Keller
2001
9788889767306
Santiago Roncagliolo, scrittore, giornalista e traduttore peruviano, figlio d'arte, un favoloso avo ligure nel dna, è uno che ha scelto di dedicarsi alla letteratura in un paese senza lettori: tutto il mondo è paese, a quanto pare, non c'è continente che tenga. E come spesso accade, quando un artista ha così tanta coscienza di quel che lo circonda, si sente che il giovanotto scrive con le mani spesso belle libere – quelle di chi non sente particolari attese, e non deve rispondere a nessuno. Scrive giocando, e prendendosi gioco: del controverso clima politico del suo paese, delle istituzioni sociali, della sessualità, dell'adolescenza, della giovinezza, del traffico e via dicendo. Ho scoperto la sua scrittura pop grazie a una raccolta di racconti dal titolo sclaviano, “Crescere è un mestiere triste”, fresca di nuova edizione (e di nuova e più bianca copertina) per la sempre intelligente Keller, da Rovereto, a sei anni di distanza dalla prima (2005).
Nel 2005 l'editore, Roberto Keller, raccontava, in una bella intervista rilasciata a Luca Marsili del “Trentino”, che questo libro “è un viaggio nel mondo ingenuo, tenero ma anche crudele, di un'intera generazione, attraverso le vicende di ragazzi, dai sette ai vent'anni, che scoprono l'amore, la morte, la miseria, le tragedie e […] Lima sul finire degli anni Ottanta. Storie sospese tra ironia, realismo e sogno [...]”. Va detto che è una generazione non particolarmente affascinante; l'unica singolarità sta nella memoria della primissima infanzia, come, per intenderci, quando uno degli alter ego del narratore racconta di quando, bambino, poté tornare in Perù, assieme a suo padre, complice un'amnistia politica: “Non fu facile ambientarmi in quello che la mia famiglia chiamava 'il nostro paese'. Fino ad allora, secondo i miei documenti messicani, avevo vissuto in condizione di esiliato politico. Avevo sette anni. Ero un pericolo pubblico, dopo ci avevamo riso su con papà. A volte ridevamo” [p. 40]. Il resto, onestamente, è tendenzialmente universale. L'adolescenza parla una lingua soltanto. Non ha un gran bisogno di tecnologie, né si staglia per drammi caratteristici. Da quasi nessuna parte del mondo. Peccato, ecco, che questo libro di politico abbia veramente poco – perché da questo punto di vista sarebbe stato interessante, davvero, poter raccontare qualcosa di tosto. Invece niente, ogni tanto c'è il cameo di un fantasma malevolo, come Sendero Luminoso, ma più o meno la cosa si risolve là. Peccato.
Il lancio dell'edizione italiana è stato particolarmente romantico: si trattava di una delle prime due uscite della allora neonata Keller, e stando a quanto ha raccontato Roncagliolo, sul suo blog, per un periodo “Roberto e io passiamo Milano, Bologna, Trento e Venezia attaccando poster, convocando la stampa locale, facendo piccole presentazioni e portando noi stessi le casse con i libri. Sembriamo una banda di rock garage o un gruppo di comici ambulanti che conquistano i lettori uno a uno. Tutto il viaggio trascorre in un’atmosfera di amicizia adolescenziale”. Ecco – nel 2012 mi piacerebbe leggere il romanzo di quel lancio, dell'amicizia tra il piccolo editore italiano, in quegli anni esordiente, e il misconosciuto scrittore peruviano, in quegli anni poco più che un blogger che abitava a Barcelona, qualche fortunosa traduzione di qua e di là, un buon papà politico, e una bella capacità di raccontare storie, con freschezza, sensualità e qualche dito di presunzione di troppo. Sarà stata l'età. Saranno state altre cose, chissà.
Questa edizione, in ogni caso, è un pezzo di storia di un editore che di lì a poco ha saputo scoprire un premio Nobel prima dei suoi colleghi, qui in Italia. E ha qualcosa di eternamente giovane e ingovernabile e brillante e incosciente, che mi fa venire una gran voglia di glissare su tutta una serie di cose altrimenti decisamente importanti. Il catalogo Keller è uno scrigno misterioso e romantico. È stato così ab origine. Scandagliatelo con la dovuta curiosità.
EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE
Santiago Roncagliolo (Lima, Peru, 1975), scrittore, giornalista e traduttore peruviano. Vive a Barcelona, collabora con “El Pais”. È figlio d'arte.
Santiago Roncagliolo, “Crescere è un mestiere triste”, Keller, Rovereto, 2011. Traduzione di Elisa Contipelli, Maddalena Cazzaniga, Paolo Vertic. Collana “Passi”, 12.
Prima edizione: “Crecer es un oficio triste”, 2005.
Gianfranco Franchi, novembre 2011.
Prima pubblicazione: Lankelot.