Antonio Veneziani

Antonio Veneziani Book Cover Antonio Veneziani
Claudio Marrucci
Coniglio Editore
2008
9788860631275

Albert Camus dice: ‘La libertà è il diritto a non mentire’ e personalmente aggiungo: nel sesso, nell’arte, nella politica, nel gioco, nel sogno” (Antonio Veneziani)

Veneziani sogna il reale e vive il sogno, come Borges: è uno scrigno di memorie e coscienza civile degli ultimi trentacinque anni di scena romana, di battaglie per i diritti degli omosessuali, di sperimentazioni di ogni genere, di amicizie e sodalizi che attraverseranno il tempo. Crede nella libertà – e come ogni anarchico si batte perché ciascuno sia libero (d’essere: e d’essere se stesso). È un esempio di stravaganza, personalità e sensibilità estetica: un artista di primo rilievo.

Il giovane letterato romano Claudio Marrucci, classe 1986, intervista il suo maestro e mentore Antonio: raccontando del loro incontro, di come Veneziani gli insegnò a leggere (a partire da “Camrel” della Riley e “Ingannevole è il cuore più di ogni cosa” di J.T. Leroy), del vuoto abissale di punti di riferimento di una generazione di letterati che non ha avuto padri (punti di riferimento sì: questo libro è un passaggio di consegne). Ha l’intelligenza di tenersi in disparte, e di indovinare le porte dove bussare. Lo fa con grazia e semplicità. Il risultato è piacevole e ha il sapore d’un primo lascito – universale, e personale. S’intravede l’embrione d’un’opera futura: quella sull’amato padre di Antonio, da poco perduto ma indimenticato – presenza viva, presto fertile d’un’opera d’arte nuova, e totale. Attendiamo.

Entriamo nei nuclei dell’intervista. L’artista piacentino, romano d’adozione, ultima grande voce della Scuola Romana e anarchico nevrotico, racconta del suo rapporto con l’Eterna (“mamma filosofa, puttana d’alto bordo, se serve troiona di quart’ordine”), con il padre – figura cardine, pittore sopravvissuto ai campi di concentramento – con la madre e la sorella; Veneziani crede nelle relazioni, non nel sangue. Il sangue, dice, è “l’amicizia, l’amore, il rapporto d’affetto”.

Il poeta parla d’amore – di tre amori grandi, di tenerezza e virilità composti – e del rifiuto della convivenza; di pornografia (pubblicata magari sotto femminino pseudonimo, negli anni Settanta), di droga e di piacere; di vita eterna (disinvolto, p. 40) e di malattia come nemica – più della morte, che è semplicemente un’ossessione: interessante. Della sua omosessualità militante, dei suoi compagni della Scuola Romana, del trentennale e fertile sodalizio con l’artista Riccardo Reim.

Dei lettori, e della loro centralità. “I libri – dice il maestro – devono dare pugni allo stomaco e anche carezze segrete e baci in bocca. Devono rendere il lettore più felice o più triste, non devono lasciarlo indifferente, questo mai. Il lettore capisce se c’è autenticità, urgenza del dire…” (p. 33).

L’editor – altro mestiere di Veneziani – è il lavoro di chi rispetta la persona che ha di fronte. “L’editor non deve assoggettare ed equiparare lo scrittore a se stesso, deve rispettare, riconoscere la scrittura dell’altro, rispettarla e cercare di renderla, esaltarla” (p. 37). È un lavoro solitario, naturalmente: ma Veneziani riconosce – assieme a Rilke – la centralità della solitudine. Ne è stato cronista – operando nel pieno rispetto della poetica della sottrazione.

Sostiene Di Consoli che la poetica di Veneziani sia “una poetica del travestitismo, perché vita e letteratura, personaggio e persona, stile alto stile basso, scandalo e raffinatezza si sono da sempre amalgamati, e vicendevolmente nascosti, in un’esperienza letteraria tra le più intense e spiazzanti degli ultimi anni” (p. 7): materia bassa e stile alto. Veneziani, nell’intervista, conferma: “L’alto e il basso, nel mio lavoro come nella mia vita quotidiana, si mischiano: frequento intellettuali e artisti ma anche spacciatori e barboni” (p. 43). Ma le parole più belle sono quelle dedicate al sentimento principe di Antonio. L’amicizia. È un uomo d’umanità grande, dai legami granitici e dalla bella capacità di divertire, e di ascoltare. Chi ha avuto il privilegio di condividere un caffè, un giro per banchetti di libri e un aperitivo con lui lo sa: e leggendo questo passo che a breve riporterò, sorridendo vedrà di fronte a sé lo sguardo buono di questo padre di una nuova generazione di artisti: “I miei amici non contano le righe sul giornale, o nelle antologie, non misurano la bellezza di un’opera in copie o in euro. Non sputano su tutto ciò che non è opera loro. Sono tristi, spesso, annoiati anche, ma sanno ridere di sé e del mondo. Sanno eccitarsi per un tramonto o per un gattaccio randagio. Parlano di politica e dell’ultimo libro letto o dell’ultimo film visto con entusiasmo. Sono presi da amori improvvisi e folli, sono rapiti da indicibili furori. Mi accompagnano a fare la spesa o a comprare un buon libro. Mi invitano a cena e mi ubriacano di cazzi loro e io faccio altrettanto. E sono così pochi, sempre meno” (p. 47).

Ecco. Forse è tutto qui. Bellissimo, e toccante.

***

Il libro-intervista è completo, a beneficio degli appassionati e degli studiosi dell’opera dell’artista, di materiali critici estratti (“Sull’autore”, che include un memorabile intervento di Bellezza su “Brown Sugar”, “Poesia”, “Prosa”, “Inchieste”, “Curatela di antologie”, “Operazioni culturali”) e frammenti di interviste (rilasciate a Nicola Ciampitti, Alessio Tabacchini, Giorgio Morelli, Giancarlo Susanna, Gianfranco Franchi, Roberto Campagna).

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Claudio Marrucci (Roma, 1986), studia Scienze Umanistiche presso “La Sapienza”. Ha esordito pubblicando i racconti “Una sorda rabbia” (Giano, 2003); ha ideato e co-dirige la rivista “Ciclostile”. Vive a Pomezia.

Antonio Veneziani (Piacenza, 1949), letterato italiano. Poeta, narratore e saggista.

Claudio Marrucci, “Antonio Veneziani”, Coniglio, Roma 2008.

Con un saggio di Andrea Di Consoli: “Antonio Veneziani ovvero La poetica del travestitismo, la scuola romana di poesia, i corpi freddi del disamore”.

Contiene una nota bibliografica. L’opera è corredata da foto dell’artista in diversi frangenti della sua vita. Collana “Contemporanei all’imbecillità”.

Gianfranco Franchi, luglio 2008.

Prima pubblicazione: Lankelot.

Albert Camus dice: ‘La libertà è il diritto a non mentire’ e personalmente aggiungo: nel sesso, nell’arte, nella politica, nel gioco, nel sogno” (Antonio Veneziani)