Salani
2015
9788869182204
“C’è nessuno?” è un libro per ragazzi: mantiene la leggerezza e la facilità di narrazione dei romanzi di Gaarder, ha un tono favolistico e una dolcezza impeccabile. È un libro che si rivolge a quei figli unici che attendono, con curiosità, felicità e paura allo stesso tempo, un fratellino o una sorellina: si propone come deliziosa parabola della diversità, come inno al confronto con l’alterità e non lascia spazio ai sentimenti tendenzialmente diffusi tra i fratelli maggiori, come l’egoismo, la gelosia e l’insofferenza. Sarà forse pleonastico e risulterà un irritante personalismo, ma voglio ammetterlo: sono un fratello maggiore, e ben capisco i sentimenti di chi, bambino, s’è visto all’improvviso sbarcare un querulo bipede in casa e ha temuto d’aver perso l’affetto totalizzante e le straordinarie attenzioni dei propri familiari. Chissà, se m’avessero letto questa storia quand’ero piccolo sarei stato un fratello più comprensivo e meno dispotico e ingiusto: purtroppo mi leggevano episodi della mitologia greca e del ciclo bretone, al limite qualche pagina di Andersen e Gianni Rodari, e sono diventato una persona sbagliata. Fine dell’inciso: chi vuole intendere ha inteso, chiedo venia e torno al libro.
Allora: possiamo affermare che la grandezza di Gaarder sta nella natura didattica delle sue opere, nella sua bellissima umanità e nella sua limpida etica: le sue storie sono sempre felici modelli di una vita intrisa di comprensione, solidarietà, vivace dialettica e autentica tolleranza. Gaarder è il genio della semplicità: a volte si ha la sensazione, non solo nelle favole dico, che scopra l’acqua calda e che viva dell’emozione unica d’aver scoperto che esiste l’acqua, e che può essere tiepida o (incredibile!) bollente. Ma è talmente gentile e pieno di grazia che ci si lascia spontaneamente accompagnare nel suo mondo: è innocente, e puro.
“C’è nessuno” è la storia di due bambini: Joakim e Mika. Joakim è in fibrillazione perché la mamma è appena entrata in sala parto: è convinto che arriverà un fratellino, e non una sorellina. Così, mentre attende il ritorno del papà dall’ospedale, forse per una splendida fantasia, forse in sogno o forse per davvero riceve una visita inattesa: da un altro pianeta, sbarca (sarebbe più giusto scrivere: precipita) nel suo giardino il piccolo Mika, un alieno umanoide, telepatico e cortesissimo, intelligente, curioso e pieno di paura.
“Così andò il mio primo incontro con Mika, che si succhiava il pollice quando rifletteva e agitava le dita quando doveva spiegare qualcosa. Quando gli facevo una domanda arguta si inchinava profondamente, e quando rispondevo seguiva attentamente il discorso per vedere se poteva rivolgermi un’altra domanda”.
Assieme, i due piccoli parlano dell’origine della vita sulla terra, dei mammiferi, dei rettili e dei dinosauri, del linguaggio, della comunicazione: è una divertente e avvincente dialettica che può ricordare, in qualche passo, quanto avverrà nel primo libro della trilogia di “K-Pax” di Brewer, quando Prot racconterà al dottore la cultura e i costumi del popolo del suo pianeta. Con altra profondità e altro spessore, ovviamente: ma con quello stesso, felice e spontaneo trasporto, di memoria saint-exuperiana. Inutile pensare, però, al “Piccolo Principe” come primo modello di “C’è nessuno?”: le affinità s’interrompono su questo piano.
La lingua adottata è comprensibilissima: la solita incredibile chiarezza espositiva, la solita freschezza, la solita poesia gentile di Jostein Gaarder contribuiscono al felice esito dell’esperienza estetica. Consigliato ai ragazzini e agli adulti che non hanno dimenticato d’esser stati bambini. Consigliato a fratelli maggiori dilaniati dai sensi di colpa, perché sappiano essere almeno genitori migliori. Consigliato a chi cerca, nella letteratura, l’innocenza e la grazia perdute. Caldeggio la lettura del libro per il piccolo popolo dei lettori di Gaarder. Il professor Jostein non tradisce mai.
“Forse ti stai chiedendo se ho davvero incontrato Mika, oppure se è stato semplicemente un sogno. Mi inchino fino a terra per questa domanda, perché me la sono posta anch’io tante volte. Sono arrivato alla conclusione che l’importante, in fondo, è che ci siamo incontrati. Quando due persone salgono ognuna dalla propria profonda valle e si incontrano in cima a una grande montagna, non ha importanza quale sia il nome della montagna o da dove vengano quelle persone. Quando siamo in cima abbiamo la sensazione di trovarci sul tetto del mondo. E la notte in cui venne al mondo il fratellino mi trovavo davvero sul tetto del mondo” (Gaarder, “C’è nessuno?”).
EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE.
Jostein Gaarder (Oslo, 1952), ex insegnante di filosofia, romanziere e favolista norvegese.
Jostein Gaarder, “C’è nessuno?”, Salani, Firenze, 1997. Traduzione di Eva Kampmann. Illustrazioni di Paolo Cardoni.
Prima edizione: “Hallo? Er det noen her?”, Oslo, 1996.
Gianfranco Franchi, dicembre 2003.
Prima pubblicazione: Lankelot.