Banksy. Il terrorista dell’arte. Vita segreta del writer più famoso di tutti i tempi

Banksy. Il terrorista dell'arte. Vita segreta del writer più famoso di tutti i tempi Book Cover Banksy. Il terrorista dell'arte. Vita segreta del writer più famoso di tutti i tempi
Sabina De Gregori
Castelvecchi
2010
9788865830840

Long John Silver è nato a Bristol. Bristol è Massive Attack, Bristol è Portishead. Bristol è Banksy. Banksy, originario di Bristol, capitale europea dei graffiti, è un misterioso street artist di fama internazionale, famoso per le sue creazioni satiriche e provocatorie, nemiche del potere, degli status symbol, della guerra, della pena di morte, del militarismo e del consumismo. Banksy è famoso per il suo amore per i figli del popolo e per la sua capacità di restituire bellezza ai quartieri degradati e grigi della società postindustriale. Banksy è apprezzato per le sue incursioni da “vandalo di qualità” in musei, zoo, gallerie. Banksy è conosciuto per i suoi stencil.

il suo maestro nella tecnica dello stencil è stato il vero pioniere dello stencil, Nick Walker, da Bristol. Lo stencil, a differenza dei tag e dei graffiti, ha qualcosa di veramente peculiare: secondo Sabina De Gregori, “gli stencil hanno messaggi diversi e più consapevoli. Chi li esegue e ne immagina la struttura è spesso coscientemente legato al territorio di espressione, cerca di comunicare in modo semplice e chiaro, indaga modi e linguaggi spesso originali e sperimentali”. Non solo. “Con lo stencil, Banksy è capace di raggiungere un meticoloso livello di dettagli, la sua estetica è pulita, leggibile e immediata come quella di un manifesto pubblicitario” (p. 33).

L'identità di Banksy è segreta. Quel poco che sappiamo è che, secondo Simon Hattenstone, l'ultimo giornalista riuscito a intervistarlo, nel 2003, “Banksy è bianco, vestito in jeans e t-shirt, ha un dente d'argento, orecchini e una catenina, sembra un incrocio tra l'attore inglese Jimmy Nail e il rapper Mike Skinner, noto con il nome The Streets” (p. 117). Dovrebbe avere trentacinque anni, nel 2010. Questo può bastarci.

Segreta è larga parte della sua storia. Meno segrete le sue performance, in tutto il mondo, non senza un cameo a Napoli e qualche apocrifo a Roma. A raccontarne il raccontabile questo studio brioso della storica dell'arte Sabina De Gregori, classe 1982: “Banksy. Il terrorista dell'arte” (Castelvecchi, 2010) è un divertente saggio eccezionalmente illustrato che insegna agli italiani che Banksy va considerato una sorta di Pasquino inglese: “l'arte con cui dissemina le strade è per tutti, si serve di un linguaggio semplice e immediato senza mettere a disagio l'osservatore chiedendogli strumenti di comprensione che non possiede” (p. 152). Non solo. Proprio come Pasquino, “attacca l'ambiente con una precisione militare scegliendo per le sue rappresentazioni eventi e spazi chiave, coinvolgendo le persone e sollecitando il loro senso critico” (p. 153).

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Banksy crede in diverse cose. La prima: “Se vuoi dire qualcosa, devi apporre il tuo messaggio dove la gente lo possa vedere. Solo stando in prima linea e dando forza alle tue idee puoi creare qualcosa” (p. 16).

La seconda: “Io cerco soltanto di rendere le immagini belle alla vista. Non voglio mostrarmi bello. Non sono alla moda. Le immagini generalmente appaiono migliori di come le eseguo quando le disegno per strada. Ho ovviamente problemi con i poliziotti. D'altro canto la mia è una scommessa simpatica. Sono certo che la realtà potrebbe essere una cocente delusione per i miei fan” (p. 118).

La terza: “L'arte mondiale è una grande barzelletta, è una casa di riposo per superprivilegiati, pretenziosi e deboli. L'arte moderna è una disgrazia, mai tante persone hanno fatto uso di tante cose di nessun valore. L'arte moderna è il commercio al mondo in cui è più facile entrare e tirar fuori qualche dollaro” (p. 177).

Quella più saggia: “Le persone che davvero deturpano i nostri luoghi sono le compagnie che scarabocchiano con slogan giganti i palazzi e gli autobus cercando di farci sentire inadeguati se non compriamo le loro cose. Si credono capaci di strillare i loro messaggi sulle nostre facce da ogni superficie disponibile, ma a noi non è permesso dare delle risposte. Hanno intrapreso la sfida e il muro è l'arma che abbiamo scelto per difenderci” (p. 179).

E questo è da meditazione, direi.

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Non vi rimane che puntare questo indirizzo: http://www.banksy.co.uk/ e andare a dare una ricca occhiata. Subito dopo, buona parte delle vostre ragioni di perplessità e dissenso per le creazioni di tanti street artist mediocri saranno vagamente attutite. Almeno questo. Imparerete a tollerare la bruttezza e l'invadenza suprema di tag e graffiti di ogni ordine e grado. Perché andrete sognando un Banksy per ogni quartiere delle vostre città – e per ogni paese.

Il libro di Sabina De Gregori è un intelligente e colorato viatico alla comprensione d'una visione del mondo e dell'arte che non può non affascinare. Meglio: finisce per circuire.

Stuzzicante.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Sabina De Gregori (Ginevra, Svizzera, 1982), vive e lavora a Roma. Laureata in Storia dell'Arte, esordisce in saggistica con questo libro.

Sabina De Gregori, “Banksy. Il terrorista dell'arte”, Castelvecchi, Roma 2010. In appendice, bibliografia, articoli di giornale e sitografia.

Approfondimento in rete: sito ufficiale di Banksy + wiki su Banksy + la poesia e lo spirito.

Gianfranco Franchi, dicembre 2010.

Prima pubblicazione: Lankelot.

Long John Silver è nato a Bristol. Bristol è Massive Attack, Bristol è Portishead. Bristol è Banksy.