Vallecchi
2003
9788817080873
1916. Marinetti, ferito, convalescente all'Ospedale Militare di Udine, detta questo libretto a Bruno Corra; si limiterà a correggerne le bozze, prima di tornare al fronte, volontario bombardiere. L'incipit dell'operetta contestualizza per bene il momento, lo spirito e il senso di questo divertissement: “Un libro sull'arte di sedurre le donne, ora? Sì, ora, nella conflagrazione futurista delle nazioni, nella nostra guerra igienica liberatrice novatrice centuplicatrice io sento il bisogno di dirvi come si seducono le donne. La guerra dà alla donna il suo vero sapore e il suo vero valore. Questo libro sarebbe stato un anacronismo se fosse apparso o prima o dopo la guerra” (p. 21). Perché è in questo momento che le donne sono più fondamentali che mai: quando gli uomini stanno crepando di malinconia e di nostalgia al fronte, aggiungo, sognando un forse impossibile ritorno a casa. Il sogno è tutto quel che hanno. Va nutrito e alimentato a oltranza, senza mezzi termini. Se poi si tratta d'un sogno futurista, va da sé che non può che essere parossistico.
Gran nemico di Marinetti è il sessismo: l'artista padre di “Mafarka” è convinto che le donne siano prigioniere di una società caratterizzata da falsi miti, e condizionanti, come la fedeltà, l'eternità d'un legame, il possesso, la convivenza (“distrugge quel bisogno di pericolo (…) o di incertezza che è favorevole al maschio specialmente”). Il futurista è convinto che le donne debbano essere libere d'appartenere a chi vogliono, per poter sprigionare la loro vera essenza. L'essenza della donna (si parla in questi termini assoluti: è parte del gioco: chi vuole s'offenda, è sacrosanto) è “un bisogno indistruttibile di tradimento”: perché la sua “inferiorità muscolare l'ha trasformata in una belva semi-addomesticata che sogna affettuosamente di tradire il maschio adorato sì, ma odiato perché costruttore di gabbiasocietà” (p. 25). A questa smania di tradimento s'aggiungono “morbose curiosità infantili”, “orrore della monotonia”, “vanità continua”, “incapacità di attenzione”.
Marinetti non ama le bellezze naturali: giura che voler essere belle valga molto più di qualsiasi splendore fisico, perché la bellezza è una questione di intelligenza, di istinto e di volontà. E un italiano sa riconoscerla meglio di chiunque altro al mondo. Marinetti sa, poi, che la bellezza è nuda. “La donna nuda è leale. La donna vestita è sempre un po' falsa. La carne della donna è sempre buona. Lo spirito della donna tende alla cattiveria e alla perfidia” (p. 47). Amen.
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In “Come si seducono le donne”, dopo una prima parte dedicata, diciamo così, alle teorie e alle tecniche della seduzione, passa a una sorta di antologia delle sue migliori imprese sentimentali, “felice di interromperle con disinvoltura e quasi incivilmente, felice di esser giudicato un barbaro, un brutale, un semplice e un ingenuo. Non ingenuo mai, in realtà, poiché la meccanica sensuale femminile mi è sembrata assolutamente elementare” (p. 97).
Elementare? Assolutamente. Questa gran spacconata marinettiana, spregiudicata, licenziosa e onestamente arbitraria, si permetterà parecchie libertà del genere. L'artista, per dire, è persuaso che gli uomini si dividano in due categorie: quelli che sentono istintivamente la donna, e sanno influenzarla magneticamente, prenderla a oltranza e capirla, e quelli che non sanno né capirla, né influenzarla, né sentirla. E sa che i maschi italiani, nella maggioranza relativa, appartengono alla prima categoria: la nostra forza deriva dal sole, è indebolita solo dalla nebbia e dall'alcol (p. 23). Per sedurre, dobbiamo avere “una bocca attraente, occhi mutevoli ed espressivi, voce insinuante, corpo abbastanza snello, muscoli, ma non troppi, una certa eleganza, un gesto che naturalmente scolpisce il corpo della donna nell'aria e lo accarezza prima di accarezzarlo” (p. 33). Vi manca qualcosa? Non vi riconoscete? Niente angoscia: la celebrità basta a rimpiazzare, sola, molte di queste qualità.
Il segreto è essere futuristi: “corpo agile, forte, aggressivo. Muscoli militarizzati (…). Potente vitalità. Tutta la scala dei semitoni nella voce maschia. Gesto abbondante, cesellante e preciso. Il denaro necessario (…). Forti attitudini oratore. Ingegno novatore. Saper dare uno schiaffo decisivo a tempo e soprattutto coraggio, coraggio, coraggio, volontà, coraggio, coraggio. Non esser mai pedante, professorale, culturale. Odiare istintivamente tutto ciò che è germanico. Essere improvvisatore in tutto, deciso, pronto. Odiare i mezzi termini. Considerare la donna come una sorella del mare, del vento, delle nuvole, delle pile elettriche, delle tigri, delle pecore, delle oche, dei tappeti, delle vele. Non mai considerarla come sorella delle stelle... Hanno tutte un'anima, dipendente però dalla lunghezza dei loro capelli, fili conduttori dell'uragano” (p. 97).
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Marinetti è uno che mi diverte come pochi altri scrittori. È vivace, sconclusionato, pazzo, stupido, brillante. È una cascata di caffè shakerato d'un giorno d'agosto, sole a picco, mezzogiorno e mezza. Fa scena, è coreografico, è abnorme, ma non ti leva mai la sete di letteratura nuova. È energetico, scombinato, eccezionalmente insensato (quando vuole, e a volte anche quando non vorrebbe affatto), ma sempre solare, ridanciano, ragazzino. Un ragazzino letterato, pericoloso, sproporzionato. Italiano anche in questo, nella prepotenza, nell'incoscienza, nel talento. Unico.
EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE
Filippo Tommaso Marinetti (Alessandria d'Egitto, 1876 – Bellagio, 1944), poeta e scrittore italiano, padre del Futurismo.
Filippo Tommaso Marinetti, “Come si seducono le donne”, Vallecchi, Firenze 2003. Prefazione di Carmen Llera. Prefazione d'antan di Bruno Corra ed Emilio Settimelli. In appendice, “Polemiche sul presente libro”, scelte dall'inchiesta sul 'problema femminile' svolta sull'“Italia futurista”. Scritti di Enif Robert, R. Rosà, Shara Marini, Volt. Collana “Caratteri del Novecento”.
Prima edizione: 1916.
Approfondimento in rete: WIKI It
Gianfranco Franchi, marzo 2010.
Prima pubblicazione: Lankelot.
1916. Marinetti, ferito, convalescente all’Ospedale Militare di Udine, detta questo libretto a Bruno Corra; si limiterà a correggerne le bozze, prima di tornare al fronte, volontario bombardiere…