazione prossima ventura è potente e fertile come una fantasia erotica.
E da questa fantasia sguscia fuori un giornalista d'assalto di padre giuliano o dalmata, Bob Lang, romano d'adozione, non estraneo a missioni spionistiche all'estero, magari proprio nella stupenda isola di Cipro, meta degli investimenti russi [e inglesi], ferita dalla vigliacca occupazione militare turca, da Famagosta in su; e questo Lang è uno che si ritrova a parlare coi servizi segreti come niente fosse, a quanto pare. Bob Lang è uno che sarebbe piaciuto ad Hammett. E a Zandel, si capisce. E a tutti quelli che almeno una volta hanno sognato di essere – non soltanto di “fare” - letteratura.
EDIZIONE ESAMINATA E BREVI NOTE
Diego Zandel (Servigliano, 1948), giornalista e scrittore italiano, di sangue istriano, nato in un campo profughi da genitori fiumani. Collabora con «La Gazzetta del Mezzogiorno» e «Il Piccolo».
Diego Zandel “Essere Bob Lang”, Hacca edizioni, Matelica 2012. Copertina di Maurizio Ceccato.
Approfondimento in rete: WIKI it
Gianfranco Franchi, fine giugno 2012.
Prima pubblicazione: Lankelot.
E da questa fantasia sguscia fuori un giornalista d’assalto di padre giuliano o dalmata, Bob Lang, romano d’adozione, non estraneo a missioni spionistiche all’estero…
One thought on “Essere Bob Lang”
Comments are closed.